Terza pagina
Nonsolosagra
Una Sagra così non si era mai vista! Coro unanime e senza grosse lamentele neanche
tra i commercianti e gli artigiani che vi hanno partecipato. Una Sagra con un'offerta
amplissima sia dal punto di vista della degustazione di prodotti tipici: ricotta fresca,
formaggi e dolciumi di ogni genere rigorosamente a base di ricotta e perfino verdure
e asparagi selvatici raccolti dai volenterosi "spigolatori" vizzinesi;
Sia sotto il profilo culturale.
Tutti si sono dati da fare per accogliere al meglio i visitatori che sono stati veramente tanti ed accorsi da ogni dove, così come gli espositori e gli artigiani.
Vero pure che siamo già ben oltre la trentesima edizione, ma gestita con grande oculatezza ed in grande sinergia dall'Amministrazione, dalle associazioni di categoria, dalla Pro-Loco e dalle associazioni culturali.
Il tempo poi, che ci ha fatto scrutare con sospetto il cielo nei giorni immediatamente precedenti, ci ha regalato due splendide giornate di sole.
L'offerta culturale non è stata da meno, musica a tanti livelli ed in vari momenti. Dai concerti di musica classica agli echi mediterranei dei Qbeta, agli splendidi concertini improvvisati itineranti e direi quasi interattivi dei Cucuccio Band nell'ambito della manifestazione "Musica a palazzo" cosicchè atri di palazzi severamente serrati da secoli sono stati aperti e di volta in volta, risuonavano delle note di Mascagni, piuttosto che di Piazzolla, con qualche piccolo spazio per dediche e richieste e visitatori che si fermavano incantati e spesso finivano con il seguirli, violini e violoncelli, come rapiti e quasi meravigliati che in un'epoca di suoni elettronici, tali magiche armonie possano essere prodotte così, semplicemente... musica!
Ottimi momenti di teatro tutt'altro che improvvisato non potevano mancare, con pezzi presi dalle novelle verghiane ad opera dell'associazione Skenè e poi ancora un recital che ha visto esibirsi due bravissimi attori dello Stabile di Catania, messo in scena dalla neo-associazione "A. Mazzone".
Ma tutto questo non è ancora abbastanza: mostre, gruppi folkloristici, un plauso particolare all'associazione "S. Giuseppe" di Carlentini, un vero e proprio museo etno-antropologico vivente che ha sfilato per le vie cittadine.
Per ogni dove era un fervore di iniziative tale che non si faceva in tempo a vederne una che subito dietro l'angolo se ne trovava già un'altra. Ma soprattutto, la sensazione che fa ben sperare è la sensazione di una festa fatta dai giovani e dalla gente comune che, abbandonata l'atavica indolenza, esce allo scoperto e si scommette, fa del suo meglio per creare delle occasioni di divertimento, ma anche di lavoro che non si limiti ai giorni di festa "comandata".
In un paese in cui il verbo emigrare non è mai passato veramente di moda, ciò non può che farci incrociare tutti insieme le dita in un incantesimo positivo, a scacciare quella nuvola nera di negatività che sembrava formarsi sulla nostra testa quando "usava" dire "nni stu paisi nun c'è nenti!", che possa trasformare la "zucca" in una splendida carrozza che ci possa traghettare verso un futuro più roseo!
Tutti si sono dati da fare per accogliere al meglio i visitatori che sono stati veramente tanti ed accorsi da ogni dove, così come gli espositori e gli artigiani.
Vero pure che siamo già ben oltre la trentesima edizione, ma gestita con grande oculatezza ed in grande sinergia dall'Amministrazione, dalle associazioni di categoria, dalla Pro-Loco e dalle associazioni culturali.
Il tempo poi, che ci ha fatto scrutare con sospetto il cielo nei giorni immediatamente precedenti, ci ha regalato due splendide giornate di sole.
L'offerta culturale non è stata da meno, musica a tanti livelli ed in vari momenti. Dai concerti di musica classica agli echi mediterranei dei Qbeta, agli splendidi concertini improvvisati itineranti e direi quasi interattivi dei Cucuccio Band nell'ambito della manifestazione "Musica a palazzo" cosicchè atri di palazzi severamente serrati da secoli sono stati aperti e di volta in volta, risuonavano delle note di Mascagni, piuttosto che di Piazzolla, con qualche piccolo spazio per dediche e richieste e visitatori che si fermavano incantati e spesso finivano con il seguirli, violini e violoncelli, come rapiti e quasi meravigliati che in un'epoca di suoni elettronici, tali magiche armonie possano essere prodotte così, semplicemente... musica!
Ottimi momenti di teatro tutt'altro che improvvisato non potevano mancare, con pezzi presi dalle novelle verghiane ad opera dell'associazione Skenè e poi ancora un recital che ha visto esibirsi due bravissimi attori dello Stabile di Catania, messo in scena dalla neo-associazione "A. Mazzone".
Ma tutto questo non è ancora abbastanza: mostre, gruppi folkloristici, un plauso particolare all'associazione "S. Giuseppe" di Carlentini, un vero e proprio museo etno-antropologico vivente che ha sfilato per le vie cittadine.
Per ogni dove era un fervore di iniziative tale che non si faceva in tempo a vederne una che subito dietro l'angolo se ne trovava già un'altra. Ma soprattutto, la sensazione che fa ben sperare è la sensazione di una festa fatta dai giovani e dalla gente comune che, abbandonata l'atavica indolenza, esce allo scoperto e si scommette, fa del suo meglio per creare delle occasioni di divertimento, ma anche di lavoro che non si limiti ai giorni di festa "comandata".
In un paese in cui il verbo emigrare non è mai passato veramente di moda, ciò non può che farci incrociare tutti insieme le dita in un incantesimo positivo, a scacciare quella nuvola nera di negatività che sembrava formarsi sulla nostra testa quando "usava" dire "nni stu paisi nun c'è nenti!", che possa trasformare la "zucca" in una splendida carrozza che ci possa traghettare verso un futuro più roseo!
26/04/2005 | 2938 letture | 0 commenti
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