Terza pagina
Festa e tradizione o religione e fede?
La Pasqua ebraica, in origine, era una festa di famiglia che si celebrava la notte
di luna piena dell'equinozio di primavera il 14 del mese di abid o delle
spighe. Si offrivano a Dio animali giovani nati nell'anno per attirare la benedizione
di Dio sul gregge: la vittima era una agnello o un capretto maschio senza difetto
al quale non doveva essere spezzato neppure un osso. La Pasqua quindi ha origini
antichissime.
Successivamente la Pasqua ebraica diventa il ricordo della grandezza di Dio che interviene nella vita degli ebrei per liberarli dal giogo egiziano. La liberazione degli ebrei è preceduta da una serie di interventi divini, il più grande dei quali si afferma nella decima piaga inflitta da Dio agli egiziani: lo sterminio dei primogeniti egiziani e il riscatto dei primogeniti israeliti. La Pasqua diventa quindi per gli ebrei memoriale dell'esodo: Dio ha colpito l'Egitto e ha salvato i suoi fedeli dando loro la libertà e guidandoli verso la terra promessa.
Nel corso del tempo la Pasqua ebraica subisce ulteriori trasformazioni, diventando festa del tempio, quindi punto centrale del culto è il tempio, che si trasforma in meta di pellegrinaggio. Gesù prende parte alla Pasqua giudaica ma la sostituisce, portandola a compimento: istituisce l'eucaristia e descrive la sua morte come il sacrificio della Pasqua di cui egli è il nuovo agnello sacrificale. Cristo viene crocifisso il giorno di Parasceve, giorno di preparazione, vigilia del sabato, e risorge il giorno dopo il sabato, che diventa il primo giorno della settimana il «dies Domini», cioè il giorno del Signore: la domenica, che ricorda ai cristiani la resurrezione di Cristo, li unisce a Lui nell'eucaristia e li indirizza verso la Sua parusia.
Oltre la Pasqua domenicale per i cristiani c'è pure una Pasqua annuale in cui essi festeggiano la loro liberazione dal peccato e dalla morte unendosi a Gesù crocifisso e risorto per condividere con Lui la vita eterna. Questo è molto brevemente il significato della Pasqua.
Ogni città del mondo cristiano celebra la Pasqua con riti e tradizioni antiche. A Vizzini è molto sentito il culto per l'Addolorata. Il fercolo è composto dal Cristo morto e deposto tra le braccia di Maria addolorata, accanto alle due figure si trova Giovanni Evangelista, l'apostolo al quale Gesù ha affidato la madre prima di morire sulla croce.
Ogni venerdì Santo il fercolo, portato dai devoti, percorre le vie del paese. Quest'anno abbiamo assistito ad una processione vergognosa: sembrava di essere ritornati ai tempi in cui l'Addolorata veniva condotta da portatori prezzolati e ubriachi. Alcuni portatori non hanno il senso della devozione e non sembrano comprendere nemmeno il significato del sacrificio di Cristo: hanno solo il senso del protagonismo, del mettersi in prima fila ritenendo di essere importanti, almeno una volta l'anno. E così dai verdi pascoli ci siamo trasferiti ai climi caldi della spiagge dove i pescivendoli urlano per vendere la loro merce.
Che senso ha la Via Crucis, che ripercorre la Passione di Gesù, fino alla sua crocifissione e morte, se non riusciamo a meditarne i misteri e a cercare di comprendere quello che significano per la vita di ogni cristiano? Questi portatori, se credenti e fedeli, e non teatranti e istrioni di infima specie, dovrebbero prepararsi con delle catechesi adatte per essere degni di portare il Cristo deposto per le vie cittadine. Se la processione dei fedeli ha il compito di testimoniare al mondo la nostra fede (anche se personalmente ritengo ce la vera testimonianza sia nella vita quotidiana di ciascun credente), non deve essere salotto di chiacchiere e pettegolezzi: si dovrebbe sfilare nel silenzio, nel raccoglimento e nella preghiera. Meglio parlare di festa paesana, di tradizione, senza processioni, senza preghiere: nella festa tutto è possibile, anche sgranocchiare patatine seguendo l'Addolorata. È ammissibile anche allontanarsi dalla piazza quando lo spettacolo viene a noia.
Quest'anno una sorpresa: il lento trascorrere del tempo in attesa che l'Addolorata raggiungesse la piazza viene riempito da un concerto di musica sacra per archi e soprano, e da una monotona voce che "recitava" (?!) non si è capito bene che cosa: preghiere, riflessioni?
Lo spettacolo sarebbe forse stato maggiormente apprezzato in un contesto diverso, ma certamente non durante una funzione religiosa, se di questo si trattava. Di chi sarà stata questa bella idea? Come mai padre Luparello ha acconsentito la messa in scena di questa "farsa" quando da anni predica la compostezza, la serietà, la testimonianza della fede, la preghiera durante la processione del Cristo morto, attirandosi spesso l'antipatia di molto vizzinesi?
Ritengo che sia ora di decidere: festa paesana e tradizione o religione e fede? Auguro a tutti una buona Pasqua e vi porgo il saluto cristiano: «Cristo è risorto».
Successivamente la Pasqua ebraica diventa il ricordo della grandezza di Dio che interviene nella vita degli ebrei per liberarli dal giogo egiziano. La liberazione degli ebrei è preceduta da una serie di interventi divini, il più grande dei quali si afferma nella decima piaga inflitta da Dio agli egiziani: lo sterminio dei primogeniti egiziani e il riscatto dei primogeniti israeliti. La Pasqua diventa quindi per gli ebrei memoriale dell'esodo: Dio ha colpito l'Egitto e ha salvato i suoi fedeli dando loro la libertà e guidandoli verso la terra promessa.
Nel corso del tempo la Pasqua ebraica subisce ulteriori trasformazioni, diventando festa del tempio, quindi punto centrale del culto è il tempio, che si trasforma in meta di pellegrinaggio. Gesù prende parte alla Pasqua giudaica ma la sostituisce, portandola a compimento: istituisce l'eucaristia e descrive la sua morte come il sacrificio della Pasqua di cui egli è il nuovo agnello sacrificale. Cristo viene crocifisso il giorno di Parasceve, giorno di preparazione, vigilia del sabato, e risorge il giorno dopo il sabato, che diventa il primo giorno della settimana il «dies Domini», cioè il giorno del Signore: la domenica, che ricorda ai cristiani la resurrezione di Cristo, li unisce a Lui nell'eucaristia e li indirizza verso la Sua parusia.
Oltre la Pasqua domenicale per i cristiani c'è pure una Pasqua annuale in cui essi festeggiano la loro liberazione dal peccato e dalla morte unendosi a Gesù crocifisso e risorto per condividere con Lui la vita eterna. Questo è molto brevemente il significato della Pasqua.
Ogni città del mondo cristiano celebra la Pasqua con riti e tradizioni antiche. A Vizzini è molto sentito il culto per l'Addolorata. Il fercolo è composto dal Cristo morto e deposto tra le braccia di Maria addolorata, accanto alle due figure si trova Giovanni Evangelista, l'apostolo al quale Gesù ha affidato la madre prima di morire sulla croce.
Ogni venerdì Santo il fercolo, portato dai devoti, percorre le vie del paese. Quest'anno abbiamo assistito ad una processione vergognosa: sembrava di essere ritornati ai tempi in cui l'Addolorata veniva condotta da portatori prezzolati e ubriachi. Alcuni portatori non hanno il senso della devozione e non sembrano comprendere nemmeno il significato del sacrificio di Cristo: hanno solo il senso del protagonismo, del mettersi in prima fila ritenendo di essere importanti, almeno una volta l'anno. E così dai verdi pascoli ci siamo trasferiti ai climi caldi della spiagge dove i pescivendoli urlano per vendere la loro merce.
Che senso ha la Via Crucis, che ripercorre la Passione di Gesù, fino alla sua crocifissione e morte, se non riusciamo a meditarne i misteri e a cercare di comprendere quello che significano per la vita di ogni cristiano? Questi portatori, se credenti e fedeli, e non teatranti e istrioni di infima specie, dovrebbero prepararsi con delle catechesi adatte per essere degni di portare il Cristo deposto per le vie cittadine. Se la processione dei fedeli ha il compito di testimoniare al mondo la nostra fede (anche se personalmente ritengo ce la vera testimonianza sia nella vita quotidiana di ciascun credente), non deve essere salotto di chiacchiere e pettegolezzi: si dovrebbe sfilare nel silenzio, nel raccoglimento e nella preghiera. Meglio parlare di festa paesana, di tradizione, senza processioni, senza preghiere: nella festa tutto è possibile, anche sgranocchiare patatine seguendo l'Addolorata. È ammissibile anche allontanarsi dalla piazza quando lo spettacolo viene a noia.
Quest'anno una sorpresa: il lento trascorrere del tempo in attesa che l'Addolorata raggiungesse la piazza viene riempito da un concerto di musica sacra per archi e soprano, e da una monotona voce che "recitava" (?!) non si è capito bene che cosa: preghiere, riflessioni?
Lo spettacolo sarebbe forse stato maggiormente apprezzato in un contesto diverso, ma certamente non durante una funzione religiosa, se di questo si trattava. Di chi sarà stata questa bella idea? Come mai padre Luparello ha acconsentito la messa in scena di questa "farsa" quando da anni predica la compostezza, la serietà, la testimonianza della fede, la preghiera durante la processione del Cristo morto, attirandosi spesso l'antipatia di molto vizzinesi?
Ritengo che sia ora di decidere: festa paesana e tradizione o religione e fede? Auguro a tutti una buona Pasqua e vi porgo il saluto cristiano: «Cristo è risorto».
08/04/2007 | 3591 letture | 0 commenti
di Cassandra
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