I racconti di Doctor
Il nostro Cinema Paradiso
A Vizzini esistevano due cinema: il cinema Italia ed il cinema Moderno, altrimenti
detto Tappina, dal soprannome del proprietario. Per il modico prezzo di 150 lire
ti potevi godere in tribuna la visione di due film e in più, nell'intervallo tra
i due, un documentario dell'Istituto Luce ed i "prossimamente" dei film
in programmazione imminente. Due altoparlanti diffondevano nei pressi dei cinema
il sonoro del film, giusto per accattivare i passanti.
Le programmazioni erano le più varie e andavano dai film western che avevano sempre un grande successo a quelli d'amore belli e commoventi da piangere, ai film con trama leggera e gradevole con Claudio Villa e Giacomo Rondinella, ai film comici con gli inarrivabili Totò, Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi, Giacomo Furia, Nino Taranto, o in epoca successiva Rascel, e in epoca ulteriormente successiva le commedie brillanti americane con Rock Hudson o la pettoruta Jayne Mansfield o la gradevolissima "baby Doll" Carrol Baker.
Nei film classicamente esistevano i buoni ed cattivi che venivano appellati rispettivamente «picciotti» e «disgazziati», casualmente i picciotti erano belli e aitanti, sempre casualmente i disgazziati erano brutti e con un ghigno cattivo scritto 'nta facci, la maggior parte degli spettatori parteggiava per i buoni e dimostrava la propria simpatia con frasi di incoraggiamento, l'esatto opposto era riservato ai disgazziati, tutta la compartecipazione popolare pro o contro la si dimostrava a viva voce con esclamazioni stentoree, talora con urla beluine proporzionali all'educazione degli spettatori e comunque rumoreggiando sonoramente. Frequentemente si incitava il picciotto a colpire il disgazziato direttamente 'nte corna, appendice che per definizione possedevano in fronte tutti i disgazziati del mondo. A sedare le acque talora era personalmente il signor Tappina, che saliva in tribuna e ci redarguiva con un «malarucati e facchini» con voce decisa e piena di rancore. Rapidamente otteneva un temporaneo silenzio.
I cinema di Vizzini avevano ognuno almeno una caratteristica o un personaggio caratteristico, talora più di uno. Al cinema Moderno gli ultimi posti della tribuna, essendo disposti a scalinata, erano i più sollevati da terra e quindi i più vicini al soffitto, i pannelli del controsoffitto corrispondenti erano regolarmente sforacchiati dagli spettatori con la punta degli ombrelli. Grande fu la soddisfazione quando arrivarono in commercio gli ombrelli con la punta di metallo, così potevano trafiggere il soffitto con maggior facilità e maggiore soddisfazione. In realtà provavano un grande ed incredibile gusto a sforacchiare i pannelli come se avessero davanti a sè il corpo dell'odiato proprietario del cinema signor Tappina, quello che ci appellava «malarucati e facchini».
Al cinema Moderno la programmazione prevedeva anche la proiezione di film colossal di carattere storico-cristiano quali «Il Re dei Re» o «I dieci comandamenti», duravano parecchie ore durante le quali gli spettatori inevitabilmente si impersonavano o impersonavano qualche conoscente nei personaggi di maggiore rilievo. Per esempio Mosè, che rappresentava nell'immaginario collettivo una figura possente e forte, estremamente sicuro di sè, quello che nel film «I dieci comandamenti» enunciava con voce stentorea dal monte Sinai i singoli comandamenti. A ogni comandamento seguiva una pausa che aveva il compito di suscitare una meditazione. Mosè era veramente un gran personaggio e di altrettanto grande rilevanza. I cornutazzi simpaticoni, frequentatori abituali del cinema Moderno, appiopparono per dissonanza il nobile nome di Mosè al cassiere del cinema, che non era certo una figura possente, bensì era bassino di statura, dall'andatura non certo imperiosa, ma incerta e inoltre era portatore di gibbo. Sempre i cornutazzi, quando ne parlavano o lo incontravano per strada con borsa-carrello della spesa, lo etichettavano Mosè. E tale è rimasto per tutta la vita. Anche io dopo anni l'ho incontrato recentemente a Vizzini con la sua borsa-carrello della spesa e mi è venuto spontaneo esclamare meravigliato, come se rivedessi dopo tanto tempo una persona cara e di famiglia: «ma quello è Mosè!», suscitando così nelle persone non di Vizzini che erano con me il dubbio che fossi ammattito.
Altro personaggio mitico del cinema Moderno era Peppi a stramma, affettuosamente chiamato Papè, che aveva il compito di attaccare in piazza e dinanzi al cinema i manifesti dei film sia in programmazione quotidiana che imminenti, inoltre aveva il non agevole compito di mantenere l'ordine pubblico nel cinema e pertanto veniva identificato dagli spettatori come la controfigura del sempre odiato signor Tappina.
D'estate, dopo il tramonto, Papè aveva l'ulteriore ingrato compito di salire mediante una scaletta sul soffitto della biglietteria e calpestandolo in punta di piedi raggiungere ed aprire una finestra posta dietro il telone cinematografico in modo da rinnovare e rinfrescare l'aria dei locali.
Spesso erano gli spettatori medesimi a dargli l'ammucco: «Papè, a rapila 'sta finestra ca stammu accupannu di cauru!». Il povero Papè poggiava la scaletta al muro, saliva sul tetto della biglietteria e con andatura da gatto Silvestro si dirigeva ad aprire la maledetta finestra. Appena si girava verso il pubblico c'era sempre qualcuno che lo chiama a voce alta: «Papèèèèè», seguiva una sonora pernacchia che lasciava senza fiato gli altri spettatori e colpiva Papè in fronte come se fosse una pallottola sparata da una carabina ad alta precisione. Papè si girava verso di noi e con le mani ai fianchi in atteggiamento di sfida quasi a dirci «presentatevi se ne avete il coraggio e vi faccio vedere io come vi riduco a brandelli». In ciò sembrava un novello John Wayne in un classico film Western. Seguiva una gragnuola di pernacchie da tramortirlo, un pernacchione conclusivo lo finiva senza pietà.
Non sempre Papè era così scaltro da salire la scaletta per aprire la finestra nell'intervallo tra un tempo e l'altro, a luci accese, in modo che la gente era maggiormente distratta e così prestava minore attenzione a lui e a quello che stava facendo. Inoltre in quella situazione lo spettatore difficilmente sarebbe stato così sfacciato ed incosciente da farsi notare ed identificare. Tutto questo ci divertiva molto più del film. Per la cronaca non esistono più cinema a Vizzini!
Caramente,
Vostro doctor
Le programmazioni erano le più varie e andavano dai film western che avevano sempre un grande successo a quelli d'amore belli e commoventi da piangere, ai film con trama leggera e gradevole con Claudio Villa e Giacomo Rondinella, ai film comici con gli inarrivabili Totò, Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi, Giacomo Furia, Nino Taranto, o in epoca successiva Rascel, e in epoca ulteriormente successiva le commedie brillanti americane con Rock Hudson o la pettoruta Jayne Mansfield o la gradevolissima "baby Doll" Carrol Baker.
Nei film classicamente esistevano i buoni ed cattivi che venivano appellati rispettivamente «picciotti» e «disgazziati», casualmente i picciotti erano belli e aitanti, sempre casualmente i disgazziati erano brutti e con un ghigno cattivo scritto 'nta facci, la maggior parte degli spettatori parteggiava per i buoni e dimostrava la propria simpatia con frasi di incoraggiamento, l'esatto opposto era riservato ai disgazziati, tutta la compartecipazione popolare pro o contro la si dimostrava a viva voce con esclamazioni stentoree, talora con urla beluine proporzionali all'educazione degli spettatori e comunque rumoreggiando sonoramente. Frequentemente si incitava il picciotto a colpire il disgazziato direttamente 'nte corna, appendice che per definizione possedevano in fronte tutti i disgazziati del mondo. A sedare le acque talora era personalmente il signor Tappina, che saliva in tribuna e ci redarguiva con un «malarucati e facchini» con voce decisa e piena di rancore. Rapidamente otteneva un temporaneo silenzio.
I cinema di Vizzini avevano ognuno almeno una caratteristica o un personaggio caratteristico, talora più di uno. Al cinema Moderno gli ultimi posti della tribuna, essendo disposti a scalinata, erano i più sollevati da terra e quindi i più vicini al soffitto, i pannelli del controsoffitto corrispondenti erano regolarmente sforacchiati dagli spettatori con la punta degli ombrelli. Grande fu la soddisfazione quando arrivarono in commercio gli ombrelli con la punta di metallo, così potevano trafiggere il soffitto con maggior facilità e maggiore soddisfazione. In realtà provavano un grande ed incredibile gusto a sforacchiare i pannelli come se avessero davanti a sè il corpo dell'odiato proprietario del cinema signor Tappina, quello che ci appellava «malarucati e facchini».
Al cinema Moderno la programmazione prevedeva anche la proiezione di film colossal di carattere storico-cristiano quali «Il Re dei Re» o «I dieci comandamenti», duravano parecchie ore durante le quali gli spettatori inevitabilmente si impersonavano o impersonavano qualche conoscente nei personaggi di maggiore rilievo. Per esempio Mosè, che rappresentava nell'immaginario collettivo una figura possente e forte, estremamente sicuro di sè, quello che nel film «I dieci comandamenti» enunciava con voce stentorea dal monte Sinai i singoli comandamenti. A ogni comandamento seguiva una pausa che aveva il compito di suscitare una meditazione. Mosè era veramente un gran personaggio e di altrettanto grande rilevanza. I cornutazzi simpaticoni, frequentatori abituali del cinema Moderno, appiopparono per dissonanza il nobile nome di Mosè al cassiere del cinema, che non era certo una figura possente, bensì era bassino di statura, dall'andatura non certo imperiosa, ma incerta e inoltre era portatore di gibbo. Sempre i cornutazzi, quando ne parlavano o lo incontravano per strada con borsa-carrello della spesa, lo etichettavano Mosè. E tale è rimasto per tutta la vita. Anche io dopo anni l'ho incontrato recentemente a Vizzini con la sua borsa-carrello della spesa e mi è venuto spontaneo esclamare meravigliato, come se rivedessi dopo tanto tempo una persona cara e di famiglia: «ma quello è Mosè!», suscitando così nelle persone non di Vizzini che erano con me il dubbio che fossi ammattito.
Altro personaggio mitico del cinema Moderno era Peppi a stramma, affettuosamente chiamato Papè, che aveva il compito di attaccare in piazza e dinanzi al cinema i manifesti dei film sia in programmazione quotidiana che imminenti, inoltre aveva il non agevole compito di mantenere l'ordine pubblico nel cinema e pertanto veniva identificato dagli spettatori come la controfigura del sempre odiato signor Tappina.
D'estate, dopo il tramonto, Papè aveva l'ulteriore ingrato compito di salire mediante una scaletta sul soffitto della biglietteria e calpestandolo in punta di piedi raggiungere ed aprire una finestra posta dietro il telone cinematografico in modo da rinnovare e rinfrescare l'aria dei locali.
Spesso erano gli spettatori medesimi a dargli l'ammucco: «Papè, a rapila 'sta finestra ca stammu accupannu di cauru!». Il povero Papè poggiava la scaletta al muro, saliva sul tetto della biglietteria e con andatura da gatto Silvestro si dirigeva ad aprire la maledetta finestra. Appena si girava verso il pubblico c'era sempre qualcuno che lo chiama a voce alta: «Papèèèèè», seguiva una sonora pernacchia che lasciava senza fiato gli altri spettatori e colpiva Papè in fronte come se fosse una pallottola sparata da una carabina ad alta precisione. Papè si girava verso di noi e con le mani ai fianchi in atteggiamento di sfida quasi a dirci «presentatevi se ne avete il coraggio e vi faccio vedere io come vi riduco a brandelli». In ciò sembrava un novello John Wayne in un classico film Western. Seguiva una gragnuola di pernacchie da tramortirlo, un pernacchione conclusivo lo finiva senza pietà.
Non sempre Papè era così scaltro da salire la scaletta per aprire la finestra nell'intervallo tra un tempo e l'altro, a luci accese, in modo che la gente era maggiormente distratta e così prestava minore attenzione a lui e a quello che stava facendo. Inoltre in quella situazione lo spettatore difficilmente sarebbe stato così sfacciato ed incosciente da farsi notare ed identificare. Tutto questo ci divertiva molto più del film. Per la cronaca non esistono più cinema a Vizzini!
Caramente,
Vostro doctor
16/11/2009 | 5599 letture | 0 commenti
di doctor
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