
Licodia Eubea
Migranti, il «no» del Comune ai minori: «Troppi 60»
Raccolte 400 firme per chiedere «tutele» e «garanzie»
Raccolte 400 firme per chiedere «tutele» e «garanzie»
L'apertura di un nuovo centro d'accoglienza solleva polemiche. Il sindaco preoccupato
per la gestione, mentre i cittadini temono che la loro vita sia «sconvolta».
Ma la Chiesa frena i fedeli pronti a firmare.
«Il razzismo non c'entra nulla». Il sindaco di Licodia Eubea, Giovanni
Verga, mette subito le mani avanti, anche se simili sottolineature, in una comunità
in cui il 10 percento dei residenti proviene dall'Europa dell'est e una quindicina
di migranti africani trova da anni ospitalità stabile grazie al progetto Sprar,
sembrerebbero superflue. Eppure, le quasi 400 firme (un'enormità per un paesino
di 3mila anime) su quella petizione popolare, lanciata dopo la notizia del possibile
arrivo di 60 minori stranieri non accompagnati, meritano una spiegazione che non
sia "di pancia".
Atto d'indirizzo da sottoporre alle istituzioni – Qualche giorno fa sul tavolo
di Verga arriva una lettera (recapitata anche al prefetto e ai carabinieri) per chiedere
«l'impegno delle istituzioni a tutelare la salute e a garantire la serenità
e la sicurezza della popolazione». Motivo delle preoccupazioni è l'apertura
di un centro per migranti minorenni rimasti senza famiglia, che una cooperativa
di Grammichele vorrebbe ospitare nei locali delle ancelle riparatrici di via del
Popolo. Una richiesta «senza avversioni preconcette nei confronti di nessuno»,
tengono a specificare i rappresentanti del comitato spontaneo.
Di fronte alla sfilza di sottoscrizioni – alle quali, sembra, erano pronte ad aggiungersene molte altre – il primo cittadino non può far altro che firmare un atto d'indirizzo insieme ai suoi assessori, con esplicita delega a rappresentare alle istituzioni «le difficoltà e i motivi che ostano alla possibilità di implementare in modo significativo l'offerta di accoglienza secondo la reale rispondenza agli obiettivi di integrazione». Ma c'è di più, perché la Giunta auspica anche che «le strutture di accoglienza siano limitate a poche unità e comunque allocate preferibilmente al di fuori del centro storico, al fine di garantire la fattiva possibilità per gli ospiti di trovare favorevoli occasioni di integrazione sociale e quindi in modo da evitare ogni possibile forma di ostilità».
«Doveroso rappresentare il disagio» – Per il sindaco, «se il numero fosse stato più contenuto l'allarme non si sarebbe creato. Finora, con
quelli presenti, non abbiamo mai avuto problemi». Verga aggiunge che era
comunque «doveroso rappresentare il disagio della popolazione locale. Non
possiamo opporci – spiega –, ma bisogna considerare che non abbiamo personale a
sufficienza per gestire un impegno del genere, perché i soldi del Ministero
dell'Interno passerebbero comunque dal Comune, che però non c'entra nulla con il progetto.».
I promotori e i grillini – Nemmeno la prospettiva di qualche posto di lavoro ammorbidisce le reticenze. «Se arriva un pugno di delinquenti?», si chiede Pino La Rocca, uno dei promotori della petizione, che reclama il diritto di «non avere sconvolta la vita da un'eccessiva presenza di migranti. Chiediamo di essere tutelati. In altri paesi – spiega – cominciano a esserci bivacchi e gente che rovista ovunque. Siamo abituati a lasciare i bimbi da soli,
perché ci conosciamo tutti». Ma poi precisa: «Non è razzismo. Se fossero
state famiglie, il problema sarebbe stato ridimensionato. Ma se verranno gestiti
bene e non ci saranno problemi di ordine pubblico – assicura –, non faremo più
di tanto».
Poi ci sono i grillini, che si dichiarano «favorevoli all'accoglienza e all'integrazione culturale», ma esprimono «moltissime perplessità nel caso specifico. L'immigrazione – fanno notare i pentastellati – negli ultimi anni è stata oggetto dei più loschi affari economici con la complicità della politica. Il meetup auspica che sia da parte dell'Amministrazione comunale che dall'ente gestore vengano garantite le necessarie condizioni di sicurezza».
La "tirata d'orecche" dei preti – Il polverone, intanto, è già tutto per aria e il paese discute. La petizione non è stata vista di buon
occhio da qualche prete, che con una "tiratina d'orecchie" ha rinfrescato
lo spirito di accoglienza nei parrocchiani pronti alla firma.
«Siamo stati subito attaccati appena abbiamo iniziato a raccogliere le firme – racconta La Rocca –, i preti hanno subito tirato per i capelli i fedeli. Perché non accoglie anche la Chiesa?».

Il centro d'accoglienza dovrebbe nascere nell'edificio delle ancelle riparatrici, situato in via del Popolo.

Di fronte alla sfilza di sottoscrizioni – alle quali, sembra, erano pronte ad aggiungersene molte altre – il primo cittadino non può far altro che firmare un atto d'indirizzo insieme ai suoi assessori, con esplicita delega a rappresentare alle istituzioni «le difficoltà e i motivi che ostano alla possibilità di implementare in modo significativo l'offerta di accoglienza secondo la reale rispondenza agli obiettivi di integrazione». Ma c'è di più, perché la Giunta auspica anche che «le strutture di accoglienza siano limitate a poche unità e comunque allocate preferibilmente al di fuori del centro storico, al fine di garantire la fattiva possibilità per gli ospiti di trovare favorevoli occasioni di integrazione sociale e quindi in modo da evitare ogni possibile forma di ostilità».
«Doveroso rappresentare il disagio» – Per il sindaco, «se il numero fosse stato più contenuto l'allarme non si sarebbe creato. Finora, con

I fondi passerebbe dal Comune e poi alla coop.

I promotori e i grillini – Nemmeno la prospettiva di qualche posto di lavoro ammorbidisce le reticenze. «Se arriva un pugno di delinquenti?», si chiede Pino La Rocca, uno dei promotori della petizione, che reclama il diritto di «non avere sconvolta la vita da un'eccessiva presenza di migranti. Chiediamo di essere tutelati. In altri paesi – spiega – cominciano a esserci bivacchi e gente che rovista ovunque. Siamo abituati a lasciare i bimbi da soli,

C'è chi teme «bivacchi» e chi, invece, mette in guardia dagli «affari loschi», come accaduto di recente.

Poi ci sono i grillini, che si dichiarano «favorevoli all'accoglienza e all'integrazione culturale», ma esprimono «moltissime perplessità nel caso specifico. L'immigrazione – fanno notare i pentastellati – negli ultimi anni è stata oggetto dei più loschi affari economici con la complicità della politica. Il meetup auspica che sia da parte dell'Amministrazione comunale che dall'ente gestore vengano garantite le necessarie condizioni di sicurezza».
La "tirata d'orecche" dei preti – Il polverone, intanto, è già tutto per aria e il paese discute. La petizione non è stata vista di buon

Qualche fedele pronto a firmare ha fatto retromarcia.

«Siamo stati subito attaccati appena abbiamo iniziato a raccogliere le firme – racconta La Rocca –, i preti hanno subito tirato per i capelli i fedeli. Perché non accoglie anche la Chiesa?».
01/06/2016 | 6239 letture | 0 commenti
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