Medicina
Il diabete può portare alla cecità
Il diabete è una patologia caratterizzata da un'alterazione del metabolismo
del glucosio, che si manifesta con iperglicemia (livelli di glucosio nel sangue
superiori alla norma). I pazienti che ne sono affetti, nella prima fase della
malattia, possono non manifestare sintomi specifici, mentre, in fase avanzata,
possono lamentare poliuria (minzione frequente), polidipsia (stato di sete intensa),
astenia e perdita di peso.
Si riconoscono fondamentalmente due tipi di diabete (classificazione Who 2006, Ada 2014): il diabete tipo 1, forma meno frequente, causato dalla distruzione delle beta-cellule pancreatiche deputate alla produzione di insulina, su base autoimmune o idiopatica, caratterizzato da una carenza insulinica assoluta. Questa forma è tipica dell'età infantile e adolescenziale, mentre la variante Lada, Latent Autoimmune Diabetes in Adults, ha decorso lento e compare nell'adulto; il diabete tipo 2 è causato da un deficit parziale di secrezione insulinica che, in genere, si instaura su una condizione di insulino-resistenza colpendo l'età adulta, anche se i casi di diabete tipo 2 negli adolescenti obesi è in netto aumento.
Esistono altre forme meno comuni di diabete come le forme secondarie a malattie del pancreas esocrino (come pancreatite cronica), forme genetiche (difetti genetici della beta-cellula o dell'azione insulinica) o forme secondarie a terapie cortisoniche croniche e ad alto dosaggio. Il diabete gestazionale è una forma di diabete spesso transitoria che si verifica nel corso della gravidanza in donne predisposte alla malattia (familiarità per diabete, obesità pre-gravidica).
Il diabete di Tipo 1 ha una prevalenza dello 0,3 percento mentre il tipo 2 ha una prevalenza del 5 percento nella popolazione. Il dato sull'incremento della prevalenza nei prossimi 20 anni è allarmante.
Per la diagnosi di diabete è necessario un semplice prelievo di sangue o nei casi dubbi e in gravidanza è richiesta la curva da carico orale di glucosio.
Esistono forme un tempo definite di "pre-diabete" in cui il soggetto non presenta i criteri per essere definito diabetico ma in cui sono già presenti alterazioni del metabolismo del glucosio. è proprio in questi soggetti che è necessario instaurare misure di prevenzione per evitare l'insorgenza precoce del diabete. I cardini della prevenzione e della cura del diabete sono dieta e attività fisica quotidiana. La dieta non è intesa solo come restrizione calorica ma come consumo di cibi ricchi in fibre (cereali integrali, frutta, legumi), tipici della dieta mediterranea.
L'iperglicemia cronica provoca in maniera progressiva danni a diversi organi e apparati (prevalentemente occhio, cuore, reni, sistema nervoso periferico), noti come complicanze del diabete. Molti pazienti sconoscono di essere affetti da diabete e alla diagnosi spesso presentano già le complicanze della malattia.
è fondamentale sottolineare come il diabete non solo rappresenta in sé un fattore di rischio cardio-vascolare, cioè predispone a malattie quali infarto e ictus, ma nel trattamento della patologia bisogna considerare i pazienti affetti da diabete come soggetti che abbiano già avuto un evento cardio-vascolare (il diabete è un equivalente di rischio).
Per tale motivo, è necessario non solo curare la glicemia ma intervenire su tutti i fattori di rischio cardio-vascolare presenti nel soggetto diabetico (dislipidemia, ipertensione, fumo, obesità) e instaurare gli opportuni provvedimenti terapeutici.
Oltre alle complicanze cardio-vascolari una delle complicanze più temibili relative alla patologia diabetica, sia di tipo 1 che di tipo 2, è la retinopatia diabetica ed è una delle principali cause di cecità legale in età lavorativa.
è causata da una progressiva disfunzione dei vasi retinici dovuta a iperglicemia cronica. Inizialmente si mostra asintomatica ma se non trattata può causare perdita della vista fino ad arrivare alla cecità totale.
Le linee guida dell'American Accedemy of Ophthalmology suggeriscono che la prima vista oculistica, nel diabete di tipo 1, va eseguita a 5 anni dalla diagnosi e successivamente una volta l'anno o secondo le indicazioni dell'oculista di fiducia, invece, nel diabete di tipo 2 va eseguita quando viene fatta la diagnosi di diabete mellito e i controlli hanno cadenza annuale o secondo le indicazioni dell'oculista di fiducia. Nelle donne in gravidanza (affette da diabete tipo 1 e tipo 2) la visita oculistica va eseguita nel primo trimestre e subito dopo il concepimento. Oltre all'esame del fondo oculare si possono eseguire, per approfondimento diagnostico e a discrezione dell'oculista, ulteriori esami strumentali come l'Oct (Optical coherence tomography, che studia la morfologia e lo spessore maculare) e la fluorangiografia (foto del fondo oculare eseguite con particolari filtri, si esgue dopo aver iniettato per via sistemica un colorante che evidenzia lo stato di salute dei vasi retinici e di eventuale presenza di liquido intraretinico).
La retinopatia diabetica progredisce, da lieve a stadi più gravi, quando non c'è un intervento appropriato. è importante riconoscere le fasi in cui il trattamento può essere più vantaggioso. Diversi decenni di ricerche cliniche hanno fornito dati eccellenti sul corso naturale della malattia e sulle strategie di trattamento da adottare e che nel 90% dei casi sono efficaci nel prevenire il verificarsi di un grave abbassamento della vista.
Se l'esordio della patologia avviene nelle aree periferiche della retina passa inosservato da parte del paziente in quanto non si verificano dei cambiamenti nella vista, mentre se l'edema si trova nella porzione della retina centrale (macula) causa una notevole diminuzione della vista quindi è il paziente nota un cambiamento. La diagnosi precoce e il trattamento tempestivo della retinopatia diabetica sono essenziali.
I sintomi che può avvertire il paziente sono: mosche volanti; perdita della sola visione centrale, di un solo settore o della visione periferica; metamorfopsie (visione distorta); perdita temporanea o permanente della vista.
Le complicanze della retinopatia diabetica sono: emorragie retiniche; presenza di essudati retinici; presenza di liquido intraretinico; proliferazione vitreale di neovasi anomali; emovitreo, presenza di sangue nella camera vitrea; distacco di retina trazionale; glaucoma neovascolare.
Durante i primi stadi della retinopatia diabetica non è necessario alcun trattamento, a meno che non si riscontri un edema maculare. Per prevenire la progressione della retinopatia diabetica, chi è affetto da diabete deve controllare il livello di zucchero e colesterolo nel sangue e monitorare attentamente la pressione sistemica.
Nella retinopatia avanzata, in assenza di emovitreo e distacco di retina trazionale, il gold standard, tutt'oggi, è il trattamento laser. Anche se il rischio è una perdita della visione laterale, piuttosto che un'alterazione della visione dei colori o della visione al buio, il trattamento laser fotocoagulativo può salvare il resto della vista. Il trattamento laser scatter può ridurre leggermente la vostra visione dei colori e la visione notturna.
Se è presente un emovitreo, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico chiamato vitrectomia in cui il sangue viene rimosso dal centro del tuo occhio. Tale intervento si esegue se strettamente necessario in quanto è altamente destrutturante per l'occhio.
Se viene fatta diagnosi di edema maculare, in considerazione dell'importanza dell'edema, l'oculista - oltre al trattamento laser e alla luce delle linee guida internazionali - potrebbe consigliare delle punture intravireali di cortisone o Anti-Vegf.
Nei pazienti diabetici vi è un aumento dell'incidenza di alcune patologie oculari come la cataratta, il glaucoma, alterazioni dei muscoli estrinseci oculari, malattie della cornea e una maggiore suscettibilità alle infezioni.
Conclusioni – Da quanto esposto, emerge come la prevenzione e la cura del diabete rallentino l'incidenza e la progressione dei danni alla retina, oltre che dei danni cardio-vascolari, renali e neurologici, poiché la malattia è sistemica, globale. è necessaria, dunque, una maggiore sensibilità da parte dei medici e degli operatori sanitari alla cura della persona con diabete, mirata alla prevenzione primaria instaurando corretti stili di vita e alla prevenzione secondaria, soprattutto rispettando la cadenza dei controlli periodici, per poter intervenire laddove si instaurino dei danni iniziali prima che diventino irreversibili.
Articolo a cura della dott.ssa Rossella Strano, endocrinologa diabetologa, e del dott. Gregorio Lo Giudice, oculista.
Si riconoscono fondamentalmente due tipi di diabete (classificazione Who 2006, Ada 2014): il diabete tipo 1, forma meno frequente, causato dalla distruzione delle beta-cellule pancreatiche deputate alla produzione di insulina, su base autoimmune o idiopatica, caratterizzato da una carenza insulinica assoluta. Questa forma è tipica dell'età infantile e adolescenziale, mentre la variante Lada, Latent Autoimmune Diabetes in Adults, ha decorso lento e compare nell'adulto; il diabete tipo 2 è causato da un deficit parziale di secrezione insulinica che, in genere, si instaura su una condizione di insulino-resistenza colpendo l'età adulta, anche se i casi di diabete tipo 2 negli adolescenti obesi è in netto aumento.
Esistono altre forme meno comuni di diabete come le forme secondarie a malattie del pancreas esocrino (come pancreatite cronica), forme genetiche (difetti genetici della beta-cellula o dell'azione insulinica) o forme secondarie a terapie cortisoniche croniche e ad alto dosaggio. Il diabete gestazionale è una forma di diabete spesso transitoria che si verifica nel corso della gravidanza in donne predisposte alla malattia (familiarità per diabete, obesità pre-gravidica).
Il diabete di Tipo 1 ha una prevalenza dello 0,3 percento mentre il tipo 2 ha una prevalenza del 5 percento nella popolazione. Il dato sull'incremento della prevalenza nei prossimi 20 anni è allarmante.
Per la diagnosi di diabete è necessario un semplice prelievo di sangue o nei casi dubbi e in gravidanza è richiesta la curva da carico orale di glucosio.
Esistono forme un tempo definite di "pre-diabete" in cui il soggetto non presenta i criteri per essere definito diabetico ma in cui sono già presenti alterazioni del metabolismo del glucosio. è proprio in questi soggetti che è necessario instaurare misure di prevenzione per evitare l'insorgenza precoce del diabete. I cardini della prevenzione e della cura del diabete sono dieta e attività fisica quotidiana. La dieta non è intesa solo come restrizione calorica ma come consumo di cibi ricchi in fibre (cereali integrali, frutta, legumi), tipici della dieta mediterranea.
L'iperglicemia cronica provoca in maniera progressiva danni a diversi organi e apparati (prevalentemente occhio, cuore, reni, sistema nervoso periferico), noti come complicanze del diabete. Molti pazienti sconoscono di essere affetti da diabete e alla diagnosi spesso presentano già le complicanze della malattia.
è fondamentale sottolineare come il diabete non solo rappresenta in sé un fattore di rischio cardio-vascolare, cioè predispone a malattie quali infarto e ictus, ma nel trattamento della patologia bisogna considerare i pazienti affetti da diabete come soggetti che abbiano già avuto un evento cardio-vascolare (il diabete è un equivalente di rischio).
Per tale motivo, è necessario non solo curare la glicemia ma intervenire su tutti i fattori di rischio cardio-vascolare presenti nel soggetto diabetico (dislipidemia, ipertensione, fumo, obesità) e instaurare gli opportuni provvedimenti terapeutici.
Oltre alle complicanze cardio-vascolari una delle complicanze più temibili relative alla patologia diabetica, sia di tipo 1 che di tipo 2, è la retinopatia diabetica ed è una delle principali cause di cecità legale in età lavorativa.
è causata da una progressiva disfunzione dei vasi retinici dovuta a iperglicemia cronica. Inizialmente si mostra asintomatica ma se non trattata può causare perdita della vista fino ad arrivare alla cecità totale.
Le linee guida dell'American Accedemy of Ophthalmology suggeriscono che la prima vista oculistica, nel diabete di tipo 1, va eseguita a 5 anni dalla diagnosi e successivamente una volta l'anno o secondo le indicazioni dell'oculista di fiducia, invece, nel diabete di tipo 2 va eseguita quando viene fatta la diagnosi di diabete mellito e i controlli hanno cadenza annuale o secondo le indicazioni dell'oculista di fiducia. Nelle donne in gravidanza (affette da diabete tipo 1 e tipo 2) la visita oculistica va eseguita nel primo trimestre e subito dopo il concepimento. Oltre all'esame del fondo oculare si possono eseguire, per approfondimento diagnostico e a discrezione dell'oculista, ulteriori esami strumentali come l'Oct (Optical coherence tomography, che studia la morfologia e lo spessore maculare) e la fluorangiografia (foto del fondo oculare eseguite con particolari filtri, si esgue dopo aver iniettato per via sistemica un colorante che evidenzia lo stato di salute dei vasi retinici e di eventuale presenza di liquido intraretinico).
La retinopatia diabetica progredisce, da lieve a stadi più gravi, quando non c'è un intervento appropriato. è importante riconoscere le fasi in cui il trattamento può essere più vantaggioso. Diversi decenni di ricerche cliniche hanno fornito dati eccellenti sul corso naturale della malattia e sulle strategie di trattamento da adottare e che nel 90% dei casi sono efficaci nel prevenire il verificarsi di un grave abbassamento della vista.
Se l'esordio della patologia avviene nelle aree periferiche della retina passa inosservato da parte del paziente in quanto non si verificano dei cambiamenti nella vista, mentre se l'edema si trova nella porzione della retina centrale (macula) causa una notevole diminuzione della vista quindi è il paziente nota un cambiamento. La diagnosi precoce e il trattamento tempestivo della retinopatia diabetica sono essenziali.
I sintomi che può avvertire il paziente sono: mosche volanti; perdita della sola visione centrale, di un solo settore o della visione periferica; metamorfopsie (visione distorta); perdita temporanea o permanente della vista.
Le complicanze della retinopatia diabetica sono: emorragie retiniche; presenza di essudati retinici; presenza di liquido intraretinico; proliferazione vitreale di neovasi anomali; emovitreo, presenza di sangue nella camera vitrea; distacco di retina trazionale; glaucoma neovascolare.
Durante i primi stadi della retinopatia diabetica non è necessario alcun trattamento, a meno che non si riscontri un edema maculare. Per prevenire la progressione della retinopatia diabetica, chi è affetto da diabete deve controllare il livello di zucchero e colesterolo nel sangue e monitorare attentamente la pressione sistemica.
Nella retinopatia avanzata, in assenza di emovitreo e distacco di retina trazionale, il gold standard, tutt'oggi, è il trattamento laser. Anche se il rischio è una perdita della visione laterale, piuttosto che un'alterazione della visione dei colori o della visione al buio, il trattamento laser fotocoagulativo può salvare il resto della vista. Il trattamento laser scatter può ridurre leggermente la vostra visione dei colori e la visione notturna.
Se è presente un emovitreo, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico chiamato vitrectomia in cui il sangue viene rimosso dal centro del tuo occhio. Tale intervento si esegue se strettamente necessario in quanto è altamente destrutturante per l'occhio.
Se viene fatta diagnosi di edema maculare, in considerazione dell'importanza dell'edema, l'oculista - oltre al trattamento laser e alla luce delle linee guida internazionali - potrebbe consigliare delle punture intravireali di cortisone o Anti-Vegf.
Nei pazienti diabetici vi è un aumento dell'incidenza di alcune patologie oculari come la cataratta, il glaucoma, alterazioni dei muscoli estrinseci oculari, malattie della cornea e una maggiore suscettibilità alle infezioni.
Conclusioni – Da quanto esposto, emerge come la prevenzione e la cura del diabete rallentino l'incidenza e la progressione dei danni alla retina, oltre che dei danni cardio-vascolari, renali e neurologici, poiché la malattia è sistemica, globale. è necessaria, dunque, una maggiore sensibilità da parte dei medici e degli operatori sanitari alla cura della persona con diabete, mirata alla prevenzione primaria instaurando corretti stili di vita e alla prevenzione secondaria, soprattutto rispettando la cadenza dei controlli periodici, per poter intervenire laddove si instaurino dei danni iniziali prima che diventino irreversibili.
Articolo a cura della dott.ssa Rossella Strano, endocrinologa diabetologa, e del dott. Gregorio Lo Giudice, oculista.
31/10/2015 | 8660 letture | 0 commenti
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