
Teatro
Rosso Malpelo
Domenica 26 agosto in piazza Umberto I, alle 21:00, sarà proiettato
«Rosso Malpelo», il film di Pasquale Scimeca tratto dalla novella di
Giovanni Verga. Si tratta di un altro interessante appuntamento dlle
«Manifestazioni Verghiane 2007», la rassegna tra teatro, musica e cinema
organizzata dall'assessorato alla Cultura della Provincia Regionale di Catania e
dal comune di Vizzini.
Proprio «Rosso Malpelo», di Pasquale Scimeca, direttore artistico delle
Verghiane 2007, ù il film vincitore del premio che ogni anno la Sezione Italiana
di Amnesty International assegna alla migliore opera sui diritti umani al Giffoni
Film Festival. Secondo Amnesty International, la discriminazione e lo sfruttamento
minorile, affrontati con lucido e pungente realismo in questo film, si rivelano
essere ancora oggi temi di straordinaria e scottante attualità, dimostrando
di non conoscere confini di spazio e di tempo.
Rosso Malpelo, adolescente condannato dalla violenza, dai pregiudizi, dalla povertà e dall'ingiustizia della società in cui vive ù, come tanti suoi coetanei al giorno d'oggi in molti angoli del mondo, un vinto senza possibilità di sottrarsi a un destino già disegnato. Ciononostante, la visione nitida e disperatamente rassegnata di una realtà negativa costituisce la forza del film che si delinea prepotentemente nel suo tragico finale. Il messaggio che ne consegue ù che ogni persona non può e non deve rimanere indifferente dinanzi alle violazioni perpetrate ai danni dei minori, ma deve concorrere ad assumersi responsabilità per garantire a ogni essere umano, e prima di tutto a ogni bambino, i diritti fondamentali. Esattamente ciò che ha fatto Scimeca insieme a staff tecnico e attori decidendo di investire tutti i proventi del film in un progetto per i bambini del Potosì (Bolivia) che vivono ancora nelle stesse condizioni di Rosso Malpelo.
La storia
In un tempo indefinito della storia, in un luogo imprecisato del pianeta terra, viveva e vive un ragazzo rosso di faccia e di capelli, tanto che tutti lo chiamano Rosso Malpelo. Rosso Malpelo ù povero, così povero che suo padre se lo porta a lavorare in miniera. Poi un giorno suo padre muore, schiacciato sotto una frana nella galleria, e Malpelo rimane solo. Ma solo sul serio. Sua madre si risposa e va a vivere in un altro paese. La sorella anche lei se ne va col suo fidanzato e la casa viene chiusa.
In miniera lavorano tanti altri bambini, ma ce n'ù uno a cui Malpelo vuole un po' di bene: Ranocchio. Ma Ranocchio, che alla miniera non ù abituato, ben presto si ammala. Malpelo, che in cuor suo non ù proprio cattivo, se lo carica sulle spalle e lo riporta in paese dalla madre, così almeno potrà morire in pace. Adesso ù completamente solo, e quando il padrone della miniera lo manda a lavorare in una galleria lontana e pericolosa, lui ci va, tanto, pensa: «io sono Malpelo, e se muoio nessuno mi cerca».
La produzione
«Rosso Malpelo» ù per un terzo finanziato con fondi della Comunità Europea (Por Sicilia) dall'Ente Parco Minerario Floristella-Grottacalda e per gli altri due terzi è finanziato dai soci della Arbash film e dai lavoratori, dai tecnici e dagli attori che hanno deciso di prestare la loro opera con paghe al minimo sindacale. Secondo i dati forniti dall'Unicef, oggi nel mondo vi sono 218 milioni di bambini che lavorano. Tra tutte le forme di sfruttamento, quello dei bambini che lavorano nelle miniere è senza dubbio il più odioso e intollerabile. Secondo l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil) vi sono più di un milione di bambini e adolescenti che lavorano in miniera. Quando lo staff ha iniziato il film, ha deciso che doveva servire a qualcosa. Tecnici, attori, comparse, tutti siamo sono stati d'accordo nel dedicare gli utili del film, tutti gli utili, sin dal primo euro, a un progetto di aiuto ai bambini che lavorano in miniera. Liberarli dal lavoro e garantirgli cibo e scuola. Ma quanti bambini e quanti soldi? Si sono dati un obiettivo minimo. Cinquecentomila euro per mille bambini.
![Pasquale Scimeca [Foto Pasquale Scimeca]](../store/malpelo_2508_3.jpg)
Rosso Malpelo, adolescente condannato dalla violenza, dai pregiudizi, dalla povertà e dall'ingiustizia della società in cui vive ù, come tanti suoi coetanei al giorno d'oggi in molti angoli del mondo, un vinto senza possibilità di sottrarsi a un destino già disegnato. Ciononostante, la visione nitida e disperatamente rassegnata di una realtà negativa costituisce la forza del film che si delinea prepotentemente nel suo tragico finale. Il messaggio che ne consegue ù che ogni persona non può e non deve rimanere indifferente dinanzi alle violazioni perpetrate ai danni dei minori, ma deve concorrere ad assumersi responsabilità per garantire a ogni essere umano, e prima di tutto a ogni bambino, i diritti fondamentali. Esattamente ciò che ha fatto Scimeca insieme a staff tecnico e attori decidendo di investire tutti i proventi del film in un progetto per i bambini del Potosì (Bolivia) che vivono ancora nelle stesse condizioni di Rosso Malpelo.
La storia
In un tempo indefinito della storia, in un luogo imprecisato del pianeta terra, viveva e vive un ragazzo rosso di faccia e di capelli, tanto che tutti lo chiamano Rosso Malpelo. Rosso Malpelo ù povero, così povero che suo padre se lo porta a lavorare in miniera. Poi un giorno suo padre muore, schiacciato sotto una frana nella galleria, e Malpelo rimane solo. Ma solo sul serio. Sua madre si risposa e va a vivere in un altro paese. La sorella anche lei se ne va col suo fidanzato e la casa viene chiusa.
In miniera lavorano tanti altri bambini, ma ce n'ù uno a cui Malpelo vuole un po' di bene: Ranocchio. Ma Ranocchio, che alla miniera non ù abituato, ben presto si ammala. Malpelo, che in cuor suo non ù proprio cattivo, se lo carica sulle spalle e lo riporta in paese dalla madre, così almeno potrà morire in pace. Adesso ù completamente solo, e quando il padrone della miniera lo manda a lavorare in una galleria lontana e pericolosa, lui ci va, tanto, pensa: «io sono Malpelo, e se muoio nessuno mi cerca».
![Rosso Malpelo [Foto Rosso Malpelo]](../store/malpelo_2508_1.jpg)
«Rosso Malpelo» ù per un terzo finanziato con fondi della Comunità Europea (Por Sicilia) dall'Ente Parco Minerario Floristella-Grottacalda e per gli altri due terzi è finanziato dai soci della Arbash film e dai lavoratori, dai tecnici e dagli attori che hanno deciso di prestare la loro opera con paghe al minimo sindacale. Secondo i dati forniti dall'Unicef, oggi nel mondo vi sono 218 milioni di bambini che lavorano. Tra tutte le forme di sfruttamento, quello dei bambini che lavorano nelle miniere è senza dubbio il più odioso e intollerabile. Secondo l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil) vi sono più di un milione di bambini e adolescenti che lavorano in miniera. Quando lo staff ha iniziato il film, ha deciso che doveva servire a qualcosa. Tecnici, attori, comparse, tutti siamo sono stati d'accordo nel dedicare gli utili del film, tutti gli utili, sin dal primo euro, a un progetto di aiuto ai bambini che lavorano in miniera. Liberarli dal lavoro e garantirgli cibo e scuola. Ma quanti bambini e quanti soldi? Si sono dati un obiettivo minimo. Cinquecentomila euro per mille bambini.
![Bambini a lavoro [Foto bambini a lavoro]](../store/malpelo_2508_2.jpg)
Quando: 26/08/2007 | Dove: Vizzini
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