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Fisco e Finanza
Ottanta euro in busta paga, bonus non per tutti
Al fine di ridurre la pressione fiscale e contributiva sul lavoro finalizzata alla riduzione strutturale del cuneo fiscale, il Governo riconosce un credito ai titolari di reddito di lavoro dipendente e di taluni redditi assimilati.

Il bonus ammontante a 80 euro verrà riconosciuto a partire dal mese di maggio e va ad aumentare direttamente il netto in busta paga; quindi le somme incassate a tale titolo non sono imponibili ai fini delle imposte sui redditi, comprese le relative addizionali regionale e comunale, e dovranno essere rapportati al periodo di lavoro nell'anno.

Il credito spetta a coloro che percepiscono redditi di lavoro dipendente, sia pubblico che privato, e alcune categorie di redditi assimilati al lavoro dipendente come lavoratori soci delle cooperative, collaborazioni coordinate e continuative (co.co.co), sacerdoti, lavoratori socialmente utili.
Al momento risultano esclusi i pensionati e le partite iva. Per quanto riguarda i collaboratori familiari (colf, badanti), essi sono classificati come lavoratori dipendenti, ma i datori di lavoro domestici non sono sostituti d'imposta e, quindi, di conseguenza non possono anticipare il credito. Pertanto, i lavoratori domestici che hanno diritto al bonus lo potranno recuperare solo in sede di dichiarazione dei redditi.

Il Dl 66/14 (G.U. 95/14), cosiddetto decreto Renzi, stabilisce che il valore del bonus annuo ammonta a 640 euro, riferito all'intero periodo di imposta. Pertanto a un lavoratore che è assunto da gennaio a dicembre 2014 spetterà in busta paga, a partire dal mese di maggio, il bonus di 80 euro.
Tale credito verrà riconosciuto ai dipendenti e assimilati che hanno un debito di imposta, dopo la detrazione per lavoro dipendente. Ne consegue che a coloro che hanno un reddito fino a 8mila euro non spetta il credito perché considerati "incapienti", in quanto l'imposta che scaturisce dal reddito è azzerata dalla detrazione per lavoro dipendente.
Altra condizione, affinché il dipendente possa godere del credito per intero, è rappresentata dal limite di reddito annuo complessivo fino a 24mila euro. Il credito decresce per coloro che posseggono un reddito tra 24mila e 26mila euro. Mentre ai dipendenti e assimilati che raggiungono un reddito complessivo superiore a 26.000 euro non spetta alcun bonus. A tal fine il reddito complessivo rilevante è assunto al netto del reddito dell'unità immobiliare adibita ad abitazione principale e delle relative pertinenze.

Sono i sostituti di imposta privati e pubblici (datore di lavoro, committente) che dovranno erogare il bonus e vagliare le condizioni per il riconoscimento dell'agevolazione fiscale, senza attendere che il beneficiario abbia presentato alcuna domanda.
In particolare, i sostituti d'imposta devono effettuare le verifiche di spettanza del credito e del relativo importo in base al reddito previsionale e alle detrazioni riferiti alle somme e valori che il sostituto corrisponderà durante l'anno.
Al momento la disciplina, oltre a lasciare fuori i pensionati, gli incapienti e le partite iva, non tiene in considerazione le famiglie numerose e quelle mono-reddito. Non è stato individuato un correttivo che tenga in considerazione la composizione del nucleo familiare.

Di seguito si propongono alcuni esempi di tipologia lavorativa ricorrente in cui i dipendenti lavorano per l'intero anno con reddito stimato per il 2014.
Esempio 1: lavoratore subordinato, single, con un reddito di 24.000 euro dal quale residua imposta a debito. Credito spettante da maggio a dicembre euro 640. Esempio 2: famiglia composta da marito e moglie entrambi lavoratori subordinati con un reddito di 24.000 euro ciascuno dai quali residua imposta a debito. Credito spettante da maggio a dicembre euro 640 + 640 = 1.280. Esempio 3: famiglia composta da 4 persone (marito, moglie e 2 figli minori). Solo il marito è lavoratore subordinato con un reddito di euro 24.000 dal quale residua imposta a debito. Credito spettante da maggio a dicembre euro 640. Esempio 4: famiglia composta da 4 persone (marito, moglie e 2 figli maggiorenni disoccupati). Solo il marito è lavoratore subordinato con un reddito di euro 27.000 dal quale residua imposta a debito. Credito spettante da maggio a dicembre euro zero.

Per il momento questa è la disciplina dettata dal decreto 66/14, ma qualcosa potrebbe cambiare anche in considerazione dei comunicati del presidente del Consiglio Renzi.
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07/05/2014 | 21786 letture | 0 commenti
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