Terza pagina
A 'nnacata da scalazza
Leggendo qua e là nel forum mi sono imbattuto su alcuni post circa le manifestazioni
del periodo pasquale e in particolare dell'addolorata e delle sue dinamiche. Non
ho potuto fare a meno quindi, ancora una volta, di rituffarmi nel passato perchè,
pur vivendo a Vizzini, tuttavia sono lustri che oramai non seguo più certe manifestazioni.
Non mi sono affatto meravigliato nell'apprendere che ancora tutt'oggi i cosiddetti «devoti» si distinguono con le loro magnifiche pittoresche esibizioni perchè ricordo che giovanissimo, erano gli anni Settanta, andai ad ammirare da vicino l'evento serale del venerdì santo che si svolgeva in piazza: 'a 'nnacata da scalazza, la lenta discesa della statua dell'Addolorata.
Mi arrampicai in cima alla scalinata per seguire passo passo il lento discendere toccante di quell'enorme vara sopportata da una moltitudine di uomini che gridavano all'unisono «Viva Maria» ogni volta che sollevavano il feretro riprendendo da una breve pausa. Ricordo che mi avvicinai con fervore ma subito rimasi colpito dal fare di quegli energumeni che tutto mi parevano tranne che dei devoti spiritualmente adepti.
Mi colpì parecchio la foga che dimostravano, pieni padroni della scena, che impedivano ulteriori aggregazioni al simulacro di eventuali altri fedeli, talvolta anche con termini di poco gusto. Restai in disparte e ammiravo quanto mi accadeva attorno. La vara rimase poggiata al suolo subito dopo l'inizio della discesa per un bel po'. Non sembrava una pausa rituale, nè fisiologica. Non riuscivo a capire. Percepivo dell'agitazione profusa ma non riuscivo a comprendere cosa stesse succedendo quando vedo sopraggiungere il parroco Patri Pinnuluni che si reca a parlottare con alcuni dei portatori. Si allontana e fa ritorno con un bidone di vino che vedo poi distribuire fra quegli energumeni. Libano in fretta e furia e subito l'atmosfera di festa riprende quota. «Viva Maria!», si sente levare un grido, e tutti in coro rispondono prontamente «Viva Maria!» riprendendo la processione.
Il resto della funzione proseguì normalmente ma ad un tratto in piazza, di fronte al Bar Busacca, ecco di nuovo i portatori che imbracciano le mani e posano nuovamente la statua. Altro summit con il parroco, visibilmente provato dalla circostanza ma con l'espressione di chi sa esattamente cosa fare, che li implora a riprendere perchè le scorte di vino erano esaurite. Ma quelli non demordono e non si scoraggiano. Dopo qualche minuto di intensa discussione col "capo-raìs" al "povero" Patri Pinnuluni non resta che pagare un giro di bicchierini al bar che avevano a portata di mano.
Rimasi impressionato da quella vicenda e ritornai a casa un po' scosso, ma avevo capito il perchè di tanto vigore in quelle "urla di devozione". Questo per completare il giro di opinioni su queste manifestazioni, ma anche per continuare il filone amarcord vizzinese.
P.s.: io ho l'impressione che sotto c'era lo zampino di pagghiavagnata.
Non mi sono affatto meravigliato nell'apprendere che ancora tutt'oggi i cosiddetti «devoti» si distinguono con le loro magnifiche pittoresche esibizioni perchè ricordo che giovanissimo, erano gli anni Settanta, andai ad ammirare da vicino l'evento serale del venerdì santo che si svolgeva in piazza: 'a 'nnacata da scalazza, la lenta discesa della statua dell'Addolorata.
Mi arrampicai in cima alla scalinata per seguire passo passo il lento discendere toccante di quell'enorme vara sopportata da una moltitudine di uomini che gridavano all'unisono «Viva Maria» ogni volta che sollevavano il feretro riprendendo da una breve pausa. Ricordo che mi avvicinai con fervore ma subito rimasi colpito dal fare di quegli energumeni che tutto mi parevano tranne che dei devoti spiritualmente adepti.
Mi colpì parecchio la foga che dimostravano, pieni padroni della scena, che impedivano ulteriori aggregazioni al simulacro di eventuali altri fedeli, talvolta anche con termini di poco gusto. Restai in disparte e ammiravo quanto mi accadeva attorno. La vara rimase poggiata al suolo subito dopo l'inizio della discesa per un bel po'. Non sembrava una pausa rituale, nè fisiologica. Non riuscivo a capire. Percepivo dell'agitazione profusa ma non riuscivo a comprendere cosa stesse succedendo quando vedo sopraggiungere il parroco Patri Pinnuluni che si reca a parlottare con alcuni dei portatori. Si allontana e fa ritorno con un bidone di vino che vedo poi distribuire fra quegli energumeni. Libano in fretta e furia e subito l'atmosfera di festa riprende quota. «Viva Maria!», si sente levare un grido, e tutti in coro rispondono prontamente «Viva Maria!» riprendendo la processione.
Il resto della funzione proseguì normalmente ma ad un tratto in piazza, di fronte al Bar Busacca, ecco di nuovo i portatori che imbracciano le mani e posano nuovamente la statua. Altro summit con il parroco, visibilmente provato dalla circostanza ma con l'espressione di chi sa esattamente cosa fare, che li implora a riprendere perchè le scorte di vino erano esaurite. Ma quelli non demordono e non si scoraggiano. Dopo qualche minuto di intensa discussione col "capo-raìs" al "povero" Patri Pinnuluni non resta che pagare un giro di bicchierini al bar che avevano a portata di mano.
Rimasi impressionato da quella vicenda e ritornai a casa un po' scosso, ma avevo capito il perchè di tanto vigore in quelle "urla di devozione". Questo per completare il giro di opinioni su queste manifestazioni, ma anche per continuare il filone amarcord vizzinese.
P.s.: io ho l'impressione che sotto c'era lo zampino di pagghiavagnata.
21/04/2010 | 4697 letture | 0 commenti
di fattimiei
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