Terza pagina
E vissero tutti felici e... scontenti
Cari lettori, la politica non vive solo di ideali, ma soprattutto di compromessi.
La storia che sto per raccontarvi ha inizio parecchi anni fa, perchè più
di una volta l'attuale sindaco Cortese si è presentato alle elezioni. Ricordo
che dieci anni fa si provocò una rottura della sinistra quando i Ds presero
accordi con il Partito Popolare per candidare come sindaco il dott. Fossi (oggi
nella lista del centrodestra). Qualche benpensante di sinistra si distaccò
dal partito per appoggiare e sostenere la candidatura di Cortese e, come sempre
accade, tra i due litiganti il terzo gode: venne eletto Pippo Li Volti, già
sindaco uscente.
Cinque anni fa il dott. Cortese si ripresenta alle elezioni con il sostegno delle forze di centrosinistra e dei benpensanti di cui sopra e finalmente viene eletto sindaco; ma come spesso accade nei matrimoni, passato il periodo di entusiasmo e di passione, una parte di coloro che lo avevano sostenuto (in verità non sono forze poi così numerose e preponderanti) inizia a sentirsi delusa ed esclusa dalla vita politica attiva. Inevitabile la rottura.
L'apparente riconciliazione avviene in occasione delle elezioni regionali: alcuni di questi "monelli", staccandosi dalle forze oppositrici, si avvicinano nuovamente a Cortese, ma passato il periodo di tregua, il distacco sembra definitivo. In vista delle attuali elezioni i "monelli" tornano alla carica contro Cortese, che viene accusato di essere nazionalsocialista, di non rendere conto a loro (che lo avevano sostenuto nelle precedenti elezioni) delle scelte amministrative e politiche fatte, non condividono nemmeno la scelta degli assessori, minacciano di presentare una lista di opposizione a Cortese ma nello stesso tempo gli chiedono un incontro per trovare un accordo.
Questo tira e molla dura per un paio di mesi e con l'aiuto di un Santo, che non ritengo poi tanto disinteressato, finalmente le due forze si incontrano. Le richieste dei "monelli" sono ben poche: quattro consiglieri, due assessori e il vicesindaco. Naturalmente le richieste vengono considerate eccessive da parte di Cortese che si rifiuta di prenderle in considerazione. Alla fine l'accordo, sempre con l'aiuto di un Santo protettore, viene raggiunto: due dei contestatori vengono inseriti nella lista. E gli altri? Si accontenteranno i due di essere semplicemente consiglieri o pretenderanno di più dopo le elezioni? Viene messo un paletto: per ottenere un assessorato dovranno raggiungere i quattrocento voti. Riusciranno i nostri eroi nell'impresa?
Ma se Cartagine piange, Roma certamente non ride. Nemmeno il centrodestra è rimasto immune dai giochi di potere dei benpensanti di cui sopra: di fronte all'atteggiamento impassibile e indifferente del sindaco Cortese, avevano alzato l'ingegno proponendo alla destra la formazione di una lista civica. È vero che i contestatori non appartengono, almeno non tutti, a nessun partito politico ma sono notoriamente di sinistra. Si era quasi arrivati ad un accordo, quando la persona designata a sindaco, intuendo le intenzioni della Destra e dei "monelli", rifiuta di essere strumentalizzata e ritira la sua candidatura.
Lasciata da sola, la Destra decide di riunirsi, in quanto ha compreso che le divisioni non portano alla vittoria. I dissidi che cinque anni fa sembravano insanabili, l'impossibilità del dialogo tra loro, sembrano improvvisamente appianabili e appianati. La lista prende un nome originale: «Diamo un sorriso alla città». Mi ricorda tanto un film di Verdone che recandosi al cimitero legge questa epigrafe su una tomba: «Regalami un sorriso, tu che passi». In realtà c'è poco da sorridere e tanto meno da ridere. Chi non opera non si espone a critiche, chi opera viene giudicato in bene o in male secondo i punti di vista, chi opera male, soprattutto quando si occupa della collettività, trascina nel baratro non solo se stesso ma tutti gli altri.
Nessuna nuova proposta, ma sempre la stessa presunzione e arroganza, nessun volto nuovo, nessuna nuova idea: sempre le stesse minacce, idee di rivalsa, idee di vendetta. Quando la smetteranno una buona volta di occuparsi dei loro affari personali, e impareranno a capire che la gente è stanca di beghe, imbrogli, sotterfugi? Quando la smetteranno tutti di offendere l'intelligenza e la dignità delle persone? Vizzini non ha bisogno di sorrisi ma di fatti concreti.
Cinque anni fa il dott. Cortese si ripresenta alle elezioni con il sostegno delle forze di centrosinistra e dei benpensanti di cui sopra e finalmente viene eletto sindaco; ma come spesso accade nei matrimoni, passato il periodo di entusiasmo e di passione, una parte di coloro che lo avevano sostenuto (in verità non sono forze poi così numerose e preponderanti) inizia a sentirsi delusa ed esclusa dalla vita politica attiva. Inevitabile la rottura.
L'apparente riconciliazione avviene in occasione delle elezioni regionali: alcuni di questi "monelli", staccandosi dalle forze oppositrici, si avvicinano nuovamente a Cortese, ma passato il periodo di tregua, il distacco sembra definitivo. In vista delle attuali elezioni i "monelli" tornano alla carica contro Cortese, che viene accusato di essere nazionalsocialista, di non rendere conto a loro (che lo avevano sostenuto nelle precedenti elezioni) delle scelte amministrative e politiche fatte, non condividono nemmeno la scelta degli assessori, minacciano di presentare una lista di opposizione a Cortese ma nello stesso tempo gli chiedono un incontro per trovare un accordo.
Questo tira e molla dura per un paio di mesi e con l'aiuto di un Santo, che non ritengo poi tanto disinteressato, finalmente le due forze si incontrano. Le richieste dei "monelli" sono ben poche: quattro consiglieri, due assessori e il vicesindaco. Naturalmente le richieste vengono considerate eccessive da parte di Cortese che si rifiuta di prenderle in considerazione. Alla fine l'accordo, sempre con l'aiuto di un Santo protettore, viene raggiunto: due dei contestatori vengono inseriti nella lista. E gli altri? Si accontenteranno i due di essere semplicemente consiglieri o pretenderanno di più dopo le elezioni? Viene messo un paletto: per ottenere un assessorato dovranno raggiungere i quattrocento voti. Riusciranno i nostri eroi nell'impresa?
Ma se Cartagine piange, Roma certamente non ride. Nemmeno il centrodestra è rimasto immune dai giochi di potere dei benpensanti di cui sopra: di fronte all'atteggiamento impassibile e indifferente del sindaco Cortese, avevano alzato l'ingegno proponendo alla destra la formazione di una lista civica. È vero che i contestatori non appartengono, almeno non tutti, a nessun partito politico ma sono notoriamente di sinistra. Si era quasi arrivati ad un accordo, quando la persona designata a sindaco, intuendo le intenzioni della Destra e dei "monelli", rifiuta di essere strumentalizzata e ritira la sua candidatura.
Lasciata da sola, la Destra decide di riunirsi, in quanto ha compreso che le divisioni non portano alla vittoria. I dissidi che cinque anni fa sembravano insanabili, l'impossibilità del dialogo tra loro, sembrano improvvisamente appianabili e appianati. La lista prende un nome originale: «Diamo un sorriso alla città». Mi ricorda tanto un film di Verdone che recandosi al cimitero legge questa epigrafe su una tomba: «Regalami un sorriso, tu che passi». In realtà c'è poco da sorridere e tanto meno da ridere. Chi non opera non si espone a critiche, chi opera viene giudicato in bene o in male secondo i punti di vista, chi opera male, soprattutto quando si occupa della collettività, trascina nel baratro non solo se stesso ma tutti gli altri.
Nessuna nuova proposta, ma sempre la stessa presunzione e arroganza, nessun volto nuovo, nessuna nuova idea: sempre le stesse minacce, idee di rivalsa, idee di vendetta. Quando la smetteranno una buona volta di occuparsi dei loro affari personali, e impareranno a capire che la gente è stanca di beghe, imbrogli, sotterfugi? Quando la smetteranno tutti di offendere l'intelligenza e la dignità delle persone? Vizzini non ha bisogno di sorrisi ma di fatti concreti.
07/05/2007 | 3739 letture | 0 commenti
di Cassandra
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