Terza pagina
La politica e la saggezza
Il mondo politico, dal mio modesto punto di vista, è da paragonare ad un
pianeta senza forza gravitazionale alcuna; un pianeta dove difficilmente vi si
possa vivere facilmente e felicemente per diversi anni o meglio ancora per l'intera
esistenza. Tutti quelli che di politica se ne intendono e vogliono a forza far
parte di quel mondo, sono costretti a orbitare come dei veri e propri satelliti
intorno a quello che è per loro il mondo perfetto; c'è chi avrà
la fortuna di viverci per più o meno tempo e chi, un po' meno fortunato,
per scelte fatte o per strade sbagliate intraprese, non avrà mai quella
fortuna, rimanendo a vita un satellite vagante, fluttuante intorno a quel mondo
agognato, e nella peggiore delle ipotesi, implodendo come una stella che muore per
diventare una supernova, dando successivamente vita ad un buco nero.
Vivere in quel mondo si può, solo se si ha forza, tenacia e saggezza; forza e tenacia sono caratteristiche di chi crede in un fine precludendo ogni mezzo, la saggezza è ben altra cosa.
Nella migliore delle ipotesi la vita, comunque la si desideri, è un affare che non copre le spese. Possono cambiare gli addendi, ma il risultato, a conti fatti non cambierà di certo: sarà sempre in rosso; per non parlare della bancarotta finale: la Signora Morte.
Qualcuno potrebbe anche dire: sarebbe meglio non nascere e non mettere piede in questo mondo, da cui peraltro nessuno è mai uscito o uscirà vivo; visto però che ci siamo, anche se non abbiamo chiesto noi di venirci, cerchiamo almeno di non fare troppe pazzie e di trascorrere l'esistenza in maniera saggia, nei limiti in cui la saggezza è compatibile con la nostra natura; tutto ciò per riprendere e sintetizzare con poche parole il pensiero di un grande filosofo: Schopenhauer.
Il mio intento non è quello di scrivere un trattato su come percorrere lo scosceso e tortuoso sentiero della vita politica, di ognuno di noi, senza fare troppe cadute e senza sprecare la propria vita per delle cose futili, nè tanto meno scrivere un articolo filosofico sulla politica odierna ed i suoi adepti, ma cercare di capire cosa è importante e cosa è superfluo.
Dare una spiegazione filosofica su ciò che accade nel corso della nostra vita è cosa ardua, gli antichi romani paragonavano i primi rudimentali orologi ad acqua ai filosofi: mai che se ne trovassero due che andavano d'accordo; paragone improponibile oggi, con la precisione ottenuta, grazie al progresso e alle innovazioni tecnologiche, vedi gli ultra tecnologici orologi atomici, per fare solo un esempio.
La nota positiva sta proprio in questo, la soggettività di ogni pensiero. Ogni pensiero, ogni idea, fine a se stessa, non devono essere la regola, ma solo il proprio modo di vedere le cose, il proprio pensiero su di una determinata situazione, condivisibile o non da gli altri. «Sapias, vina liques, et spatio brevi spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero». «Sii saggia, mesci il vino, breve è la vita, rinuncia a speranze lontane. Parliamo e fugge il tempo geloso: cogli l'attimo, non pensare a domani».
Nei Carmina, Il poeta latino Orazio, ci ammonisce con quella frase: «Carpe diem». All'uomo non è dato di conoscere il futuro, nè tanto meno di poterlo determinare, esso può solo intervenire sul presente e solo su di esso, quindi, deve concentrarsi il suo agire che, in ogni sua manifestazione, deve cercare sempre di coglierne le occasioni, le opportunità, le gioie che si presentano oggi, senza che siano condizionate o derivate da ipotetiche speranze o ansiosi timori per il futuro. Si è responsabili del proprio tempo, gestendo la propria vita nella più totale libertà.
Cerco di esternare il mio pensiero in un contesto temporale che ci porta alle elezioni per il nuovo Collegio regionale. Al di là delle idee che mi sono fatto leggendo, ascoltando e vedendo tutto ciò che ruota attualmente intorno alla politica nazionale, in questo delicato periodo di transizione del nostro neo-eletto Governo. Situazione, credo, molto critica, scaturita da una opposizione indiscriminata contro tutto e tutti, perpetrata da alcuni esponenti del governo di Centrodestra: uomini, politici, ex ministri, a cui, sembra abbiano tolto il giocattolo, e non se ne fanno una ragione; comportandosi in modo indecoroso agli occhi di chi allora li scelse come loro rappresentanti al governo, agli occhi della nazione intera.
Quale analisi può essere di giovamento, per una scelta giusta e oculata? Ieri il nostro sindaco, ci ha invitati in piazza Umberto I, ed in tanti hanno accettato l'invito. I toni sono stati molto pacati, nessun spudorato attacco al Centrodestra, un solo appunto sul odierno presidente della Regione ed i suoi problemi di carattere giudiziario, ma nulla di più, una puntatina sulla Vizzini ai tempi di Matteo Agosta, uomo capace e di animo nobile che per la sua Vizzini dette anche l'anima, in un contesto storico, e questo mi si consenta, ben diverso dall'attuale.
Una piccola nota negativa, a mio modestissimo parere; l'intervento di presentazione del candidato, fatta dall'assessore Bianco; la Piazza gremita aspettava, come si fa a teatro, l'inizio dello spettacolo, che avrebbe dovuto mantenere quella tensione che si era creata con l'attesa, la lettura fatta dall'assessore non ha coinvolto la Piazza che si è distratta nell'ascoltare le tante decantate gesta del sindaco e di tutto quello che in questa legislatura ha fatto, di conseguenza il sindaco ha dovuto, con tanto impegno, ricreare quell'atmosfera che da sola si era precedentemente creata, e debbo dire che ci è riuscito.
Il tema trattato non ha fatto una piega e se ci rifacciamo alla filosofia oraziana, dovremmo a questo punto cogliere l'attimo. «Carpe diem».
Vivere in quel mondo si può, solo se si ha forza, tenacia e saggezza; forza e tenacia sono caratteristiche di chi crede in un fine precludendo ogni mezzo, la saggezza è ben altra cosa.
Nella migliore delle ipotesi la vita, comunque la si desideri, è un affare che non copre le spese. Possono cambiare gli addendi, ma il risultato, a conti fatti non cambierà di certo: sarà sempre in rosso; per non parlare della bancarotta finale: la Signora Morte.
Qualcuno potrebbe anche dire: sarebbe meglio non nascere e non mettere piede in questo mondo, da cui peraltro nessuno è mai uscito o uscirà vivo; visto però che ci siamo, anche se non abbiamo chiesto noi di venirci, cerchiamo almeno di non fare troppe pazzie e di trascorrere l'esistenza in maniera saggia, nei limiti in cui la saggezza è compatibile con la nostra natura; tutto ciò per riprendere e sintetizzare con poche parole il pensiero di un grande filosofo: Schopenhauer.
Il mio intento non è quello di scrivere un trattato su come percorrere lo scosceso e tortuoso sentiero della vita politica, di ognuno di noi, senza fare troppe cadute e senza sprecare la propria vita per delle cose futili, nè tanto meno scrivere un articolo filosofico sulla politica odierna ed i suoi adepti, ma cercare di capire cosa è importante e cosa è superfluo.
Dare una spiegazione filosofica su ciò che accade nel corso della nostra vita è cosa ardua, gli antichi romani paragonavano i primi rudimentali orologi ad acqua ai filosofi: mai che se ne trovassero due che andavano d'accordo; paragone improponibile oggi, con la precisione ottenuta, grazie al progresso e alle innovazioni tecnologiche, vedi gli ultra tecnologici orologi atomici, per fare solo un esempio.
La nota positiva sta proprio in questo, la soggettività di ogni pensiero. Ogni pensiero, ogni idea, fine a se stessa, non devono essere la regola, ma solo il proprio modo di vedere le cose, il proprio pensiero su di una determinata situazione, condivisibile o non da gli altri. «Sapias, vina liques, et spatio brevi spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero». «Sii saggia, mesci il vino, breve è la vita, rinuncia a speranze lontane. Parliamo e fugge il tempo geloso: cogli l'attimo, non pensare a domani».
Nei Carmina, Il poeta latino Orazio, ci ammonisce con quella frase: «Carpe diem». All'uomo non è dato di conoscere il futuro, nè tanto meno di poterlo determinare, esso può solo intervenire sul presente e solo su di esso, quindi, deve concentrarsi il suo agire che, in ogni sua manifestazione, deve cercare sempre di coglierne le occasioni, le opportunità, le gioie che si presentano oggi, senza che siano condizionate o derivate da ipotetiche speranze o ansiosi timori per il futuro. Si è responsabili del proprio tempo, gestendo la propria vita nella più totale libertà.
Cerco di esternare il mio pensiero in un contesto temporale che ci porta alle elezioni per il nuovo Collegio regionale. Al di là delle idee che mi sono fatto leggendo, ascoltando e vedendo tutto ciò che ruota attualmente intorno alla politica nazionale, in questo delicato periodo di transizione del nostro neo-eletto Governo. Situazione, credo, molto critica, scaturita da una opposizione indiscriminata contro tutto e tutti, perpetrata da alcuni esponenti del governo di Centrodestra: uomini, politici, ex ministri, a cui, sembra abbiano tolto il giocattolo, e non se ne fanno una ragione; comportandosi in modo indecoroso agli occhi di chi allora li scelse come loro rappresentanti al governo, agli occhi della nazione intera.
Quale analisi può essere di giovamento, per una scelta giusta e oculata? Ieri il nostro sindaco, ci ha invitati in piazza Umberto I, ed in tanti hanno accettato l'invito. I toni sono stati molto pacati, nessun spudorato attacco al Centrodestra, un solo appunto sul odierno presidente della Regione ed i suoi problemi di carattere giudiziario, ma nulla di più, una puntatina sulla Vizzini ai tempi di Matteo Agosta, uomo capace e di animo nobile che per la sua Vizzini dette anche l'anima, in un contesto storico, e questo mi si consenta, ben diverso dall'attuale.
Una piccola nota negativa, a mio modestissimo parere; l'intervento di presentazione del candidato, fatta dall'assessore Bianco; la Piazza gremita aspettava, come si fa a teatro, l'inizio dello spettacolo, che avrebbe dovuto mantenere quella tensione che si era creata con l'attesa, la lettura fatta dall'assessore non ha coinvolto la Piazza che si è distratta nell'ascoltare le tante decantate gesta del sindaco e di tutto quello che in questa legislatura ha fatto, di conseguenza il sindaco ha dovuto, con tanto impegno, ricreare quell'atmosfera che da sola si era precedentemente creata, e debbo dire che ci è riuscito.
Il tema trattato non ha fatto una piega e se ci rifacciamo alla filosofia oraziana, dovremmo a questo punto cogliere l'attimo. «Carpe diem».
23/05/2006 | 3133 letture | 0 commenti
di La Civetta
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