Terza pagina
Il rifiuto della società civile
Nessuno, in casa propria, si sogna di svuotare per terra, in un angolo del soggiorno
o della cucina, il piatto con i resti del pranzo. Nessuno crea mucchietti di rifiuti
in casa. Tutti (o quasi) si sentono però in diritto di sporcare indiscriminatamente
e più o meno deliberatamente non appena varcano la soglia della propria abitazione.
Una sorta di rifiuto delle regole del vivere civile che coinvolge, guarda caso,
proprio i rifiuti. A Vizzini le difficoltà di eseguire in maniera civile
la consuetudine del deposito del pattume si manifestano in maniera palese.
La scelta - Sembra quasi che ci sia un'irresistibile attrazione tra chi deve buttar via la spazzatura e quei contenitori sempre pieni oltre l'orlo. Una misteriosa legge di Murphy che spinge chi deve disfarsi dei rifiuti a scegliere sempre (volontariamente o involontariamente) il punto di raccolta più pieno. Sarà forse perchè troppi cittadini sono affezionati allo stesso bidone, o forse per la dislocazione poco strategica dei contenitori. Resta il fatto che la spazzatura tende sempre ad accumularsi negli stessi posti, con buona pace di chi si domanda «ma perchè questo bidone è sempre pieno?».
Per contro, altri punti di raccolta sono quasi sempre semivuoti, "discriminati" da chi sarebbe costretto a fare 100 metri in più per trovare il contenitore vuoto al posto di quello già stracolmo. Troppa fatica, «meglio un bidone pieno oggi che una città più pulita domani».
Il gesto - C'è chi arriva col sacchetto della spazzatura in bella mostra sul cofano o sul tetto dell'automobile, chi invece con più discrezione lo conserva nel portabagagli. La "fase 1" prevede solitamente una sosta dell'automezzo nelle immediate vicinanze del contenitore per la raccolta dei rifiuti. Ma chi non vuol perdere tempo a scendere dalla propria vettura si spinge oltre, di solito accostando a pochi centimetri dall'obiettivo, poco importa se tale manovra porta all'occupazione di mezza carreggiata, con tutte le conseguenze del caso. Nella "fase 2" basta soltanto sporgere il braccio col sacchetto, ed il gioco è fatto. C'è addirittura chi si spinge oltre e, forte di una mira e di una coordinazione ormai lontane parenti di quelle di una volta, semplicemente rallentando l'andatura, con una mano sul volante e l'altra sporgente dal finestrino, compie il lancio con l'auto in movimento per centrare il contenitore. Nella maggior parte dei casi il sacchetto della spazzatura difficilmente finirà "a canestro", vuoi perchè i punti di raccolta sono già stracolmi, vuoi perchè la mira è un optional. Ed allora ecco che il contorno si va ad "arricchire" di un altro sacchetto, che presto diventerà preda di cani e gatti randagi pronti a ridurlo in brandelli per banchettare con tutto ciò che di commestibile contiene. L'automobilista, incurante di tutto ciò, prosegue dritto, riflettendo magari su cosa possa essere andato storto in quel lancio che sembrava così perfetto.
Le conseguenze - Estetica ed igiene sono le due note dolenti, diretta conseguenza dei contenitori pieni oltre ogni limite. Se infatti non è certo uno spettacolo gradevole osservare la montagnetta di rifiuti in questo o quell'altro angolo del paese, non meno piacevoli sono gli odori sprigionati dal pattume in rapida decomposizione. Per non parlare poi del fine settimana, quando l'accumulo di immondizia riguarda ben due giorni di maleodoranti rifiuti.
I contenitori andrebbero tenuti chiusi, per evitare di emanare appunto il cattivo odore, ed allo stesso tempo impedire a cani e gatti randagi di nutrirsi dei resti di cibo. Invece a Vizzini i coperchi restano sempre rigorosamente aperti, perchè è troppo faticoso compiere ogni volta il gesto di apertura e chiusura. E se per caso qualcuno trova il cassonetto chiuso, spesso abbandona il sacchetto per terra, quasi infastidito.
La differenziata - Distinguere la plastica dal vetro? Separare la carta dal resto dei rifiuti? Un'impresa titanica per chi già con fatica mette tutto dentro lo stesso sacco, incurante del fatto che oltre la metà di ciò che buttiamo può avere una "seconda vita", ed il resto (ad esempio gli umidi) può essere smaltito in maniera sicuramente più intelligente. A Vizzini la raccolta differenziata è ancora una chimera. Troppo esiguo il numero di persone che compie lo sforzo di separare i rifiuti. E, soprattutto, troppo grande quello dei cittadini che liquidano la questione con un «va beh, tanto è lo stesso...». Si, lo stesso, come gli stessi sono i cittadini che si lamentano ed inscenano proteste e disperazione per le bollette del servizio di raccolta troppo alte. Tali bollette, per chi non lo sapesse, sono direttamente proporzionali alle tonnellate di rifiuti non riciclati che mandiamo al macero. Quindi se il cittadino manda in discarica anche la plastica, il vetro e la carta, si rassegni a pagare bollette più alte per questo "sfizio".
Gli alberi di Natale - Pendono dai balconi come palle dagli alberi di Natale. In attesa che l'operatore ecologico di turno passi a raccoglierli. Sono i sacchetti dei rifiuti di chi, per un motivo o un altro, non li porta nei cassonetti ma li abbandona appesi ad un filo che pende dal balcone o dalla finestra, ad altezza d'uomo, per permettere a chi di dovere di ritirarli. Passi per gli anziani che non possono uscire da casa (anche per loro, comunque, nel ventunesimo secolo non dovrebbe essere così difficile trovare una soluzione), ma per gli altri?
Chi invece non addobba l'albero, ripone direttamente il sacchetto della spazzatura davanti alla propria abitazione. Bontà loro.
I fratelli minori - I cestini dislocati in paese per raccogliere carte, mozziconi di sigaretta e quant'altro necessita di un contenitore per i rifiuti, non godono di miglior sorte rispetto ai "fratelli più grandi", ovvero i cassonetti. Lo scorso anno a Vizzini furono installati, nel corso di un'opera di miglioramento dell'arredo urbano, una serie di cestini, gradevoli anche dal punto di vista estetico poichè scelti per integrarsi in maniera coerente nei punti di collocazione. Purtroppo alcuni hanno subito un triste destino, danneggiati e divelti da chi non ha nulla di meglio da fare che andare a prendere a calci i contenitori dei rifiuti. Quelli invece rimasti integri vengono spesso utilizzati al posto dei cassonetti per il deposito della spazzatura, dimenticando che basta un sacchetto per saturare il cestino.
Viene da chiedersi quale sia il motivo per il quale così tanti cittadini
non riescono a seguire poche ed elementari regole per depositare i rifiuti in
maniera corretta ed attuare di conseguenza uno smaltimento più proficuo.
Cosa spinge ad abbandonare furtivamente per strada il frigorifero vecchio o la lavatrice,
quando esiste un apposito servizio gratuito (con tanto di numero verde) che si occupa
di venire a ritirare i rifiuti ingombranti fin sotto casa?
Perchè ogni mercoledì è necessario impiegare un esercito di
operatori ecologici per raccogliere scatole e sacchetti abbandonati in viale
Margherita dai venditori ambulanti del mercato settimanale? È così difficile
per loro lasciare pulito un luogo che hanno trovato pulito al loro arrivo? Per
quale motivo molti non resistono alla tentazione, specie in estate, di trasgredire
gli orari di deposito dei rifiuti? Cosa hanno i cittadini di Vizzini di tanto
diverso da chi riesce a depositare i rifiuti in maniera civile? Mai stati all'estero,
o in qualche paese del nord Italia, dove le strade vengono mantenute pulite ed
i cassonetti vengono impiegati correttamente?
Fare un passo avanti senza compierne due indietro non sembra poi così difficile, eppure c'è sempre molta gente che si ostina a complicare le cose semplici. In un paese che punta sul turismo, che vuol farsi conoscere, che vuole mostrarsi, la spazzatura abbandonata per strada è un controsenso, una brutta caduta di stile e civiltà. Si tratta solamente di accettare di vivere in maniera civile anche fuori dalle mura di casa propria. Troppo faticoso?
La scelta - Sembra quasi che ci sia un'irresistibile attrazione tra chi deve buttar via la spazzatura e quei contenitori sempre pieni oltre l'orlo. Una misteriosa legge di Murphy che spinge chi deve disfarsi dei rifiuti a scegliere sempre (volontariamente o involontariamente) il punto di raccolta più pieno. Sarà forse perchè troppi cittadini sono affezionati allo stesso bidone, o forse per la dislocazione poco strategica dei contenitori. Resta il fatto che la spazzatura tende sempre ad accumularsi negli stessi posti, con buona pace di chi si domanda «ma perchè questo bidone è sempre pieno?».
Per contro, altri punti di raccolta sono quasi sempre semivuoti, "discriminati" da chi sarebbe costretto a fare 100 metri in più per trovare il contenitore vuoto al posto di quello già stracolmo. Troppa fatica, «meglio un bidone pieno oggi che una città più pulita domani».
Il gesto - C'è chi arriva col sacchetto della spazzatura in bella mostra sul cofano o sul tetto dell'automobile, chi invece con più discrezione lo conserva nel portabagagli. La "fase 1" prevede solitamente una sosta dell'automezzo nelle immediate vicinanze del contenitore per la raccolta dei rifiuti. Ma chi non vuol perdere tempo a scendere dalla propria vettura si spinge oltre, di solito accostando a pochi centimetri dall'obiettivo, poco importa se tale manovra porta all'occupazione di mezza carreggiata, con tutte le conseguenze del caso. Nella "fase 2" basta soltanto sporgere il braccio col sacchetto, ed il gioco è fatto. C'è addirittura chi si spinge oltre e, forte di una mira e di una coordinazione ormai lontane parenti di quelle di una volta, semplicemente rallentando l'andatura, con una mano sul volante e l'altra sporgente dal finestrino, compie il lancio con l'auto in movimento per centrare il contenitore. Nella maggior parte dei casi il sacchetto della spazzatura difficilmente finirà "a canestro", vuoi perchè i punti di raccolta sono già stracolmi, vuoi perchè la mira è un optional. Ed allora ecco che il contorno si va ad "arricchire" di un altro sacchetto, che presto diventerà preda di cani e gatti randagi pronti a ridurlo in brandelli per banchettare con tutto ciò che di commestibile contiene. L'automobilista, incurante di tutto ciò, prosegue dritto, riflettendo magari su cosa possa essere andato storto in quel lancio che sembrava così perfetto.
Le conseguenze - Estetica ed igiene sono le due note dolenti, diretta conseguenza dei contenitori pieni oltre ogni limite. Se infatti non è certo uno spettacolo gradevole osservare la montagnetta di rifiuti in questo o quell'altro angolo del paese, non meno piacevoli sono gli odori sprigionati dal pattume in rapida decomposizione. Per non parlare poi del fine settimana, quando l'accumulo di immondizia riguarda ben due giorni di maleodoranti rifiuti.
I contenitori andrebbero tenuti chiusi, per evitare di emanare appunto il cattivo odore, ed allo stesso tempo impedire a cani e gatti randagi di nutrirsi dei resti di cibo. Invece a Vizzini i coperchi restano sempre rigorosamente aperti, perchè è troppo faticoso compiere ogni volta il gesto di apertura e chiusura. E se per caso qualcuno trova il cassonetto chiuso, spesso abbandona il sacchetto per terra, quasi infastidito.
La differenziata - Distinguere la plastica dal vetro? Separare la carta dal resto dei rifiuti? Un'impresa titanica per chi già con fatica mette tutto dentro lo stesso sacco, incurante del fatto che oltre la metà di ciò che buttiamo può avere una "seconda vita", ed il resto (ad esempio gli umidi) può essere smaltito in maniera sicuramente più intelligente. A Vizzini la raccolta differenziata è ancora una chimera. Troppo esiguo il numero di persone che compie lo sforzo di separare i rifiuti. E, soprattutto, troppo grande quello dei cittadini che liquidano la questione con un «va beh, tanto è lo stesso...». Si, lo stesso, come gli stessi sono i cittadini che si lamentano ed inscenano proteste e disperazione per le bollette del servizio di raccolta troppo alte. Tali bollette, per chi non lo sapesse, sono direttamente proporzionali alle tonnellate di rifiuti non riciclati che mandiamo al macero. Quindi se il cittadino manda in discarica anche la plastica, il vetro e la carta, si rassegni a pagare bollette più alte per questo "sfizio".
Gli alberi di Natale - Pendono dai balconi come palle dagli alberi di Natale. In attesa che l'operatore ecologico di turno passi a raccoglierli. Sono i sacchetti dei rifiuti di chi, per un motivo o un altro, non li porta nei cassonetti ma li abbandona appesi ad un filo che pende dal balcone o dalla finestra, ad altezza d'uomo, per permettere a chi di dovere di ritirarli. Passi per gli anziani che non possono uscire da casa (anche per loro, comunque, nel ventunesimo secolo non dovrebbe essere così difficile trovare una soluzione), ma per gli altri?
Chi invece non addobba l'albero, ripone direttamente il sacchetto della spazzatura davanti alla propria abitazione. Bontà loro.
I fratelli minori - I cestini dislocati in paese per raccogliere carte, mozziconi di sigaretta e quant'altro necessita di un contenitore per i rifiuti, non godono di miglior sorte rispetto ai "fratelli più grandi", ovvero i cassonetti. Lo scorso anno a Vizzini furono installati, nel corso di un'opera di miglioramento dell'arredo urbano, una serie di cestini, gradevoli anche dal punto di vista estetico poichè scelti per integrarsi in maniera coerente nei punti di collocazione. Purtroppo alcuni hanno subito un triste destino, danneggiati e divelti da chi non ha nulla di meglio da fare che andare a prendere a calci i contenitori dei rifiuti. Quelli invece rimasti integri vengono spesso utilizzati al posto dei cassonetti per il deposito della spazzatura, dimenticando che basta un sacchetto per saturare il cestino.
Fare un passo avanti senza compierne due indietro non sembra poi così difficile, eppure c'è sempre molta gente che si ostina a complicare le cose semplici. In un paese che punta sul turismo, che vuol farsi conoscere, che vuole mostrarsi, la spazzatura abbandonata per strada è un controsenso, una brutta caduta di stile e civiltà. Si tratta solamente di accettare di vivere in maniera civile anche fuori dalle mura di casa propria. Troppo faticoso?
25/08/2006 | 10435 letture | 0 commenti
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