Appelli
«Riaprite il Santuario della Madonna SS. del Pericolo»
Il rettore del Santuario della Madonna del Pericolo in Vizzini e i devoti della
città lamentano la prolungata interruzione dei lavori di restauro del suddetto
santuario, intrapresi dalla Sopr...
Il rettore del Santuario della Madonna del Pericolo in Vizzini e i devoti della
città lamentano la prolungata interruzione dei lavori di restauro del suddetto
santuario, intrapresi dalla Soprintendenza ai BB. CC. di Catania. L'infausta
conseguenza di tale vicenda è che il luogo sacro sia rimasto precluso alla
devozione dei numerosi fedeli, che ogni sabato da tempo immemorabile vi si recavano
a venerare la prodigiosa effigie della Vergine posta in una vetusta grotta annessa
alla chiesa.
Il rettore del Santuario della Madonna del Pericolo in Vizzini e i devoti della
città lamentano la prolungata interruzione dei lavori di restauro del suddetto
santuario, intrapresi dalla Soprintendenza ai BB. CC. di Catania. L'infausta
conseguenza di tale vicenda è che il luogo sacro sia rimasto precluso alla
devozione dei numerosi fedeli, che ogni sabato da tempo immemorabile vi si recavano
a venerare la prodigiosa effigie della Vergine posta in una vetusta grotta annessa
alla chiesa.
La chiusura del santuario ha comportato il forzato trasferimento del venerato dipinto
nella chiesa parrocchiale di Sant'Agata. La vicenda sembra essere ben lungi da
una favorevole conclusione. Pare infatti che l'impresa edile addiudicatrice dell'appalto
avesse dato avvio, per conto della Soprintendenza, ai lavori di restauro della
chiesa della Madonna del Pericolo in data 24 luglio 2006, mentre l'1 agosto vi fu
un improvviso crollo del tetto che fece vivere momenti di panico agli stessi operai
proprio in quel momento impegnati nei lavori, rimasti, per fortuna, "miracolosamente"
incolumi.
Mentre in seguito a tale imprevisto le somme, per quanto ci è dato sapere,
sono servite per le riparazioni del tetto suddetto, i lavori di restauro sono stati
sospesi sine die. L'interno della chiesa pare si trovi ancora puntellato
dalle impalcature, ma la forzata chusura e le perenni infiltrazioni non fanno certo
bene alla sacra grotta. La popolazione ne chiede a gran voce la riapertura anche
per non pregiudicare, come spesso è successo in casi simili, i lavori già
effettuati e, a tal proposito, il rettore sac. Giuseppe Verdemare ha inviato un
accorato ma fermo sollecito alla Soprintendenza, nello specifico all'arch. Fulvia
Caffo, dirigente di sezione.
Sembra che l'appello non abbia ancora, a tutt'oggi, avuto riscontri. Il comitato spontaneo sta già raccogliendo le firme per un ulteriore corale sollecito. La devozione al santuario, oltre ad essere antichissima, conta numerosi fedeli anche all'estero, ed è innegabile la rilevanza storica di questo luogo di culto, le cui origini rimontano certamente al periodo bizantino.
La grotta annessa alla chiesa anticamente dedicata a Sant'Elena era certamente il primo luogo di culto, difatti si intravedono tracce di antichi affreschi, ipotesi suffragata dalla prof.ssa Claudia Guastella, ordinario di Storia dell'arte Medievale dell'Università di Catania. L'antica tradizione vuole che quivi abbia celebrato messa San Gregorio Magno durante un viaggio a Costantinopoli ed abbia lasciato una reliquia della Santa Croce.
LA MADONNA DELLA GROTTA Il quadro con l'effige della Vergine nella piccola stanzetta annessa al santuario.
IL SANTUARIO L'esterno della piccola chiesetta nel quartiere Cucco.
Sembra che l'appello non abbia ancora, a tutt'oggi, avuto riscontri. Il comitato spontaneo sta già raccogliendo le firme per un ulteriore corale sollecito. La devozione al santuario, oltre ad essere antichissima, conta numerosi fedeli anche all'estero, ed è innegabile la rilevanza storica di questo luogo di culto, le cui origini rimontano certamente al periodo bizantino.
La grotta annessa alla chiesa anticamente dedicata a Sant'Elena era certamente il primo luogo di culto, difatti si intravedono tracce di antichi affreschi, ipotesi suffragata dalla prof.ssa Claudia Guastella, ordinario di Storia dell'arte Medievale dell'Università di Catania. L'antica tradizione vuole che quivi abbia celebrato messa San Gregorio Magno durante un viaggio a Costantinopoli ed abbia lasciato una reliquia della Santa Croce.
11/03/2008 | 5285 letture | 0 commenti
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