Cronaca
«Malattia sul patrimonio zootecnico», in 6 a processo
Il Collegio penale rigetta il trasferimento a Messina
Il Collegio penale rigetta il trasferimento a Messina
La difesa punta sull'incompetenza territoriale del Tribunale di Modica. Il Collegio
penale (Maggiore, Manenti, Chiavegatti) in camera di consiglio, rigetta la richiesta
che tendeva a trasferire il p...
La difesa punta sull'incompetenza territoriale del Tribunale di Modica. Il Collegio
penale (Maggiore, Manenti, Chiavegatti) in camera di consiglio, rigetta la richiesta
che tendeva a trasferire il procedimento al Tribunale di Messina. Si tratta del
processo nei confronti di altrettanti allevatori per una movimentazione di bestiame
in Sicilia.
Si tratta di due modicani, S.C., 55 anni, e del figlio M.C., di 26 anni, difesi
dall'avvocato Giovanni Iemmolo, dell'ultraottantenne B.S. del figlio di quest'ultima,
L.B., di San Fratello, in provincia di Messina, difesi dall'avvocato Salvatore
Giurdanella, di G.P.T., di Nicosia, difeso dall'avvocato Mazzara Bologna, e di
G.M. di Vizzini, difeso dall'avvocato Salvatore Morana.
Sono tutti accusati di un reato gravissimo e soprattutto contestato pochissime volte negli ultimi venticinque anni: pericolo di diffusione di malattia pericolosa sul patrimonio zootecnico della nazione e della salute pubblica. I due modicani sono anche accusati di contraffazione di sostanze alimentari destinate al consumo umano. Ci sarebbero stati, secondo l'accusa sostenuta dal pubblico ministero, Gaetano Scollo, tre allevamenti, due dei quali a San Fratello, e una movimentazione di ventisei bovini. I capi di bestiame, nonostante fossero sottoposti a vincolo sanitario per la brucellosi, attraverso false attestazioni di identità sarebbero stati movimentati su Modica, Nicosia, nell'ennese, e in una zona nei pressi di Vizzini, in provincia di Catania. Indagini svolte dalle forze dell'ordine portarono a scoprire i presunti reati con il conseguente deferimento alla Procura della Repubblica di Modica dei proprietari degli allevamenti sottoposti a controllo.
Sono tutti accusati di un reato gravissimo e soprattutto contestato pochissime volte negli ultimi venticinque anni: pericolo di diffusione di malattia pericolosa sul patrimonio zootecnico della nazione e della salute pubblica. I due modicani sono anche accusati di contraffazione di sostanze alimentari destinate al consumo umano. Ci sarebbero stati, secondo l'accusa sostenuta dal pubblico ministero, Gaetano Scollo, tre allevamenti, due dei quali a San Fratello, e una movimentazione di ventisei bovini. I capi di bestiame, nonostante fossero sottoposti a vincolo sanitario per la brucellosi, attraverso false attestazioni di identità sarebbero stati movimentati su Modica, Nicosia, nell'ennese, e in una zona nei pressi di Vizzini, in provincia di Catania. Indagini svolte dalle forze dell'ordine portarono a scoprire i presunti reati con il conseguente deferimento alla Procura della Repubblica di Modica dei proprietari degli allevamenti sottoposti a controllo.
09/05/2011 | 2045 letture | 0 commenti
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