
Licodia Eubea
Dipendente Utc «assolto perché il fatto non sussiste»
La vicenda legata al parco archeologico naturalistico
La vicenda legata al parco archeologico naturalistico
Il Tribunale di Caltagirone ha escluso ogni colpa a carico del geometra Giuseppe
Caruso, che era stato accusato di omissione di atti d'ufficio. L'assoluzione era
stata chiesta dal pubblico ministero.
«Assolto perché il fatto non sussiste». Si conclude con un verdetto
che esclude ogni colpa a carico dell'imputato il processo che per cinque anni ha
coinvolto il geometra Giuseppe Caruso, dipendente del Comune di Licodia Eubea.
Il collegio dei giudici del Tribunale di Caltagirone, presieduto da Giovanna
Scibilia (al fianco della quale sedevano Alessandro D'Altilia e Cristina Lo Bue),
ha accolto l'istanza del pubblico ministero, Fabio Salvatore Platania, che aveva
chiesto l'assoluzione del funzionario. Sulla stessa posizione, inevitabilmente,
anche i rappresentanti della difesa di Caruso, gli avvocati Caterina Ventimiglia,
del foro di Caltagirone, e Vittorio Musumeci, del foro di Catania.
La vicenda era iniziata nel 2011, in seguito alla denuncia del proprietario di alcuni terreni ricadenti nell'area del parco archeologico naturalistico della collina del Calvario e della Grotta dei Santi, che chiedeva l'esclusione delle sue particelle catastali dal progetto destinato, di fatto, a istituire un'area sottoposta a particolari vincoli.
A Caruso, in servizio all'Ufficio Tecnico, era stata contestata l'omissione di atti d'ufficio, per non aver risposto entro trenta giorni a una richiesta indirizzata al responsabile unico del procedimento. I legali dell'imputato hanno basato la loro linea difensiva principalmente sul fatto che il loro assistito, in realtà, non era il rup, sottolineando, in seconda battuta, che la materia era di competenza del Consiglio comunale o dell'Ufficio di Piano regolatore. Entro 90 giorni saranno rese note le motivazioni della sentenza.
La vicenda era iniziata nel 2011, in seguito alla denuncia del proprietario di alcuni terreni ricadenti nell'area del parco archeologico naturalistico della collina del Calvario e della Grotta dei Santi, che chiedeva l'esclusione delle sue particelle catastali dal progetto destinato, di fatto, a istituire un'area sottoposta a particolari vincoli.
A Caruso, in servizio all'Ufficio Tecnico, era stata contestata l'omissione di atti d'ufficio, per non aver risposto entro trenta giorni a una richiesta indirizzata al responsabile unico del procedimento. I legali dell'imputato hanno basato la loro linea difensiva principalmente sul fatto che il loro assistito, in realtà, non era il rup, sottolineando, in seconda battuta, che la materia era di competenza del Consiglio comunale o dell'Ufficio di Piano regolatore. Entro 90 giorni saranno rese note le motivazioni della sentenza.
21/06/2016 | 3287 letture | 0 commenti
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