
Licodia Eubea
La "prima volta" al fianco dei nuovi partner iblei
Gli elettori già in crisi d'identità: «Dove votiamo?»
Gli elettori già in crisi d'identità: «Dove votiamo?»
I rappresentanti dei Comuni del Libero consorzio di Ragusa si sono riuniti nell'aula
consiliare per dare il benvenuto al tredicesimo partner. All'orizzonte le elezioni
per scegliere chi guiderà il raggruppamento.
Dolci assortiti, stuzzichini salati e l'immancabile uva da tavola. Il "pranzo
di nozze" tra la ribelle Licodia Eubea e il Libero consorzio di Ragusa è un
trionfo di prodotti tipici che gli amministratori dei Comuni iblei, al termine
della prima assemblea allargata, sembrano apprezzare almeno quanto l'apertura a
nord dei confini provinciali.
Al "pranzo di nozze" tanti buoni propositi – Quella di ieri mattina,
nell'aula consiliare del palazzo municipale, era una formalità – pur ufficiale –
pensata più che altro per dare il benvenuto al tredicesimo partner di un raggruppamento
che ha fatto la corte a diverse comunità del circondario, ma è riuscito a sedurne
Un referendum e dieci voti
in Consiglio comunale
per diventare iblei
L.G.) Tremila abitanti e un'economia agricola vocata alla coltivazione dell'uva, da due settimane Licodia Eubea ha abbandonato l'affollato raggruppamento dei Comuni dell'ex provincia di Catania (al quale, invece, si sono aggiunti Gela, Piazza Armerina e Niscemi) per approdare al Libero consorzio di Ragusa.
La scelta è passata attraverso una consultazione popolare il cui risultato è stato confermato in Consiglio comunale con i 10 voti favorevoli e 2 contrari. Al referendum, su 3.594 aventi diritto (compresi gli iscritti all'Aire), hanno partecipato in 544: il 96 percento ha detto «sì».
soltanto una.
«Scelta coraggiosa» è il commento più ricorrente dei rappresentanti istituzionali per sottolineare la decisione, presa da Licodia, di abbandonare Catania e imparentarsi con Ragusa. Più che al coraggio, però, il primo cittadino, Giovanni Verga, fa riferimento a «quella che è sempre stata la nostra indole» per giustificare una decisione sponsorizzata anche dai consiglieri di maggioranza.
Dopotutto, nessuno da queste parti ha mai nascosto di sentire stretta la casacca etnea e di desiderare un'interlocuzione con l'area iblea. Ora che il matrimonio è stato celebrato, i licodiani si aspettano anzitutto più voce in capitolo. «Stiamo creando un contesto in cui dialoghiamo e ci sosteniamo a vicenda, Licodia non sarà lasciata sola», li rassicura il sindaco di Ragusa, Federico Piccitto, ricordando, con un chiaro riferimento all'Area metropolitana di Catania, che «quando i contesti sono troppo grandi, si rischia di perdersi». Ne è convinto anche Giovanni Iacono, presidente del Consiglio comunale di Ragusa, secondo cui quello etneo è «un recinto in cui c'erano molte fragilità e marginalità». Fa appello al «dovere di scrivere una storia nuova, migliore e significativa di questo territorio, invece, il presidente del Consiglio comunale di Licodia, Alessandro Astorino, nell'ultimo anno assiduo interlocutore, insieme a Verga, del consorzio di Ragusa.
Il primo banco di prova – In un clima da luna di miele, condito da qualche simpatico siparietto, gongolano un po' tutti e i complimenti, dall'una e dall'altra parte, non mancano. Quando, però, si parla di assetti politici all'interno del consorzio, la situazione si fa meno definita. I sindaci in campo per la presidenza sono 6 e Pierenzo Muraglie, primo cittadino di Ispica, ufficializza il deposito
della sua candidatura proprio durante l'assemblea. Mentre i colleghi cercano un
posto al sole, Piccitto preferisce invece il basso profilo e, a margine della
riunione, conferma la linea grillina ribadendo di non gradire, oltre alla
trasformazione delle province in consorzi, nemmeno il doppio ruolo dei sindaci
come amministratori dell'ente, alla guida del quale avrebbe preferito «soggetti
super partes».
In soccorso di chi non si è ancora schierato potrebbe arrivare la Regione, con uno slittamento delle elezioni previste a fine mese e una probabile riapertura delle candidature. Lo spera soprattutto il sindaco di Licodia, per ora inserito insieme ai suoi consiglieri nell'elenco ufficiale degli elettori per l'Area metropolitana di Catania, che già si trova alle prese con la prima crisi d'identità: «A questo punto – si chiede ironicamente Verga – noi dove dobbiamo andare a votare?».
L'APPRODO AL CONSORZIO
Un referendum e dieci voti
in Consiglio comunale
per diventare iblei
L.G.) Tremila abitanti e un'economia agricola vocata alla coltivazione dell'uva, da due settimane Licodia Eubea ha abbandonato l'affollato raggruppamento dei Comuni dell'ex provincia di Catania (al quale, invece, si sono aggiunti Gela, Piazza Armerina e Niscemi) per approdare al Libero consorzio di Ragusa.
La scelta è passata attraverso una consultazione popolare il cui risultato è stato confermato in Consiglio comunale con i 10 voti favorevoli e 2 contrari. Al referendum, su 3.594 aventi diritto (compresi gli iscritti all'Aire), hanno partecipato in 544: il 96 percento ha detto «sì».
«Scelta coraggiosa» è il commento più ricorrente dei rappresentanti istituzionali per sottolineare la decisione, presa da Licodia, di abbandonare Catania e imparentarsi con Ragusa. Più che al coraggio, però, il primo cittadino, Giovanni Verga, fa riferimento a «quella che è sempre stata la nostra indole» per giustificare una decisione sponsorizzata anche dai consiglieri di maggioranza.
Dopotutto, nessuno da queste parti ha mai nascosto di sentire stretta la casacca etnea e di desiderare un'interlocuzione con l'area iblea. Ora che il matrimonio è stato celebrato, i licodiani si aspettano anzitutto più voce in capitolo. «Stiamo creando un contesto in cui dialoghiamo e ci sosteniamo a vicenda, Licodia non sarà lasciata sola», li rassicura il sindaco di Ragusa, Federico Piccitto, ricordando, con un chiaro riferimento all'Area metropolitana di Catania, che «quando i contesti sono troppo grandi, si rischia di perdersi». Ne è convinto anche Giovanni Iacono, presidente del Consiglio comunale di Ragusa, secondo cui quello etneo è «un recinto in cui c'erano molte fragilità e marginalità». Fa appello al «dovere di scrivere una storia nuova, migliore e significativa di questo territorio, invece, il presidente del Consiglio comunale di Licodia, Alessandro Astorino, nell'ultimo anno assiduo interlocutore, insieme a Verga, del consorzio di Ragusa.
Il primo banco di prova – In un clima da luna di miele, condito da qualche simpatico siparietto, gongolano un po' tutti e i complimenti, dall'una e dall'altra parte, non mancano. Quando, però, si parla di assetti politici all'interno del consorzio, la situazione si fa meno definita. I sindaci in campo per la presidenza sono 6 e Pierenzo Muraglie, primo cittadino di Ispica, ufficializza il deposito

Per la presidenza in corsa 6 candidati: non c'è il sindaco di Ragusa, quello di Licodia alle prese con la burocrazia.

In soccorso di chi non si è ancora schierato potrebbe arrivare la Regione, con uno slittamento delle elezioni previste a fine mese e una probabile riapertura delle candidature. Lo spera soprattutto il sindaco di Licodia, per ora inserito insieme ai suoi consiglieri nell'elenco ufficiale degli elettori per l'Area metropolitana di Catania, che già si trova alle prese con la prima crisi d'identità: «A questo punto – si chiede ironicamente Verga – noi dove dobbiamo andare a votare?».
10/11/2015 | 2154 letture | 0 commenti
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