I racconti di Doctor
La «Montelauro Cinematografica»
Quanti di voi sanno che a Vizzini è esistita, nei favolosi anni sessanta,
una casa di produzione cinematografica? Erano gli anni del post «Mastro don
Gesualdo» televisivo girato in gran parte a Vizzini con l'abile regia di
Giacomo Vaccari, il quale si era innamorato del paese ed aveva avuto modo di
conoscere ed apprezzare diversi talenti vizzinesi.
Dietro il suo costante incoraggiamento ed i suoi preziosi consigli un manipolo di giovani volenterosi diede vita alla creazione di una società casa cinematografica che avrebbe dovuto produrre documentari e films. Per la parte economico-finanziaria fu costituita una società per azioni presso lo studio del notaio Falcone. I soci erano circa 40, compresi i non vizzinesi. Tra i soci vizzinesi c'erano: Padre Peppino Cosentino, il dott. Pietro Garofalo, il dott. Vincenzo Di Blasi, il dott. Peppino Lauria, tanto per citarne alcuni. Per la parte operativa se ne occupava un gruppo di giovani innamorati del cinema come difficilmente se ne trovano. Tra questi giovani c'erano - udite udite -: Alfredo Mazzone, Carmelo Interlandi, Vicinzino - detto Enzo - Lo Bianco, Padre Giuseppe Cannizzo con il compito di fonico e addetto al montaggio.
La produzione riguardò nella fase iniziale soprattutto la produzione di documentari sui luoghi verghiani e sulle opere varghiane con la partecipazione, spesso solo affettuosa, di Lydia Alfonsi. Giacomo Vaccari era entusiasta della bravura e dell'impegno di questi giovani talenti, tanto che nell'ambiente romano li presentava scherzosamente come "fratelli Lumière".
La produzione dei documentari andò benissimo e furono apprezzati in tutta Italia, le cose cominciarono ad andare male allorchè tentarono il salto di qualità e decisero di produrre un film dal titolo «Quando la carne urla». Alcune scene del film furono girate nella cava di tufo esistente lungo lo stradale Lentini-Catania, dopo il bivio Gigliotto. I ricavi non furono quelli sperati, nel frattempo Giacomo Vaccari, che sempre aveva infuso coraggio ed entusiasmo, era morto in seguito ad incidente stradale, insomma la società si trovò in difficoltà economica e da buoni vizzinesi di allora anzichè cercare altri finanziatori i soci preferirono vendere le attrezzature e rientrare in gran fretta dai debiti. L'onore fu salvo, ma l'eroica esperienza fu chiusa con amarezza!
Caramente,
vostro doctor
Dietro il suo costante incoraggiamento ed i suoi preziosi consigli un manipolo di giovani volenterosi diede vita alla creazione di una società casa cinematografica che avrebbe dovuto produrre documentari e films. Per la parte economico-finanziaria fu costituita una società per azioni presso lo studio del notaio Falcone. I soci erano circa 40, compresi i non vizzinesi. Tra i soci vizzinesi c'erano: Padre Peppino Cosentino, il dott. Pietro Garofalo, il dott. Vincenzo Di Blasi, il dott. Peppino Lauria, tanto per citarne alcuni. Per la parte operativa se ne occupava un gruppo di giovani innamorati del cinema come difficilmente se ne trovano. Tra questi giovani c'erano - udite udite -: Alfredo Mazzone, Carmelo Interlandi, Vicinzino - detto Enzo - Lo Bianco, Padre Giuseppe Cannizzo con il compito di fonico e addetto al montaggio.
La produzione riguardò nella fase iniziale soprattutto la produzione di documentari sui luoghi verghiani e sulle opere varghiane con la partecipazione, spesso solo affettuosa, di Lydia Alfonsi. Giacomo Vaccari era entusiasta della bravura e dell'impegno di questi giovani talenti, tanto che nell'ambiente romano li presentava scherzosamente come "fratelli Lumière".
La produzione dei documentari andò benissimo e furono apprezzati in tutta Italia, le cose cominciarono ad andare male allorchè tentarono il salto di qualità e decisero di produrre un film dal titolo «Quando la carne urla». Alcune scene del film furono girate nella cava di tufo esistente lungo lo stradale Lentini-Catania, dopo il bivio Gigliotto. I ricavi non furono quelli sperati, nel frattempo Giacomo Vaccari, che sempre aveva infuso coraggio ed entusiasmo, era morto in seguito ad incidente stradale, insomma la società si trovò in difficoltà economica e da buoni vizzinesi di allora anzichè cercare altri finanziatori i soci preferirono vendere le attrezzature e rientrare in gran fretta dai debiti. L'onore fu salvo, ma l'eroica esperienza fu chiusa con amarezza!
Caramente,
vostro doctor
18/06/2007 | 6230 letture | 0 commenti
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