Terza pagina
La nostra Vizzini in Giappone
A distanza di due anni dalla mia decisione di portare i miei passi sino al Sol
Levante, volto adesso lo sguardo per pochi istanti, giacchè posso godermi
una breve pausa di riflessione, avendo portato a compimento ogni piano io mi fossi
prefissato prima della partenza.
Volto lo sguardo indietro e non faccio in tempo di immaginare i volti e le vicende che potrei ritrovare, che subito una valanga di emozioni mi abbraccia, quasi fosse stata sempre li, dietro le mie spalle, a proteggermi ed a sostenermi in qualsiasi momento io abbia affrontato così lontano dalla prima idea di casa che maturai in età adolescente.
Un pensiero costante, l'orgoglio misto all'onore, non ha mai abbandonato la mia mente, e per quanto io potessi spingere ed osare il mio passo sino ad i confini dei lumi d'Occidente per addentrarmi nella luce d'Oriente, non ho mai dimenticato dove tutto ebbe inizio, ne tantomeno dove si nutrì il mio primo respiro, le mie prime riflessioni date al cielo d'una stanzetta in collina, le grandi discussioni dei come e dei perchè d'ogni attimo condiviso con amici sinceri, leali... tutto all'interno della cornice della mia splendida Vizzini.
Ebbene, giovedì 2 marzo 2006 ho tenuto un seminario presso un'Università di Nagoya volto ad avvicinare l'Italia in senso socio-culturale, ad un pubblico giapponese assai attento e partecipe.
Quando mi fu chiesto di organizzare ed eseguire questo seminario in lingua giapponese, fui titubante sulle mie reali possibilità, ma per spirito d'identità con quella parte predominante di e su me stesso che mi vuole sempre in cammino su di un territorio che non si stancherà mai di mostrare le sue difficoltà ed i suoi paradossi, accettai immediatamente senza alcuna (apparente) esitazione. Un solo desiderio: avrei accettato di tenere questa lezione solo se mi fosse stato concesso di presentarmi in qualità non solo di Italiano, ma di Siciliano proveniente dalla città del Verga, Vizzini! Gli altri relatori furono dapprima sorpresi e dunque meravigliati di tanta puntualizzazione, giacchè qui dell'Italia si hanno solo immagini stereotipate. Si dissero comunque contenti di tale mia richiesta, ed ansiosi di vederla maturare in discorso.
Per la prima volta ho portato la mia Vizzini nelle aule di un'Università
giapponese, con l'orgoglio di esserne figlio e mediatore. Benchè il tema
principale fosse «L'Italia ed il Giappone: differenze e punti di incontro»
in un argomento che spaziava dagli aspetti socio-culturali a quelli economico-commerciali,
l'introduzione di una parentesi d'eccezione dedicata alla Sicilia, di cui ho scelto
come città esempio proprio Vizzini, è stata ben accolta ed
ha stimolato molte domande in merito.
La buona riuscita di questo evento mi è valso un nuovo incarico presso
l'Istituto di Lingua e Cultura Italo-Giapponese di Nagoya, dove giorno 25 marzo 2006
terrò un seminario questa volta interamente sulla Sicilia ed il fenomeno
letterario Giovanni Verga. Un momento, questo, dove la nostra Vizzini sarà
lo scenario principale dell'argomento.
Un mio omaggio, questo, alla terra che mi è madre, ed al popolo che mi è fratello, in un momento nel quale voltandomi indietro posso permettermi uno sguardo senza paura ai miei anni trascorsi viaggiando tra innumerevoli valli, con sempre l'eco delle parole di chi mi è stato accanto durante la crescita. Un momento, questo, in cui dopo due anni, posso e voglio concedermi l'ultimo grande impegno, prima di riprendere lo zaino e continuare il mio viaggio.
Giovedì scorso è significato tanto per me, il coronamento di un duro cammino verso l'apprendimento costante di una civiltà diversa da quella a cui ero abituato. Giorno 25 rappresenterà il mio orgoglio d'appartenere a quella civiltà da cui non ho mai rinnegato l'appartenenza.
Accetto qualsiasi consiglio, qualora qualcuno fosse interessato a far giungere la propria voce un po più lontano, oltre Oceano...
Volto lo sguardo indietro e non faccio in tempo di immaginare i volti e le vicende che potrei ritrovare, che subito una valanga di emozioni mi abbraccia, quasi fosse stata sempre li, dietro le mie spalle, a proteggermi ed a sostenermi in qualsiasi momento io abbia affrontato così lontano dalla prima idea di casa che maturai in età adolescente.
Un pensiero costante, l'orgoglio misto all'onore, non ha mai abbandonato la mia mente, e per quanto io potessi spingere ed osare il mio passo sino ad i confini dei lumi d'Occidente per addentrarmi nella luce d'Oriente, non ho mai dimenticato dove tutto ebbe inizio, ne tantomeno dove si nutrì il mio primo respiro, le mie prime riflessioni date al cielo d'una stanzetta in collina, le grandi discussioni dei come e dei perchè d'ogni attimo condiviso con amici sinceri, leali... tutto all'interno della cornice della mia splendida Vizzini.
Ebbene, giovedì 2 marzo 2006 ho tenuto un seminario presso un'Università di Nagoya volto ad avvicinare l'Italia in senso socio-culturale, ad un pubblico giapponese assai attento e partecipe.
Quando mi fu chiesto di organizzare ed eseguire questo seminario in lingua giapponese, fui titubante sulle mie reali possibilità, ma per spirito d'identità con quella parte predominante di e su me stesso che mi vuole sempre in cammino su di un territorio che non si stancherà mai di mostrare le sue difficoltà ed i suoi paradossi, accettai immediatamente senza alcuna (apparente) esitazione. Un solo desiderio: avrei accettato di tenere questa lezione solo se mi fosse stato concesso di presentarmi in qualità non solo di Italiano, ma di Siciliano proveniente dalla città del Verga, Vizzini! Gli altri relatori furono dapprima sorpresi e dunque meravigliati di tanta puntualizzazione, giacchè qui dell'Italia si hanno solo immagini stereotipate. Si dissero comunque contenti di tale mia richiesta, ed ansiosi di vederla maturare in discorso.
Un mio omaggio, questo, alla terra che mi è madre, ed al popolo che mi è fratello, in un momento nel quale voltandomi indietro posso permettermi uno sguardo senza paura ai miei anni trascorsi viaggiando tra innumerevoli valli, con sempre l'eco delle parole di chi mi è stato accanto durante la crescita. Un momento, questo, in cui dopo due anni, posso e voglio concedermi l'ultimo grande impegno, prima di riprendere lo zaino e continuare il mio viaggio.
Giovedì scorso è significato tanto per me, il coronamento di un duro cammino verso l'apprendimento costante di una civiltà diversa da quella a cui ero abituato. Giorno 25 rappresenterà il mio orgoglio d'appartenere a quella civiltà da cui non ho mai rinnegato l'appartenenza.
Accetto qualsiasi consiglio, qualora qualcuno fosse interessato a far giungere la propria voce un po più lontano, oltre Oceano...
06/03/2006 | 3414 letture | 0 commenti
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