
Licodia Eubea
"Arancia meccanica" per avere 100mila euro da 90enne
Botte e minacce di morte dalla moglie, sua ex badante
Botte e minacce di morte dalla moglie, sua ex badante
L'inferno familiare vissuto dall'anziano è stato interrotto nel 2013 grazie all'intervento
dei nipoti, che lo hanno convinto a separarsi dalla donna e denunciarla. Nel
"mirino" anche un garage e altri 20mila euro.
Insulti, percosse e oggetti scagliati in viso. Oltre 100mila euro estorti, frutto
della vendita di diversi immobili. Persino minacce di morte, pur di ottenere altri
20mila euro e la proprietà di un garage sulla via principale del paese. Sono solo
alcuni degli episodi che avevano trasformato in un incubo la vita di un 90enne di
Licodia Eubea.
Chiuse le indagini – L'aguzzina, secondo la Procura di Caltagirone, sarebbe
stata la sua ex badante russa, oggi 74enne, presa in moglie dieci anni fa con un
matrimonio trasformatosi in una vera e propria "arancia meccanica".
L'anziano, vedovo benestante e senza figli, ha vissuto l'inferno familiare fino
a tre anni e mezzo fa, quando i nipoti lo hanno convinto a separarsi dalla donna
(difesa dall'avvocato licodiano Luca Falcone, del foro di Caltagirone) e denunciare
tutto ai carabinieri.
Le indagini, affidate al pm Anna Andreatta e da poco chiuse, hanno fatto emergere un quadro agghiacciante, tanto da spingere il magistrato a ipotizzare i reati di maltrattamenti contro familiare, estorsione continuata (per i 100mila euro) e tentata estorsione continuata (per gli altri episodi). Per farsi consegnare i soldi, la donna non avrebbe infatti esitato a ricorrere a ritorsioni fisiche e, non soddisfatta di quanto ottenuto, avrebbe persino provato a intimorire il coniuge minacciando l'intervento di un nipote (marito di una nipote dell'ex badante, che non risulta indagato) pronto a ucciderlo. L'obiettivo di ottenere altri soldi e il locale in corso Umberto I non è però stato raggiunto e, nel frattempo, i parenti del vecchietto sono riusciti ad allontanarlo da quei soprusi, affidandolo alle cure di una casa di riposo.
L'avviso di conclusione delle indagini, che anticipa l'intenzione di chiedere il rinvio a giudizio, costringerà l'ex badante, proveniente dalla Siberia occidentale e trasferitasi in Italia oltre 20 anni fa, a giustificare la sua posizione, per la quale ha finora evitato il carcere probabilmente in considerazione dell'età e della necessità di verificare le accuse.

La donna dovrà ora difendersi dalle accuse di maltrattamenti contro familiare, estorsione continuata e tentata estorsione continuata.

Le indagini, affidate al pm Anna Andreatta e da poco chiuse, hanno fatto emergere un quadro agghiacciante, tanto da spingere il magistrato a ipotizzare i reati di maltrattamenti contro familiare, estorsione continuata (per i 100mila euro) e tentata estorsione continuata (per gli altri episodi). Per farsi consegnare i soldi, la donna non avrebbe infatti esitato a ricorrere a ritorsioni fisiche e, non soddisfatta di quanto ottenuto, avrebbe persino provato a intimorire il coniuge minacciando l'intervento di un nipote (marito di una nipote dell'ex badante, che non risulta indagato) pronto a ucciderlo. L'obiettivo di ottenere altri soldi e il locale in corso Umberto I non è però stato raggiunto e, nel frattempo, i parenti del vecchietto sono riusciti ad allontanarlo da quei soprusi, affidandolo alle cure di una casa di riposo.
L'avviso di conclusione delle indagini, che anticipa l'intenzione di chiedere il rinvio a giudizio, costringerà l'ex badante, proveniente dalla Siberia occidentale e trasferitasi in Italia oltre 20 anni fa, a giustificare la sua posizione, per la quale ha finora evitato il carcere probabilmente in considerazione dell'età e della necessità di verificare le accuse.
28/08/2016 | 5808 letture | 0 commenti
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