I racconti di Doctor
Quel terribile mal di testa
Era la cefalea ad amareggiargli la vita. Da buon medico si era documentato su tutto
l'argomento: gli antichi egizi ritenevano che fosse legata sempre a qualche entità
maligna o ai demoni, secondo Galeno invece erano dei vapori che salivano dal fegato
e arrivano alla testa causando dolore, bisogna arrivare al XVII secolo per pervenire
alla teoria vascolare che si ritiene tuttora la più valida.
Aveva cercato di capire come la poteva classificare: a grappolo, pulsante, emicrania. Cosa la scatenava o quantomeno la favoriva: lo stress, le abitudini di vita, l'ambiente, il fumo, cibi o alimenti quali cioccolata, il vino bianco o rosso, l'astinenza da caffeina, il caldo, il freddo, l'umidità, si presentava con segni premonitori (aura), aveva provato farmaci che potessero prevenire o quantomeno affievolire gli attacchi di quella terribile cefalea che lo attanagliavano.
Provava sollievo solo se riposava e stava al buio in silenzio in un ambiente privo di odori. Ogni tentativo di allontanare o attenuare le crisi fu inutile, il tutto durò per diversi anni, provò tutte le tecniche diagnostiche allora possibili, fu tempo perso fino a quando un giorno beato un villico impastato di pura cultura contadina lo osservò in piena crisi dolorosa, si rese conto delle sofferenze patite dal medico e mosso a pietà gli disse: «Dutturi, vui aviti a littra ma a spirienza mi fa diri ca chissu è friscu» - per chi non lo avesse capito traduco: «Dottore, voi avete la conoscenza scientifica, ma la mia esperienza legittimamente mi suggerisce che la causa di tante sofferenze sia il fresco che prendete in testa».
Da allora in poi il nostro medico indossò perennemente un cappello anche in casa, cappello di feltro pesante d'inverno e di tela leggera d'estate, diventò uno dei più assidui frequentatori del negozio Barbisio di Catania, dove si vendevano una gran varietà e i migliori cappelli di Catania. Ogni anno ad ogni cambio di stagione era puntualmente lì ad acquistare un nuovo cappello.
Capisco che sarà difficile farmi credere ma da allora gli attacchi non si manifestavano con la frequenza e soprattutto con l'intensità di prima. Aveva avuto maggiore successo l'esperienza atavica dell'ignorante villico anziché la triste realtà scientifica!
Caramente,
vostro doctor
Aveva cercato di capire come la poteva classificare: a grappolo, pulsante, emicrania. Cosa la scatenava o quantomeno la favoriva: lo stress, le abitudini di vita, l'ambiente, il fumo, cibi o alimenti quali cioccolata, il vino bianco o rosso, l'astinenza da caffeina, il caldo, il freddo, l'umidità, si presentava con segni premonitori (aura), aveva provato farmaci che potessero prevenire o quantomeno affievolire gli attacchi di quella terribile cefalea che lo attanagliavano.
Provava sollievo solo se riposava e stava al buio in silenzio in un ambiente privo di odori. Ogni tentativo di allontanare o attenuare le crisi fu inutile, il tutto durò per diversi anni, provò tutte le tecniche diagnostiche allora possibili, fu tempo perso fino a quando un giorno beato un villico impastato di pura cultura contadina lo osservò in piena crisi dolorosa, si rese conto delle sofferenze patite dal medico e mosso a pietà gli disse: «Dutturi, vui aviti a littra ma a spirienza mi fa diri ca chissu è friscu» - per chi non lo avesse capito traduco: «Dottore, voi avete la conoscenza scientifica, ma la mia esperienza legittimamente mi suggerisce che la causa di tante sofferenze sia il fresco che prendete in testa».
Da allora in poi il nostro medico indossò perennemente un cappello anche in casa, cappello di feltro pesante d'inverno e di tela leggera d'estate, diventò uno dei più assidui frequentatori del negozio Barbisio di Catania, dove si vendevano una gran varietà e i migliori cappelli di Catania. Ogni anno ad ogni cambio di stagione era puntualmente lì ad acquistare un nuovo cappello.
Capisco che sarà difficile farmi credere ma da allora gli attacchi non si manifestavano con la frequenza e soprattutto con l'intensità di prima. Aveva avuto maggiore successo l'esperienza atavica dell'ignorante villico anziché la triste realtà scientifica!
Caramente,
vostro doctor
28/10/2011 | 4487 letture | 0 commenti
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