Giustizia
La "scure" del ministero si abbatte sui giudici di pace
Cinque soppressioni nel Calatino, c'è anche Vizzini
Cinque soppressioni nel Calatino, c'è anche Vizzini
Nella lista dei 674 uffici del giudice di pace su 846 (il 75 per cento) soppressi
in Italia dallo schema di decreto legislativo messo a punto dal ministero della
Giustizia e ora in discussione in Pa...
Nella lista dei 674 uffici del giudice di pace su 846 (il 75 per cento) soppressi
in Italia dallo schema di decreto legislativo messo a punto dal ministero della
Giustizia e ora in discussione in Parlamento, ci sono ben 5 uffici del Calatino:
una vera e propria "strage degli innocenti" che, se confermata, determinerebbe
la chiusura degli uffici di Grammichele, Mineo, Militello, Vizzini e Niscemi e
porterebbe a uno solo (quello di Caltagirone) gli uffici del giudice di pace.
Certo, il testo dovrà ancora essere esaminato da Camera e Senato, ma non è chiaro
se e quali "margini di manovra" ci saranno per incidere su un provvedimento
così drastico. Uno "schermo" è stato però allestito dalla stessa delega
e recepito: gli enti locali che intenderanno conservare la presenza dell'ufficio
del giudice di pace inserito nell'elenco dei tagli dovranno farsi avanti e dichiarare
di essere pronti a sostenere tutte le spese di funzionamento.
Ma, coi chiari di luna attuali, non è facile per nessuno, specie per i piccoli comuni, fare una cosa del genere. A contestare la "filosofia" della riforma è il presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Caltagirone, Walter Pompeo: «Una soppressione indiscriminata renderà certamente meno efficiente il sistema. Non significa che, oggi, tutto va bene, anzi, ma che l'intervento rimodulatore deve essere prudente e attento. Quanto al Calatino, sarebbe auspicabile che i comuni interessati si attivassero per il mantenimento in vita di tutti e 5». «Se ciò non fosse possibile - prosegue l'avv. Pompeo - una soluzione più riduttiva, ma logica e condivisibile, sarebbe quella di salvare Niscemi e istituire un ufficio a Palagonia in ragione della sua ottimale collocazione logistica e geografica. Occorre che amministratori e parlamentari, oltre che l'Ordine, facciano fronte comune».
Ma, coi chiari di luna attuali, non è facile per nessuno, specie per i piccoli comuni, fare una cosa del genere. A contestare la "filosofia" della riforma è il presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Caltagirone, Walter Pompeo: «Una soppressione indiscriminata renderà certamente meno efficiente il sistema. Non significa che, oggi, tutto va bene, anzi, ma che l'intervento rimodulatore deve essere prudente e attento. Quanto al Calatino, sarebbe auspicabile che i comuni interessati si attivassero per il mantenimento in vita di tutti e 5». «Se ciò non fosse possibile - prosegue l'avv. Pompeo - una soluzione più riduttiva, ma logica e condivisibile, sarebbe quella di salvare Niscemi e istituire un ufficio a Palagonia in ragione della sua ottimale collocazione logistica e geografica. Occorre che amministratori e parlamentari, oltre che l'Ordine, facciano fronte comune».
15/01/2012 | 3171 letture | 0 commenti
di La Sicilia
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