Terza pagina
Abusivismo edilizio
Il titolo non deve ingannare il lettore che si accinge a leggere questo articolo,
perchè non è mia intenzione parlare dell'abusivismo edilizio che
tutti conosciamo, cioè quello perpetrato da privati che, per rendere più
grande, confortevole e funzionale la propria abitazione effettuano delle opere
murarie di ristrutturazione senza rispettare le leggi sancite dal regolamento
edilizio comunale.
L'abusivismo edilizio di cui voglio parlarvi è un abusivismo meno appariscente, un abusivismo meno vistoso del "Catuoiu ca rara" della sera prima con il "Garage con saracinesca in alluminio scintillante" del giorno dopo.
Vizzini è un paesino adagiato su due colli: il Castello ed il Calvario; quindi per il suo territorio e la sua morfologia il paese offre una serie di viuzze, cortili e "cunnutti" non raggiungibili da stradine ma da scale.
Un tempo l'unico mezzo di locomozione, per chi se lo poteva permettere, era il somaro, il mulo o la cavàlla; era indispensabile nei lavori dei campi ed era il mezzo di trasporto e di locomozione più in uso, era uno di famiglia e in molti casi dormiva in casa e magari nella stessa ed unica stanza; quindi se per raggiungere l'abitazione c'erano da fare delle scale, per l'animale non era un problema.
Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, negli anni a cavallo tra il '50 ed il '60, fu proprio l'amministrazione comunale, visto l'impossibilità dei mezzi a motore di raggiungere determinati quartieri del paese, a trasformare gran parte delle scalinate, che adornavano il paesello, in stradire lastricate in basalto lavico, con pendenze mozzafiato.
Certo non tutte le scalinate furono trasformate in stradine, quindi in quelle famiglie dove il mezzo a motore: motozappa, vespa, o motoape, aveva preso il posto del somaro, oltre ad un beneficio, aveva portato con sè un problema: come fare con le scale rimaste tali? Come fare per portare il mezzo a casa?
Non potendo trasformare le scale in stradine, come aveva fatto il Comune, si costruivano sui gradini, delle rampe in muratura alla giusta distanza dell'interasse del mezzo ed il gioco era fatto, il mezzo era così, come l'animale, a casa al calduccio ed al sicuro; i lavori venivano effettuati senza chiedere nessuna autorizzazione all'ufficio tecnico, che di contro avrebbe bocciato la richiesta, ed i costi erano quasi insignificanti.
Si andò avanti così fino all'acquisto della prima autovettura che poneva un altro problema, allargare il "Catuoio ca rara" e trasformarlo in un più moderno garage con saracinesca, tale da poter alloggiare l'agognata autovettura; perpetrando così due reati di abusivismo edilizio: quello delle rampe sulle scale e quello della trasformazione dello stabile, alterando così il contesto storico del quartiere.
Le cose sono andate avanti così, ed è passato tanto di quel tempo dalla loro prima apparizione nei centri storici, che ormai, per i più giovani, quelle scale sono sempre state lì con quelle rampe, come se fossero state costruite così.
Credo che alla vista di tale scempio nei confronti di bellissime scalinate, anche alla grandissima Wanda Osiris verrebbe un altro colpo.
L'abusivismo edilizio di cui voglio parlarvi è un abusivismo meno appariscente, un abusivismo meno vistoso del "Catuoiu ca rara" della sera prima con il "Garage con saracinesca in alluminio scintillante" del giorno dopo.
Vizzini è un paesino adagiato su due colli: il Castello ed il Calvario; quindi per il suo territorio e la sua morfologia il paese offre una serie di viuzze, cortili e "cunnutti" non raggiungibili da stradine ma da scale.
Un tempo l'unico mezzo di locomozione, per chi se lo poteva permettere, era il somaro, il mulo o la cavàlla; era indispensabile nei lavori dei campi ed era il mezzo di trasporto e di locomozione più in uso, era uno di famiglia e in molti casi dormiva in casa e magari nella stessa ed unica stanza; quindi se per raggiungere l'abitazione c'erano da fare delle scale, per l'animale non era un problema.
Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, negli anni a cavallo tra il '50 ed il '60, fu proprio l'amministrazione comunale, visto l'impossibilità dei mezzi a motore di raggiungere determinati quartieri del paese, a trasformare gran parte delle scalinate, che adornavano il paesello, in stradire lastricate in basalto lavico, con pendenze mozzafiato.
Certo non tutte le scalinate furono trasformate in stradine, quindi in quelle famiglie dove il mezzo a motore: motozappa, vespa, o motoape, aveva preso il posto del somaro, oltre ad un beneficio, aveva portato con sè un problema: come fare con le scale rimaste tali? Come fare per portare il mezzo a casa?
Non potendo trasformare le scale in stradine, come aveva fatto il Comune, si costruivano sui gradini, delle rampe in muratura alla giusta distanza dell'interasse del mezzo ed il gioco era fatto, il mezzo era così, come l'animale, a casa al calduccio ed al sicuro; i lavori venivano effettuati senza chiedere nessuna autorizzazione all'ufficio tecnico, che di contro avrebbe bocciato la richiesta, ed i costi erano quasi insignificanti.
Si andò avanti così fino all'acquisto della prima autovettura che poneva un altro problema, allargare il "Catuoio ca rara" e trasformarlo in un più moderno garage con saracinesca, tale da poter alloggiare l'agognata autovettura; perpetrando così due reati di abusivismo edilizio: quello delle rampe sulle scale e quello della trasformazione dello stabile, alterando così il contesto storico del quartiere.
Le cose sono andate avanti così, ed è passato tanto di quel tempo dalla loro prima apparizione nei centri storici, che ormai, per i più giovani, quelle scale sono sempre state lì con quelle rampe, come se fossero state costruite così.
Credo che alla vista di tale scempio nei confronti di bellissime scalinate, anche alla grandissima Wanda Osiris verrebbe un altro colpo.
12/04/2005 | 3157 letture | 0 commenti
di La Civetta
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