Terza pagina
Un'antica tragedia sul lavoro
Ho letto l'articolo di doctor in riferimento alla tragedia accaduta a Vizzini nel
lontano 12 aprile 1964, dove ha perso la vita Vito Gennaro e a "scecca".
Un fatto doloroso sia per la famiglia che l'ha vissuto, sia per la cittadinanza,
ma tanti altri incidenti sono capitati in questo paese, e alcuni più clamorosi e
più gravi.
Ne voglio ricordare uno in particolare per la gravità del caso e per l'attualità, perchè un caso di tale gravità è accaduto di recente al Nord in seguito all'incidente alla ThyssenKrupp in cui persero la vita 6 lavoratori e tutta la stampa nazionale e internazionale ha gridato allo scandolo. Ci sono in corso processi e sicuramente qualcuno pagherà, anche se tale pagamento non ridarà la vita ai morti.
Voglio ricordare il giorno venerdi del 14 novembre 1952, quando, come tutti i giorni, partirono da piazza Umberto I tre camion pieni di operai che andavano a lavorare lungo la strada statale 194, per bitumare la tratta Vizzini-Francofonte.
Partivano un camion «Dodge» guidato da Giovanni Lo Grasso, con a bordo dei giovani lavoratori, un «126» Fiat guidato da Giovanni Billè e un «Bianchi» guidato da Giuseppe Cortese. La ditta era il signor Vito Lazzaro, che dopo avere dato le disposizioni necessarie si era messo sull'autobus per andare a Catania.
Il primo camion a partire fu il «Dodge»,il quale aveva a bordo, tra gli altri, Vittorio Marraccone, Giuseppe Rizzo, Salvatore Salemi, Giuseppe Celestino, Giuseppe Inguanti, Francesco Di Giacomo, Gesualdo Musarra, Salvatore Scollo e qualcun altro che non ricordo. Tanti erano seduti sul cassone con le spalle appoggiate alla sponda sinistra del camion. Arrivati vicino a Passanitello, nel tratto alberato, il camion tentò un sorpasso e, non accorgendosi che un albero di eucaliptus nel lato sinistro della strada era inclinato, quasti sbattè contro la nuca dei lavoratori. Vittorio Maccarrone, nato il 2 gennaio 1938, e Salvatore Salemi, nato il 14 luglio 1933, morirono sul colpo. Giuseppe Rizzo (28 settembre 1937) e Giuseppe Inguanti (15 luglio 1935) morirono durante il trasporto presso l'ospedale di Licodia Eubea. Giuseppe Celestino (28 novembre 1933) morì il 15 novembre 1952 preso l'ospedale di Catania. Francesco Di Giacomo invece ebbe deformato il viso, rimase cieco di un occhio e zoppo di una gamba.
Non ricordo se qualcuno pagò qualcosa per quella tragedia, ma so che uno di quei ragazzi, Maccarrone, qualche mese prima si era presentato in ufficio dal signor Lazzaro e con toni alquanto intimidatori gli aveva detto: «mi faciti travagghiari o no?»; e il signor Lazzaro, dinanzi a qualla scena, si mise a ridere e gli rispose: «domani vieni a lavorare». Il destino ha voluto che quello fosse l'unico lavoro della sua breve vita.
Ho voluto ricordare tutto ciò perchè da sempre i morti sul lavoro sono una piaga sociale e quasi mai avviene un giusto risarcimento danni. Non so se qualcuno dei familiari delle persone citate siano esistenti, ma a costoro vanno i miei ricordi di dolori perchè vissi di persona quanto accaduto e raccontato.
Ne voglio ricordare uno in particolare per la gravità del caso e per l'attualità, perchè un caso di tale gravità è accaduto di recente al Nord in seguito all'incidente alla ThyssenKrupp in cui persero la vita 6 lavoratori e tutta la stampa nazionale e internazionale ha gridato allo scandolo. Ci sono in corso processi e sicuramente qualcuno pagherà, anche se tale pagamento non ridarà la vita ai morti.
Voglio ricordare il giorno venerdi del 14 novembre 1952, quando, come tutti i giorni, partirono da piazza Umberto I tre camion pieni di operai che andavano a lavorare lungo la strada statale 194, per bitumare la tratta Vizzini-Francofonte.
Partivano un camion «Dodge» guidato da Giovanni Lo Grasso, con a bordo dei giovani lavoratori, un «126» Fiat guidato da Giovanni Billè e un «Bianchi» guidato da Giuseppe Cortese. La ditta era il signor Vito Lazzaro, che dopo avere dato le disposizioni necessarie si era messo sull'autobus per andare a Catania.
Il primo camion a partire fu il «Dodge»,il quale aveva a bordo, tra gli altri, Vittorio Marraccone, Giuseppe Rizzo, Salvatore Salemi, Giuseppe Celestino, Giuseppe Inguanti, Francesco Di Giacomo, Gesualdo Musarra, Salvatore Scollo e qualcun altro che non ricordo. Tanti erano seduti sul cassone con le spalle appoggiate alla sponda sinistra del camion. Arrivati vicino a Passanitello, nel tratto alberato, il camion tentò un sorpasso e, non accorgendosi che un albero di eucaliptus nel lato sinistro della strada era inclinato, quasti sbattè contro la nuca dei lavoratori. Vittorio Maccarrone, nato il 2 gennaio 1938, e Salvatore Salemi, nato il 14 luglio 1933, morirono sul colpo. Giuseppe Rizzo (28 settembre 1937) e Giuseppe Inguanti (15 luglio 1935) morirono durante il trasporto presso l'ospedale di Licodia Eubea. Giuseppe Celestino (28 novembre 1933) morì il 15 novembre 1952 preso l'ospedale di Catania. Francesco Di Giacomo invece ebbe deformato il viso, rimase cieco di un occhio e zoppo di una gamba.
Non ricordo se qualcuno pagò qualcosa per quella tragedia, ma so che uno di quei ragazzi, Maccarrone, qualche mese prima si era presentato in ufficio dal signor Lazzaro e con toni alquanto intimidatori gli aveva detto: «mi faciti travagghiari o no?»; e il signor Lazzaro, dinanzi a qualla scena, si mise a ridere e gli rispose: «domani vieni a lavorare». Il destino ha voluto che quello fosse l'unico lavoro della sua breve vita.
Ho voluto ricordare tutto ciò perchè da sempre i morti sul lavoro sono una piaga sociale e quasi mai avviene un giusto risarcimento danni. Non so se qualcuno dei familiari delle persone citate siano esistenti, ma a costoro vanno i miei ricordi di dolori perchè vissi di persona quanto accaduto e raccontato.
17/12/2008 | 5219 letture | 0 commenti
di vichingo
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