
Licodia Eubea
Carabinieri "mediatori", desistono ultimi 23 migranti
Rientrata in serata la protesta al centro per minori
Rientrata in serata la protesta al centro per minori
Una giornata di tensione, iniziata all'alba e durata 12 ore, si è conclusa con
un graduale passo indietro degli ospiti della struttura di via del Popolo. Per
il sindaco, però, l'attenzione resta alta.
La tregua, almeno nelle apparenze, é arrivata nel pomeriggio, dopo una lunga
trattativa, grazie alla paziente mediazione delle forze dell'ordine. Fino alla
tarda serata di ieri, però, i carabinieri di Licodia Eubea (supportati dai colleghi
di Caltagirone e dai vigili urbani) non si sono mossi di un passo dal centro
d'accoglienza per minori non accompagnati di via del Popolo, teatro di una protesta
non violenta iniziata all'alba.
Per i 63 migranti ospiti della struttura, le rivendicazioni sono più o meno quelle
di altri casi analoghi che si registrano un po' ovunque: la "paghetta"
giornaliera prevista tra i servizi, oltre al vestiario e al cibo non sempre all'altezza
delle aspettative. Dietro il malcontento, però, c'é probabilmente la volontà di
lasciare in fretta un luogo considerato di passaggio, per raggiungere altre mete.
Non a caso, 23 dei 63 "manifestanti" che poco dopo le 7 del mattino hanno cacciato gli operatori e occupato l'ingresso dell'edificio, di fatto erano pronti a continuare il loro viaggio, con o senza il supporto delle istituzioni italiane. I più risoluti hanno recuperato i loro pochi effetti personali e chiesto di essere trasferiti, rimanendo fuori dal centro d'accoglienza. Solo in serata, prima di cena, hanno messo da parte le loro intenzioni e si sono aggiunti agli altri 40, convinti dalla mediazione del maresciallo Sebastiano Terranova.
A tutti, adesso, continuerà a badare la cooperativa di Grammichele che, tra il malcontento generale per nulla taciuto, a inizio agosto ha avviato il progetto finanziato dal Ministero dell'Interno. Nessun episodio grave, finora, ha turbato la convivenza con la popolazione locale. Anzi, ieri alcuni licodiani hanno anche provato a difendere le ragioni dei migranti.
Clima un po' meno pacifico, invece, tra gli ospiti, ai quali il quartiere rimprovera qualche zuffa, le ore piccole e il baccano notturno. Tutto (e forse anche altro) previsto dalla raccolta firme organizzata a giugno da un comitato spontaneo e dalla successiva delibera della giunta comunale, iniziative nate dalla volontà di limitare il numero di ospiti della struttura per garantire l'integrazione.
Niente da fare, ne sono arrivati più di quelli preventivati. I grillini del meetup locale non si sono rassegnati e hanno avanzato dubbi (affidati a un comunicato ufficiale) sulla gestione della struttura e sulle effettive possibilità di fare integrazione. Il sindaco, Giovanni Verga, sottolinea che l'attenzione resta alta e ieri ha avuto l'ennesimo colloquio con la prefettura. Il primo cittadino chiede supporto e teme che a farsi carico dei controlli debba essere il Comune, già in assetto da "crisi" tra scuole con classi «pollaio» e precari pronti a un'altra protesta.
Non a caso, 23 dei 63 "manifestanti" che poco dopo le 7 del mattino hanno cacciato gli operatori e occupato l'ingresso dell'edificio, di fatto erano pronti a continuare il loro viaggio, con o senza il supporto delle istituzioni italiane. I più risoluti hanno recuperato i loro pochi effetti personali e chiesto di essere trasferiti, rimanendo fuori dal centro d'accoglienza. Solo in serata, prima di cena, hanno messo da parte le loro intenzioni e si sono aggiunti agli altri 40, convinti dalla mediazione del maresciallo Sebastiano Terranova.
A tutti, adesso, continuerà a badare la cooperativa di Grammichele che, tra il malcontento generale per nulla taciuto, a inizio agosto ha avviato il progetto finanziato dal Ministero dell'Interno. Nessun episodio grave, finora, ha turbato la convivenza con la popolazione locale. Anzi, ieri alcuni licodiani hanno anche provato a difendere le ragioni dei migranti.
Clima un po' meno pacifico, invece, tra gli ospiti, ai quali il quartiere rimprovera qualche zuffa, le ore piccole e il baccano notturno. Tutto (e forse anche altro) previsto dalla raccolta firme organizzata a giugno da un comitato spontaneo e dalla successiva delibera della giunta comunale, iniziative nate dalla volontà di limitare il numero di ospiti della struttura per garantire l'integrazione.
Niente da fare, ne sono arrivati più di quelli preventivati. I grillini del meetup locale non si sono rassegnati e hanno avanzato dubbi (affidati a un comunicato ufficiale) sulla gestione della struttura e sulle effettive possibilità di fare integrazione. Il sindaco, Giovanni Verga, sottolinea che l'attenzione resta alta e ieri ha avuto l'ennesimo colloquio con la prefettura. Il primo cittadino chiede supporto e teme che a farsi carico dei controlli debba essere il Comune, già in assetto da "crisi" tra scuole con classi «pollaio» e precari pronti a un'altra protesta.
14/09/2016 | 4833 letture | 0 commenti
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