Terza pagina
Vizzini meta turistica
"Si parla di Giovanni Verga, autore drammatico, come dieci anni or sono, appena comparsa l'Eva, si parlava del Verga romanziere. La sua Cavalleria Rusticana, che, divinamente interpretata dall'attrice Checchi-Duse si replicò tante sere al Carignano di Torino, dove fu data la prima volta, e che, adesso, interpretata dalla Compagnia Pasta, si ripete al teatro Manzoni con esito di ammirazione e di commozione costante, suscita, come avviene delle notevoli opere d'arte, discussioni vive, trascina ai confronti, e alle condanne di tutto ciò che non sia semplice, naturale, rapido, efficace quali appunto le "scene popolari" del celebre scrittore siciliano.
Il Verga, dopo un suo tentativo, Una peccatrice, scrisse la patetica Storia di una capinera, con la quale volle dimostrare in quali tiranniche strettoje, per deplorevoli vieta costumanze, laggiù in Sicilia s'imprigionavano gli animi delle giovinette, costringendole alla vita caustrale: già fin d'allora si sviluppava nell'autore quello spirito d'osservazione sulle condizioni della isola nativa, che lo portò a mano a mano alla scultorea novella Nedda, alla Vita dei campi, alle Novelle rusticane, ai Malavoglia, lavoro di polso, che si stacca dal genere più facile e più seducente di Eva e del Marito di Elena.
Pochi scrittori sono coscienziosi come il Verga, il quale è capace di rifare un romanzo due tre volte perchè risponda più che è possibile a' suoi desideri e ai canoni dell'austera sua scuola riproduttrice fredda e impassibile del vero.
Il carattere e il merito del Verga stanno nel comprimere in poche pagine ciò che ad altri, di pittorica ed abbondante immaginazione, servirebbe a tema di ampi sviluppi e di variazioni copiose. Non fa d'uopo di ricorrere a Flaubert o ad altri moderni per trovarne gli esempi: ne abbiamo in casa nostra e sommi: Dante, colla sublime sobrietà della sua arte, fa da sè scuola a tutto il mondo. Come la parola scritta, così la parola parlata del Verga è sobria. Egli non è espansivo, è correttissimo in conversazione: ama l'eleganza.
In parecchi anni di cara amicizia, non l'abbiamo mai veduto riscaldarsi per nessuna questione: solo quando altri contraddice vivamente alle sue convinzioni, quel suo volto solitamente pallido, si colora d'una tinta rosea che sparisce subito.
Non ride facilmente, sorride piuttosto, e nel suo sorriso c'è un po' di fino sarcasmo. Benchè realista, non rispetta meno coloro che in arte seguono ideali diversi da' suoi, e non manca di onorarli se, in una scuola opposta alla sua, raggiungono l'eccellenza. Lavora silenzioso, in un quartierino, dove vive solo, e che abbandona d'estate per gite fuori di città ma più spesso a Catania. È di giusta statura, ritto; ha i capelli crespi; ma non li ha più tutti neri: ecco in quattro tocchi l'uomo, che in drammatica, è l'uomo del giorno e, lo sperano i suoi giovani lodatori, sarà l'uomo del domani."
L'articolo è stato estrapolato da un giornale dell'epoca: "L'Illustrazione Italiana", datato 24 febbraio 1884.
A questo punto sarebbe da fare una considerazione: già nel lontano 1884, ai confini dell'Italia si parlava del Verga, si mettevano in scena i suoi drammi, e la gente colta, perchè, a quei tempi, solo a loro era concesso il lusso del teatro, seguiva con entusiasmo le sue opere.
Oggi, con i mezzi di comunicazione a disposizione: la televisione, internet, i satelliti, siamo in grado di aprire una finestra su Vizzini, entrando dall'ingresso principale nel mondo dell'arte, della cultura, del folklore e della gastronomia.
Vizzini ha una potenziale culturale, che già nel lontano 1884 veniva paragonata a uomini del calibro di Flaubert, di Dante; basterebbe poco per riprendere un progetto di valorizzazione dei luoghi nativi, abbandonato negli anni, da politici incapaci di saper sfruttare quelle credenziali che grandi uomini del passato ci hanno lasciato in eredità.
Vizzini ha dato i natali non solo al Verga, ma, ad un grande umanista quale Lucio Marineo, storiografo e cappellano di corte presso Ferdinando e Isabella di Spagna, a paleontologi quali i fratelli Corrado e Ippolito Cafici accademici alla Lincei, al conquistatore scientifico Dott.re Giovanni Giordano e la sua "Alimentazione parenterale nel trattamento post-operatorio".
Il turista ha bisogno di questo, deve trovare l'arte nelle sue escursioni a Vizzini, ne è una dimostrazione il numero enorme di visitatori alla mostra di Sartini. Bene, noi di Sartini ne abbiamo tanti e tutti del luogo, basterebbe solo creare un legame tra tutto ciò che i nostri famosi concittadini hanno dato e fatto di se ed il loro luogo di origine: Vizzini.
La rinascita è solo il turismo e null'altro, e secondo il mio modesto parere, lunga e tortuosa e la strada che si è imboccata, ma che ci porterà alla meta.
29/04/2006 | 3135 letture | 0 commenti
di La Civetta
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