Terza pagina
Psychosis. Cos'è l'anima?
Una domanda apparentemente semplice per la quale, in pratica, non esiste una risposta
certa. Noi viviamo, questo è certo, un ciclo uguale per tutti: nascita,
crescita, maturità, declino, morte. Ma cos'è la vita oltre a questo?
La capacità che noi abbiamo di riflettere su noi stessi ci ha sempre portato di fronte ad un bivio, ad un dubbio. Scientificamente parlando, da un punto di vista biologico, la vita è riconducibile a una serie di fenomeni chimici, elettrici, meccanici e termici, ognuno di esso può essere studiato separatamente dagli altri e che una volta sommati nuovamente tra di loro dovrebbe ridarci l'insieme da cui siamo partiti: ma così non è.
La vita sembra un puzzle, che una volta smontato si rimonta rimettendo tutte le tessere al suo posto, ma non è così semplice come sembra. La vita è qualcos'altro, nella vita c'è qualcos'altro, non si sa bene cos'è o cosa sia, gli si possono dare altri nomi: la vita è un principio vitale, la vita è nella sua fragilità una forza cosmica, quel qualcos'altro può essere "l'Anima".
Secondo la sua radice etimologica, "Psicologia" dovrebbe significare "la Teoria dell'Anima", ma l'anima, benchè famigliare ai teologi, può difficilmente venire considerata un concetto scientifico, nessun psicologo direbbe che l'argomento del suo studio è l'anima.
A questo punto la scienza si ferma e lascia il campo di ricerca a l'etica, alla religione: dove finiscono i fenomeni meccanici, a cui la scienza può dare una spiegazione, e dove comincia l'anima questo è un vero dilemma.
La vita è forza e allo stesso tempo fragilità, la vita è semplice e complessa, la vita siamo noi; e l'anima?
L'Anima, come apparve per la prima volta nel pensiero greco, aveva origine religiosa. Sembra, per quel che riguarda la Grecia, che traesse la sua origine dall'insegnamento dei pitagorici che credevano nella metempsicosi, dal greco metem = "trasferimento" e psychòsis = "anima", una credenza filosofica che rappresentava la trasmigrazione dell'anima che, ad ogni successiva morte del corpo in cui era ospitata, passava ad un altro corpo umano, animale, vegetale o minerale, finchè non si era liberata da ogni vincolo con la materia, mirando alla salvezza finale, che doveva consistere nella liberazione dalla schiavitù della materia che l'anima doveva sopportare finchè era legata a un corpo.
Nel Cristianesimo l'anima è intesa come dono divino; mentre in epoca moderna indica il principio che da vita e coscienza, parte spirituale ed immortale dell'uomo.
La religione e la scienza sono due aspetti della vita, il primo dei quali ha rivestito un'importanza fin dagli albori della conoscenza della storia spirituale dell'uomo, mentre il secondo, dopo un'esistenza agitata e vacillante, prima fra gli egiziani e poi fra greci e arabi improvvisamente riassunse importanza nel XVI secolo.
Fra la religione e la scienza vi è sempre stato un contrasto prolungato, nel quale, la scienza si è rivelata vittoriosa.
La differenza fra scienza e religione è fondamentale per poter capire questo concetto; la prima è il tentativo di scoprire, per mezzo dell'osservazione del ragionamento fondato sull'osservazione, anzitutto dei fatti riguardanti il mondo circostante, e quindi delle leggi, delle regole che connettano i fatti gli uni con agli altri, a questo aspetto teorico della scienza è legata la tecnica scientifica.
La religione è un fenomeno molto più complesso della scienza. Ogni grande religione ha tre aspetti fondamentali: la Chiesa, una Fede e un codice di Etica individuale.
Tutti e tre questi elementi, nonostante siano in proporzioni diversi, sono essenziali come fenomeno sociale per la religione, il fenomeno sociale è quell'aspetto della religione che ci interessa maggiormente nel contrasto con la scienza.
La religione puramente individuale può, anche nell'era più scientifica, sopravvivere, a patto che si ritenga soddisfatta nell'evitare dichiarazioni che possono essere messe in dubbio da una dimostrazione scientifica.
La fonte intellettuale del contrasto fra la religione e la scienza è la Fede. La fede è l'atto del credere, nella religione la fede è posta a fondamento della dottrina e degli atti dei fedeli, per cui se non vi è fiducia nell'oggetto di fede, non vi è nemmeno adesione alla religione, credere significa avere fiducia.
Per queste caratteristiche la fede si pone sostanzialmente in contrapposizione alla ragione, per cui la verità, invece di essere creduta, è portata alla luce e condivisa proprio per la sua visibilità incontrovertibile.
La fede religiosa si distingue da una teoria scientifica perchè pretende di incarnare una verità eterna e assolutamente certa, mentre la scienza è sempre sperimentale, pronta a ammettere la necessità di mutamenti alle sue teorie attuali. Vi è tuttavia un aspetto della vita religiosa, che è indipendente dalla scoperta scientifica, e che può sopravvivere in noi, quali che vengano a essere le nostre convinzioni sulla natura dell'universo, di come si è formato ed il perchè viviamo.
Quell'aspetto della vita religiosa è la convinzione di avere un'anima. L'uomo che sente profondamente i problemi del destino umano,il desiderio di ridurre le sofferenze dell'umanità, l'uomo che desidera non sentire più parlare di guerre e di morte, l'uomo che ha la speranza di creare un'avvenire che realizzi una possibilità di vita migliore per la sua stessa specie, quell'uomo ha un'Anima. Nella misura in cui la religione sarà più un modo di sentire le cose ed i problemi; anzichè essere una serie di convinzioni, allora si che la scienza non la potrà più toccare.
Forse la decadenza del dogma potrà psicologicamente rendere questo modo di sentire e di provare le cose più difficile, perchè esso è stato sempre associato alla convinzione teologica.
Pensare, credere, esplorare, significa essere pieni di timori per ciò che possiamo scoprire, e che potrebbe non essere ciò a cui noi abbiamo sempre creduto; ma è nella misura in cui raggiungiamo tale comprensione che la vera saggezza diventa possibile, dando una netta separazione tra Corpo e Anima.
La capacità che noi abbiamo di riflettere su noi stessi ci ha sempre portato di fronte ad un bivio, ad un dubbio. Scientificamente parlando, da un punto di vista biologico, la vita è riconducibile a una serie di fenomeni chimici, elettrici, meccanici e termici, ognuno di esso può essere studiato separatamente dagli altri e che una volta sommati nuovamente tra di loro dovrebbe ridarci l'insieme da cui siamo partiti: ma così non è.
La vita sembra un puzzle, che una volta smontato si rimonta rimettendo tutte le tessere al suo posto, ma non è così semplice come sembra. La vita è qualcos'altro, nella vita c'è qualcos'altro, non si sa bene cos'è o cosa sia, gli si possono dare altri nomi: la vita è un principio vitale, la vita è nella sua fragilità una forza cosmica, quel qualcos'altro può essere "l'Anima".
Secondo la sua radice etimologica, "Psicologia" dovrebbe significare "la Teoria dell'Anima", ma l'anima, benchè famigliare ai teologi, può difficilmente venire considerata un concetto scientifico, nessun psicologo direbbe che l'argomento del suo studio è l'anima.
A questo punto la scienza si ferma e lascia il campo di ricerca a l'etica, alla religione: dove finiscono i fenomeni meccanici, a cui la scienza può dare una spiegazione, e dove comincia l'anima questo è un vero dilemma.
La vita è forza e allo stesso tempo fragilità, la vita è semplice e complessa, la vita siamo noi; e l'anima?
L'Anima, come apparve per la prima volta nel pensiero greco, aveva origine religiosa. Sembra, per quel che riguarda la Grecia, che traesse la sua origine dall'insegnamento dei pitagorici che credevano nella metempsicosi, dal greco metem = "trasferimento" e psychòsis = "anima", una credenza filosofica che rappresentava la trasmigrazione dell'anima che, ad ogni successiva morte del corpo in cui era ospitata, passava ad un altro corpo umano, animale, vegetale o minerale, finchè non si era liberata da ogni vincolo con la materia, mirando alla salvezza finale, che doveva consistere nella liberazione dalla schiavitù della materia che l'anima doveva sopportare finchè era legata a un corpo.
Nel Cristianesimo l'anima è intesa come dono divino; mentre in epoca moderna indica il principio che da vita e coscienza, parte spirituale ed immortale dell'uomo.
La religione e la scienza sono due aspetti della vita, il primo dei quali ha rivestito un'importanza fin dagli albori della conoscenza della storia spirituale dell'uomo, mentre il secondo, dopo un'esistenza agitata e vacillante, prima fra gli egiziani e poi fra greci e arabi improvvisamente riassunse importanza nel XVI secolo.
Fra la religione e la scienza vi è sempre stato un contrasto prolungato, nel quale, la scienza si è rivelata vittoriosa.
La differenza fra scienza e religione è fondamentale per poter capire questo concetto; la prima è il tentativo di scoprire, per mezzo dell'osservazione del ragionamento fondato sull'osservazione, anzitutto dei fatti riguardanti il mondo circostante, e quindi delle leggi, delle regole che connettano i fatti gli uni con agli altri, a questo aspetto teorico della scienza è legata la tecnica scientifica.
La religione è un fenomeno molto più complesso della scienza. Ogni grande religione ha tre aspetti fondamentali: la Chiesa, una Fede e un codice di Etica individuale.
Tutti e tre questi elementi, nonostante siano in proporzioni diversi, sono essenziali come fenomeno sociale per la religione, il fenomeno sociale è quell'aspetto della religione che ci interessa maggiormente nel contrasto con la scienza.
La religione puramente individuale può, anche nell'era più scientifica, sopravvivere, a patto che si ritenga soddisfatta nell'evitare dichiarazioni che possono essere messe in dubbio da una dimostrazione scientifica.
La fonte intellettuale del contrasto fra la religione e la scienza è la Fede. La fede è l'atto del credere, nella religione la fede è posta a fondamento della dottrina e degli atti dei fedeli, per cui se non vi è fiducia nell'oggetto di fede, non vi è nemmeno adesione alla religione, credere significa avere fiducia.
Per queste caratteristiche la fede si pone sostanzialmente in contrapposizione alla ragione, per cui la verità, invece di essere creduta, è portata alla luce e condivisa proprio per la sua visibilità incontrovertibile.
La fede religiosa si distingue da una teoria scientifica perchè pretende di incarnare una verità eterna e assolutamente certa, mentre la scienza è sempre sperimentale, pronta a ammettere la necessità di mutamenti alle sue teorie attuali. Vi è tuttavia un aspetto della vita religiosa, che è indipendente dalla scoperta scientifica, e che può sopravvivere in noi, quali che vengano a essere le nostre convinzioni sulla natura dell'universo, di come si è formato ed il perchè viviamo.
Quell'aspetto della vita religiosa è la convinzione di avere un'anima. L'uomo che sente profondamente i problemi del destino umano,il desiderio di ridurre le sofferenze dell'umanità, l'uomo che desidera non sentire più parlare di guerre e di morte, l'uomo che ha la speranza di creare un'avvenire che realizzi una possibilità di vita migliore per la sua stessa specie, quell'uomo ha un'Anima. Nella misura in cui la religione sarà più un modo di sentire le cose ed i problemi; anzichè essere una serie di convinzioni, allora si che la scienza non la potrà più toccare.
Forse la decadenza del dogma potrà psicologicamente rendere questo modo di sentire e di provare le cose più difficile, perchè esso è stato sempre associato alla convinzione teologica.
Pensare, credere, esplorare, significa essere pieni di timori per ciò che possiamo scoprire, e che potrebbe non essere ciò a cui noi abbiamo sempre creduto; ma è nella misura in cui raggiungiamo tale comprensione che la vera saggezza diventa possibile, dando una netta separazione tra Corpo e Anima.
13/05/2005 | 3301 letture | 0 commenti
di La Civetta
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