Terza pagina
Destra e Sinistra poco sicilianiste
Con ormai alle porte le elezioni amministrative del 13 e 14 maggio 2007, tutti i
partiti, i movimenti e le figure politiche vizzinesi si sono dati molto da fare
per presentare al meglio l'immagine, la "luce", dei propri programmi
elettorali "illuminati", tutti aventi come unico obiettivo lo splendore
della cara, sentita dentro il sangue che scorre nelle vene o fittiziamente annunciata,
madrepatria. I nomi dei candidati: uno quasi scontato, il saggio e attuale sindaco
Vito Cortese, l'altro, come egli stesso afferma, "spuntato" dopo aver
ricevuto un invito dagli alti vertici e riconciliato le destre vizzinesi, il carismatico
ed ex-sindaco Pippo Li Volti. Entrambe, senz'altro, figure che sanno trascinare
il popolo, che sanno trasmettere le loro idee, che sanno amministrare più
o meno razionalmente e, ci mancherebbe, capaci di saper lavorare.
Ma quanto questi due volti della politica paesana tengono in considerazione e tutelano la cultura, la lingua, lo spirito e le tradizioni della popolazione di cui scelgono di curare gli interessi? Relativamente poco o niente. Da un lato abbiamo la triplice alleanza: Alleanza Nazionale, partito di chiara ispirazione conversatrice (dei valori nazionali però, non di quelli vizzinesi o siciliani), che si rifà alla destra sociale di stampo post-fascista ed alle amicizie dei "pesci grossi", il famigerato Movimento per l'autonomia dell'illustre Raffaele Lombardo, che di autonomistico ha veramente ben poco oltre il fatto di essere il piede d'appoggio della Lega Nord (partito del caro e vecchio Umberto Bossi, una persona che ha veramente a cuore l'interesse dei siciliani) nella "Terrònland" e che di sicilianista non ha proprio nulla, facendo leva su una forte propaganda che si richiama sempre, ovunque e dovunque, alla leggendaria costruzione del ponte "gonfiabile" sullo Stretto, e infine Forza Italia, il movimento politico dell'ex residente del Consiglio Silvio Berlusconi, che si rifà al liberalismo, alla figura "magica" dell'ex premier ed allo sfrenato capitalismo, cose che con le realtà vizzinesi sembrano un tantino esagerate e che con i valori siciliani sono addirittura contrastanti. Dall'altra latata abbiamo invece il miscuglio demo-mancino: formato in maggioranza dagli esponenti locali della Sinistra riformista e democratica, solitamente aperta molto più di ogni altra latata alle questioni culturali siciliane e pronta a incentivarne la propaganda e l'utile sviluppo (come pure s'è visto dal forte sostegno nell'organizzazione della conferenza culturale «Sicilia e sicilianità» del 2 dicembre 2006, promossa e creduta sino in fondo dal sottoscritto) mettendo a disposizione i propri mezzi, ma anche dalla Sinistra tradizionalista, titubante e spesso intransigente nei confronti del sicilianismo, a volte contraria e sprezzante ad ogni "manifestazione" della lingua e della cultura popolare siciliane, viste come "culle di ignoranza".
Su quale latata devono voltarsi quelli che credono nella cultura siciliana penso ci siano relativamente scarsi dubbi, però è veramente troppo poco quello che viene fatto in questa direzione da entrambi gli schieramenti, che dovrebbero aprire un pò di più le palpebre ed usare gli occhi per vedere quello che veramente siamo e non quello che non potremo mai diventare.
Ad esempio, perchè molte strade cittadine portano ancora, nel XXI secolo ed in piena repubblica democratica, nomi dai tratti colonialistici, fascisti e sabaudi, invece della tradizionale toponomastica cittadina di cui ci si ricorda a malapena la "nòmina"?
Via Vittorio Emanuele, piazza Umberto, via Roma e chissà quante altre. Non sarebbe meglio adoperare le vecchie nomenclature? Sono ancora visitabili nei ricordi non spezzati di alcuni anziani del paese luoghi che non sembrano mai esistiti come via del Collegio (strata rô Culleggiu), piazza Sant'Ippolito (chiazza Santu Ppòlitu), via della Maddalena (strata râ Maddalena), che non sono altro che gli antichi nomi popolari dei suddetti luoghi.
La bandiera siciliana, il triscèli con sfondo giallo rosso, secondo la legge regionale n. 1 del 4/1/2000, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regionale Siciliana il 7/1/2000, dovrebbe essere esposta in tutti gli edifici pubblici (comprese scuole!) affiancata dalla bandiera italiana e da quella europea delle stesse dimensioni e livello e, nelle cerimonie, deve sempre avere un ruolo di prestigio e d'evidenza rispetto alle altre due. Perchè questa legge viene spesso e costantemente ignorata? Perchè la cultura letteraria in lingua siciliana (perchè è di lingua che si tratta!) non viene incentivata? Perchè ci si rifiuta di considerarci siciliani, come realmente siamo, ed andiamo a disprezzare passivamente la nostra terra, che non è altro che il nostro ritratto?
La speranza è che il cosidetto "popolo" stavolta stia un pochino più attento sul voto da dare e che i politicanti prendano in più seria considerazione queste, come gli innumerevoli semplici diritti democratici e culturali del popolo che deve tutelare responsabilmente.
Ma quanto questi due volti della politica paesana tengono in considerazione e tutelano la cultura, la lingua, lo spirito e le tradizioni della popolazione di cui scelgono di curare gli interessi? Relativamente poco o niente. Da un lato abbiamo la triplice alleanza: Alleanza Nazionale, partito di chiara ispirazione conversatrice (dei valori nazionali però, non di quelli vizzinesi o siciliani), che si rifà alla destra sociale di stampo post-fascista ed alle amicizie dei "pesci grossi", il famigerato Movimento per l'autonomia dell'illustre Raffaele Lombardo, che di autonomistico ha veramente ben poco oltre il fatto di essere il piede d'appoggio della Lega Nord (partito del caro e vecchio Umberto Bossi, una persona che ha veramente a cuore l'interesse dei siciliani) nella "Terrònland" e che di sicilianista non ha proprio nulla, facendo leva su una forte propaganda che si richiama sempre, ovunque e dovunque, alla leggendaria costruzione del ponte "gonfiabile" sullo Stretto, e infine Forza Italia, il movimento politico dell'ex residente del Consiglio Silvio Berlusconi, che si rifà al liberalismo, alla figura "magica" dell'ex premier ed allo sfrenato capitalismo, cose che con le realtà vizzinesi sembrano un tantino esagerate e che con i valori siciliani sono addirittura contrastanti. Dall'altra latata abbiamo invece il miscuglio demo-mancino: formato in maggioranza dagli esponenti locali della Sinistra riformista e democratica, solitamente aperta molto più di ogni altra latata alle questioni culturali siciliane e pronta a incentivarne la propaganda e l'utile sviluppo (come pure s'è visto dal forte sostegno nell'organizzazione della conferenza culturale «Sicilia e sicilianità» del 2 dicembre 2006, promossa e creduta sino in fondo dal sottoscritto) mettendo a disposizione i propri mezzi, ma anche dalla Sinistra tradizionalista, titubante e spesso intransigente nei confronti del sicilianismo, a volte contraria e sprezzante ad ogni "manifestazione" della lingua e della cultura popolare siciliane, viste come "culle di ignoranza".
Su quale latata devono voltarsi quelli che credono nella cultura siciliana penso ci siano relativamente scarsi dubbi, però è veramente troppo poco quello che viene fatto in questa direzione da entrambi gli schieramenti, che dovrebbero aprire un pò di più le palpebre ed usare gli occhi per vedere quello che veramente siamo e non quello che non potremo mai diventare.
Ad esempio, perchè molte strade cittadine portano ancora, nel XXI secolo ed in piena repubblica democratica, nomi dai tratti colonialistici, fascisti e sabaudi, invece della tradizionale toponomastica cittadina di cui ci si ricorda a malapena la "nòmina"?
Via Vittorio Emanuele, piazza Umberto, via Roma e chissà quante altre. Non sarebbe meglio adoperare le vecchie nomenclature? Sono ancora visitabili nei ricordi non spezzati di alcuni anziani del paese luoghi che non sembrano mai esistiti come via del Collegio (strata rô Culleggiu), piazza Sant'Ippolito (chiazza Santu Ppòlitu), via della Maddalena (strata râ Maddalena), che non sono altro che gli antichi nomi popolari dei suddetti luoghi.
La bandiera siciliana, il triscèli con sfondo giallo rosso, secondo la legge regionale n. 1 del 4/1/2000, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regionale Siciliana il 7/1/2000, dovrebbe essere esposta in tutti gli edifici pubblici (comprese scuole!) affiancata dalla bandiera italiana e da quella europea delle stesse dimensioni e livello e, nelle cerimonie, deve sempre avere un ruolo di prestigio e d'evidenza rispetto alle altre due. Perchè questa legge viene spesso e costantemente ignorata? Perchè la cultura letteraria in lingua siciliana (perchè è di lingua che si tratta!) non viene incentivata? Perchè ci si rifiuta di considerarci siciliani, come realmente siamo, ed andiamo a disprezzare passivamente la nostra terra, che non è altro che il nostro ritratto?
La speranza è che il cosidetto "popolo" stavolta stia un pochino più attento sul voto da dare e che i politicanti prendano in più seria considerazione queste, come gli innumerevoli semplici diritti democratici e culturali del popolo che deve tutelare responsabilmente.
25/03/2007 | 3568 letture | 0 commenti
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