I racconti di Doctor
Come trascorrevamo l'estate
Spesso si svolgeva una combattutissima sfida a calcio tra scapoli e ammogliati.
I giocatori ponevano tantissima volontà, solamente qualcuno aveva dei precedenti
atletici importanti, comunque nessuno possedeva più il "fiato" per
reggere dignitosamente gli interi novanta minuti di gioco.
Gli scapoli, essendo in genere più giovani e maggiormente allenati, resistevano a gran parte della partita. Non di rado era possibile assistere a gradevoli "numeri" e a mirabili azioni da parte degli ammogliati, che avendo alle loro spalle migliori esperienze tecniche, occasionalmente le tiravano fuori suscitando nel pubblico un «oh» di stupore o un «minciaaa!» di apprezzamento.
Sia gli uni che gli altri si adeguavano alla meno peggio alla partita sia nella preparazione atletica che nell'abbigliamento. Rimase memorabile l'abbigliamento di Sebastiano, fratello di un celebre parroco del paese sempre catastrofico e implacabilmente lamentoso nei dialoghi. Sebastiano entrò in campo indossando un paio di scarpe da campagna, ottime per il campo sterrato, ma pericolosissime per le caviglie degli altri giocatori. Ottenne un risultato quantomeno psicologico: indusse notevole paura negli avversari e lo si poteva leggere nei loro occhi atterriti.
Finito il divertimento dello spettacolo in campo, cominciava quello fuori campo: discorsi interminabili sul gioco delle due squadre, sulle preziose occasioni perdute o quelle condotte a termine, il tutto condito da irrefrenabili risate e salaci commenti che si protraevano per tutta la settimana.
Altra occasione di svago era il torneo estivo di calcio «Coppa Montelauro», alla quale partecipavano le squadre dei paesi che insistevano su Montelauro (Vizzini, Monterosso Almo, Chiaramonte, Francofonte, etc.). Era un torneo che per il paese che conquistava la coppa aveva un altissimo valore morale e storico nel tempo, le singole partite erano combattute allo spasimo. Vizzini partecipava al torneo con una squadra giovanile che si rifaceva nel nomea Montuori, celebre giocatore della Fiorentina, erano giovani con una grandissima passione per il calcio. La sede della società era in piazza Marconi, veniva regolarmente frequentata da giovani, quantomeno per un paio di esaltanti e accanite partite a calciobalilla o a flipper.
Tra i cosiddetti trainers della squadra mi è gradito ricordare tale Giacomino, che di mestiere faceva il muratore. Era celebre perché da trainer all'inglese raccomandava sempre ai suoi giocatori di non perdere tempo a «dribbuliare» (dribblare), ma che era più fruttuoso lanciare velocemente di prima. Altro appassionato trainer fu il signor Staita, il quale da abile giocatore a tornei di carte (tresette, scopone scientifico, etc.) alla Società operaia, credeva, poveretto, che la partita di calcio fosse del tutto simile a una partita di tresette, pertanto, da ottimo trainer alla brasiliana, era convinto che la tattica venisse prima di ogni altra cosa, il rendimento atletico era semplicemente un optional, giustamente e consapevolmente non se lo filava nessuno, né discepoli, né sportivi locali!
In questa squadra giocava anche un calciatore di Francofonte che aveva militato saltuariamente nella nostra squadra maggiore. Notoriamente costui non era un gentiluomo nei modi di fare, né era fornito di un cervello in grado di ragionare, egli era una bestia vera e propria fornita di una emozionalità gigantesca, che lo rendeva capace solamente di risposte istintive. Durante una partita giocata strenuamente, in seguito a divergenze di interpretazione con l'arbitro su un presunto fallo di gioco, si abbandonò a una rabbiosa quanto biasimevole violazione del galateo calcistico e l'esasperazione partigiana sopravanzò di gran lunga un pacato esame delle ragioni altrui. Egli si trasformò unicamente in una incontenibile bestia furiosa: insultò ripetutamente e in maniera villana l'arbitro, i vari membri della sua incolpevole famiglia e infine lo colpì al petto con un acrobatico doppio calcio volante. Fu espulso e si paventavano conseguenze punitive disastrose per la squadra locale.
L'arbitro fu rasserenato e spupazzato dai dirigenti locali, furono ripetutamente chieste le scuse per le gesta di quell'inqualificabile animale e con grande affabilità, lo stavano accompagnando in corteo verso l'automobile, i politici locali che confidavano in un fulgido avvenire del calcio a Vizzini stavano affettuosamente tutti insieme in un clima di trovata cordialità e di "compromesso storico" tentavano di imbastire un onorevole negoziato. Improvvisamente un noto scimunito locale , mi pare che fosse sacrestano in qualche chiesa, a forma di scimunito aveva ben compreso dove voleva arrivare l'arbitro: approfittare dei poveri vizzinesi; gli esclamò in faccia un sonoro «buffone!» , che lasciò tutti quanti attoniti anche perché certi che in questa maniera era stato rovinato tutto il lavoro diplomatico imbastito per salvare la società Montuori da una eventuale ed esemplare punizione. A forma di scimunito, ma come tale se lo poteva permettere, aveva capito tutto: l'arbitro stava prendendo in giro i dirigenti e i politici locali che tentavano una missione diplomatica impossibile. Tanto lui avrebbe sicuramente stilato un implacabile referto sul vergognoso episodio avvenuto in campo. La Montuori fu punita pesantemente affinchè servisse da esempio per tutti.
Caramente,
vostro doctor
Gli scapoli, essendo in genere più giovani e maggiormente allenati, resistevano a gran parte della partita. Non di rado era possibile assistere a gradevoli "numeri" e a mirabili azioni da parte degli ammogliati, che avendo alle loro spalle migliori esperienze tecniche, occasionalmente le tiravano fuori suscitando nel pubblico un «oh» di stupore o un «minciaaa!» di apprezzamento.
Sia gli uni che gli altri si adeguavano alla meno peggio alla partita sia nella preparazione atletica che nell'abbigliamento. Rimase memorabile l'abbigliamento di Sebastiano, fratello di un celebre parroco del paese sempre catastrofico e implacabilmente lamentoso nei dialoghi. Sebastiano entrò in campo indossando un paio di scarpe da campagna, ottime per il campo sterrato, ma pericolosissime per le caviglie degli altri giocatori. Ottenne un risultato quantomeno psicologico: indusse notevole paura negli avversari e lo si poteva leggere nei loro occhi atterriti.
Finito il divertimento dello spettacolo in campo, cominciava quello fuori campo: discorsi interminabili sul gioco delle due squadre, sulle preziose occasioni perdute o quelle condotte a termine, il tutto condito da irrefrenabili risate e salaci commenti che si protraevano per tutta la settimana.
Altra occasione di svago era il torneo estivo di calcio «Coppa Montelauro», alla quale partecipavano le squadre dei paesi che insistevano su Montelauro (Vizzini, Monterosso Almo, Chiaramonte, Francofonte, etc.). Era un torneo che per il paese che conquistava la coppa aveva un altissimo valore morale e storico nel tempo, le singole partite erano combattute allo spasimo. Vizzini partecipava al torneo con una squadra giovanile che si rifaceva nel nomea Montuori, celebre giocatore della Fiorentina, erano giovani con una grandissima passione per il calcio. La sede della società era in piazza Marconi, veniva regolarmente frequentata da giovani, quantomeno per un paio di esaltanti e accanite partite a calciobalilla o a flipper.
Tra i cosiddetti trainers della squadra mi è gradito ricordare tale Giacomino, che di mestiere faceva il muratore. Era celebre perché da trainer all'inglese raccomandava sempre ai suoi giocatori di non perdere tempo a «dribbuliare» (dribblare), ma che era più fruttuoso lanciare velocemente di prima. Altro appassionato trainer fu il signor Staita, il quale da abile giocatore a tornei di carte (tresette, scopone scientifico, etc.) alla Società operaia, credeva, poveretto, che la partita di calcio fosse del tutto simile a una partita di tresette, pertanto, da ottimo trainer alla brasiliana, era convinto che la tattica venisse prima di ogni altra cosa, il rendimento atletico era semplicemente un optional, giustamente e consapevolmente non se lo filava nessuno, né discepoli, né sportivi locali!
In questa squadra giocava anche un calciatore di Francofonte che aveva militato saltuariamente nella nostra squadra maggiore. Notoriamente costui non era un gentiluomo nei modi di fare, né era fornito di un cervello in grado di ragionare, egli era una bestia vera e propria fornita di una emozionalità gigantesca, che lo rendeva capace solamente di risposte istintive. Durante una partita giocata strenuamente, in seguito a divergenze di interpretazione con l'arbitro su un presunto fallo di gioco, si abbandonò a una rabbiosa quanto biasimevole violazione del galateo calcistico e l'esasperazione partigiana sopravanzò di gran lunga un pacato esame delle ragioni altrui. Egli si trasformò unicamente in una incontenibile bestia furiosa: insultò ripetutamente e in maniera villana l'arbitro, i vari membri della sua incolpevole famiglia e infine lo colpì al petto con un acrobatico doppio calcio volante. Fu espulso e si paventavano conseguenze punitive disastrose per la squadra locale.
L'arbitro fu rasserenato e spupazzato dai dirigenti locali, furono ripetutamente chieste le scuse per le gesta di quell'inqualificabile animale e con grande affabilità, lo stavano accompagnando in corteo verso l'automobile, i politici locali che confidavano in un fulgido avvenire del calcio a Vizzini stavano affettuosamente tutti insieme in un clima di trovata cordialità e di "compromesso storico" tentavano di imbastire un onorevole negoziato. Improvvisamente un noto scimunito locale , mi pare che fosse sacrestano in qualche chiesa, a forma di scimunito aveva ben compreso dove voleva arrivare l'arbitro: approfittare dei poveri vizzinesi; gli esclamò in faccia un sonoro «buffone!» , che lasciò tutti quanti attoniti anche perché certi che in questa maniera era stato rovinato tutto il lavoro diplomatico imbastito per salvare la società Montuori da una eventuale ed esemplare punizione. A forma di scimunito, ma come tale se lo poteva permettere, aveva capito tutto: l'arbitro stava prendendo in giro i dirigenti e i politici locali che tentavano una missione diplomatica impossibile. Tanto lui avrebbe sicuramente stilato un implacabile referto sul vergognoso episodio avvenuto in campo. La Montuori fu punita pesantemente affinchè servisse da esempio per tutti.
Caramente,
vostro doctor
17/09/2012 | 6953 letture | 0 commenti
di doctor
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