Terza pagina
La strage "nascosta" degli americani scoperta da Anfora, Pepi e Iacono
Scoperta un'altra strage di soldati italiani compiuta durante lo Sbarco alleato
a Gela del 1943. Ad un anno dall'uscita del saggio storico edito da Mursia
«Obiettivo Biscari», scritto da Stefano Pepi e Domenico Anfora, che
ha rimesso in campo il problema delle stragi di militari italiani da parte degli
americani nei primi giorni dello sbarco, i due autori siciliani hanno continuato
la loro ricerca sulle tracce ormai perse dell'aeroporto di Biscari nel Ragusano.
Cosa successe nello scalo di Biscari dopo lo Sbarco a Gela è noto: per diversi giorni i soldati Usa attaccarono le postazioni italiane, lasciando sul campo di battaglia un elevato numero di morti e di feriti ma compiendo anche stragi. Due stragi erano già state trattate dagli autori: quella del 14 luglio con 36 italiani fatti fucilare dal capitano Jhonn T. Compton e quella di 37 italiani e 4 tedeschi fucilati vicino al torrente Ficuzza.
Durante le loro ricerche Pepi, Anfora e Giovanni Iacono, hanno trovato tracce di un'altra esecuzione di 7 o 8 persone perpetrata sempre dagli americani del 180° reggimento fanteria. Supportati dallo storico di Acate Antonio Cammarana, e dal senatore Andrea Augello, che ha trovato i nomi di 3 soldati della milizia fucilati assieme ad altri 5, Pepi, Anfora e Iacono hanno definito i contorni di quest'altra strage.
Dalla testimonianza di un contadino della zona di Biscari, Luigi Lo Bianco, che all'epoca dei fatti aveva 15 anni, si è appurato che, nella strada tra l'aeroporto di Biscari e Caltagirone, in contrada Saracena, 7 soldati italiani, tra cui 3 camice nere appartenenti alla 19° batteria da 76/40 del 31° gruppo di stanza all'aeroporto di Biscari, furono fucilati dagli americani. I nomi delle camice nere, ritrovati dal senatore Augello, sono: Luigi Poggio nato a Genova il 21 giugno 1905, Angelo Maisano nato a Messina il 30 settembre 1891 e il vice capo squadra Colombo Tabarrini nato a Foligno nel 1895.
Lo Bianco racconta che i militi vennero fatti allineare lungo il muro di cinta di Villa Cona e fucilati. Pepi, Anfora e Iacono sono andati a leggere i verbali della Corte marziale Usa riguardanti i procedimenti del sergente West e del capitano Compton, e di lì sono risaliti alla testimonianza del reverendo LT colonnello William E. King, che per primo denunciò le stragi di Biscari al comando americano.
Dichiara il reverendo: «Alle 13 del 15 Luglio 1943, mentre mi stavo recando al posto di comando del 180° Reggimento di fanteria, a circa 2 km a sud di Caltagirone, sul punto di coordinate 457454, ho osservato una fila di corpi stesi vicino al ciglio della strada principale in un piccolo vicolo, che confluisce sulla strada principale da est». Il reverendo King riferisce di 8 corpi di Italiani che erano stesi in fila, 6 a faccia in gił e 2 a faccia in su con ferite alla schiena e al petto. La descrizione del luogo fatta dal reverendo King e le coordinate contenute nel verbale inquadrano la scena di questo crimine in un incrocio della via Giombattista Fanales, angolo strada Aeroporto di Biscari-Caltagirone.
La differenza tra i corpi notati da King e quelli riportati dal Luigi Lo Bianco è minima: il reverendo parla di 8 corpi, Lo Bianco dichiara che i corpi sono 7; le località indicate sono molto vicine, lungo la strada Aeroporto di Biscari-Caltagirone, per cui potrebbe trattarsi dello stesso episodio.
A questo punto potrebbe trovare convalida la testimonianza resa al dottor Michele Sinatra, ex direttore amministrativo dell'Ospedale Cannizzaro di Catania, nativo di Caltagirone e vissuto fin da bambino vicino all'aeroporto di Biscari, dal signor Gesualdo Mineo, oggi defunto, che sosteneva che «i fucilati di quella milizia si trovavano insieme a 5 civili che vestivano di nero a causa di un lutto familiare, in contrada Saracena». Su questa ultima testimonianza la ricerca di riscontri è alle battute finali.
(M. C. Goldini - La Sicilia, 07-07-2014, pag. 6)
Cosa successe nello scalo di Biscari dopo lo Sbarco a Gela è noto: per diversi giorni i soldati Usa attaccarono le postazioni italiane, lasciando sul campo di battaglia un elevato numero di morti e di feriti ma compiendo anche stragi. Due stragi erano già state trattate dagli autori: quella del 14 luglio con 36 italiani fatti fucilare dal capitano Jhonn T. Compton e quella di 37 italiani e 4 tedeschi fucilati vicino al torrente Ficuzza.
Durante le loro ricerche Pepi, Anfora e Giovanni Iacono, hanno trovato tracce di un'altra esecuzione di 7 o 8 persone perpetrata sempre dagli americani del 180° reggimento fanteria. Supportati dallo storico di Acate Antonio Cammarana, e dal senatore Andrea Augello, che ha trovato i nomi di 3 soldati della milizia fucilati assieme ad altri 5, Pepi, Anfora e Iacono hanno definito i contorni di quest'altra strage.
Dalla testimonianza di un contadino della zona di Biscari, Luigi Lo Bianco, che all'epoca dei fatti aveva 15 anni, si è appurato che, nella strada tra l'aeroporto di Biscari e Caltagirone, in contrada Saracena, 7 soldati italiani, tra cui 3 camice nere appartenenti alla 19° batteria da 76/40 del 31° gruppo di stanza all'aeroporto di Biscari, furono fucilati dagli americani. I nomi delle camice nere, ritrovati dal senatore Augello, sono: Luigi Poggio nato a Genova il 21 giugno 1905, Angelo Maisano nato a Messina il 30 settembre 1891 e il vice capo squadra Colombo Tabarrini nato a Foligno nel 1895.
Lo Bianco racconta che i militi vennero fatti allineare lungo il muro di cinta di Villa Cona e fucilati. Pepi, Anfora e Iacono sono andati a leggere i verbali della Corte marziale Usa riguardanti i procedimenti del sergente West e del capitano Compton, e di lì sono risaliti alla testimonianza del reverendo LT colonnello William E. King, che per primo denunciò le stragi di Biscari al comando americano.
Dichiara il reverendo: «Alle 13 del 15 Luglio 1943, mentre mi stavo recando al posto di comando del 180° Reggimento di fanteria, a circa 2 km a sud di Caltagirone, sul punto di coordinate 457454, ho osservato una fila di corpi stesi vicino al ciglio della strada principale in un piccolo vicolo, che confluisce sulla strada principale da est». Il reverendo King riferisce di 8 corpi di Italiani che erano stesi in fila, 6 a faccia in gił e 2 a faccia in su con ferite alla schiena e al petto. La descrizione del luogo fatta dal reverendo King e le coordinate contenute nel verbale inquadrano la scena di questo crimine in un incrocio della via Giombattista Fanales, angolo strada Aeroporto di Biscari-Caltagirone.
La differenza tra i corpi notati da King e quelli riportati dal Luigi Lo Bianco è minima: il reverendo parla di 8 corpi, Lo Bianco dichiara che i corpi sono 7; le località indicate sono molto vicine, lungo la strada Aeroporto di Biscari-Caltagirone, per cui potrebbe trattarsi dello stesso episodio.
A questo punto potrebbe trovare convalida la testimonianza resa al dottor Michele Sinatra, ex direttore amministrativo dell'Ospedale Cannizzaro di Catania, nativo di Caltagirone e vissuto fin da bambino vicino all'aeroporto di Biscari, dal signor Gesualdo Mineo, oggi defunto, che sosteneva che «i fucilati di quella milizia si trovavano insieme a 5 civili che vestivano di nero a causa di un lutto familiare, in contrada Saracena». Su questa ultima testimonianza la ricerca di riscontri è alle battute finali.
(M. C. Goldini - La Sicilia, 07-07-2014, pag. 6)
10/07/2014 | 12785 letture | 0 commenti
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